Abbiamo ascoltato tante versioni e interpretazioni tattiche e complottiste riguardanti il Derby di Calabria più pazzo e indecifrabile della storia. Noi vorremmo solo porre l’accento su dei dati certi, riguardanti l’aspetto strettamente calcistico, facendo uno sforzo non di poco conto, data la profonda rabbia e tristezza che abbiamo nella nostra testa, nel nostro cuore e nella nostra anima per quello cui abbiamo assistito nei tempi supplementari di una gara ormai stravinta.
Il Cosenza è andato in campo con un 3 4 2 1 molto tattico e guardingo, schierando come calciatore più avanzato Mazzocchi che notoriamente non è una punta, ma come amano dire gli spagnoli, un FALSO NUEVE, molto mobile ma poco abile ed incisivo in zona gol. Questa impostazione la dice tutta sulla forte paura di Alvini nell’affrontare un avversario nettamente superiore.
Il Catanzaro dal canto suo, dovendo rinunciare a Pompetti dall’inizio e avendo indisponibili altri due centrocampisti come Koutsoupias e Coulibaly, più un esterno abile anche nel giocare dentro al campo come l’ espertissimo D’ Alessandro, schiera il rientrante Situm formalmente come quinto, ma in realtà impiegato molto sulla linea dei centrocampisti.
Caserta opta per un CANGIANTISSIMO 3 5 2 in 4 4 2 o 4 2 3 1 che dir si voglia, arretrando molto la posizione di Iemmello e tenendo come esterni avanzati larghi, pronti ad accentrarsi a piede invertito, gli ottimi Buso e Compagnon, autori di un primo tempo e parte del secondo davvero di livello, mettendo in grave difficoltà, entrambi e a turno, con un tattico cambio fascia, il capitano rossoblù D’Orazio che è stato sostituito a causa di una ammonizione figlia della difficoltà ad arginare l’azione degli esterni catanzaresi.
Il primo tempo viaggia con una supremazia netta del Catanzaro fino al minuto 20, quando viene espulso il difensore Caporale per aver cinturato Pittarello lanciato verso l’area avversaria. Per la verità il Cosenza aveva costruito due palle gol nitide, con Ricciardi scappato a Scognamillo, non nella sua migliore giornata e con Kourfalidis che colpisce una traversa clamorosa a Pigliacelli battuto.
Il Catanzaro ha comunque un possesso palla netto e fallisce tre occasioni chiare e altre tre potenziali, sciupate per errori tecnici nei passaggi. Secondo tempo ancora con possesso palla totalmente giallorosso e unica occasione importante dei padroni di casa sciupata dal centrocampista Kouan a tu x tu con Pigliacelli.
Dopo, si registra solo un tiro di Strizzolo che liberatosi sul centro destra del vertice d’ area catanzarese, calcia forte ma centralmente su un sempre attento Pigliacelli. Invece la grande opportunità di Kouan sopra citata, come le altre due del primo tempo, sono dovute a ripartenze micidiali coast to coast operate da tre o quattro uomini, a danno di un Catanzaro ancora una volta fragile e mal posizionato in queste situazioni.
La squadra giallorossa pur non essendo particolarmente incisiva, produce molto gioco ed anche tre occasioni importanti fino al gol di Pompetti, arrivato grazie ad un’azione avvolgente di tanti calciatori e che culmina con l’inserimento sulla sinistra di Pittarello che mette una palla insidiosissima a centro area, respinta male e catapultata sul piede destro dell’ occorrente Pompetti, che in corsa dal limite non perdona l’incolpevole Micai.
È il minuto ottanta e da questo momento fino al novantesimo non accade proprio nulla, con il Catanzaro padrone della situazione e il Cosenza che si danna l’anima in maniera sterile e confusionaria. Anzi è il Catanzaro che non uccide un avversario tatticamente consegnato e disperato, fallendo il gol della vittoria CERTA con il subentrato ex La Mantia, autore di un liscio clamoroso con la porta spalancata, grazie ad una palla servitagli da uno scatenato Brignola che aveva affettato la difesa cosentina.
Al minuto 90 accade quello che cambia incredibilmente tutto lo scenario, dal punto di vista ambientale e psicologico. Pigliacelli respinge malamente di pugno un cross dalla destra, la palla assume uno strano effetto e torna giocabile sulla linea della porta, dove Kouan la spinge in rete grazie ad un evidente tocco di mano, certificato in questo caso da var ed immagini. Ma dagli spalti ormai ogni intervento di arbitro e var è interpretato come persecutorio e in campo i calciatori del Cosenza che ormai non hanno più nulla da perdere, giocano all’arma bianca e picchiano come fabbri.
L’arrembante, quanto confusionaria manovra, produce palle alte a centro area nella speranza che accada qualcosa e su una di queste dopo varie carambole e respinte, il giovane Zilli colpisce la traversa dal limite su un tiro di contro balzo al volo. Apriti cielo, dopo questa azione oltre all’arbitro cattivo, anche i numi contro i rossoblu ed il Catanzaro rimane quasi inghiottito in uno scenario surreale quanto ingigantito dagli eventi.
Eppure il gol di La Mantia avrebbe evitato tutto il dopo e consegnato un altro derby tinto di giallorosso con conseguenze catastrofiche per gli avversari, invece di dare adito a tante assurdità e dietrologie post gara che definire cervellotiche è un autentico eufemismo. Non c’è niente di losco dietro a questo derby, niente di accordato o preparato e si è visto chiaramente.
Tutto nasce dopo il gol giustamente annullato al minuto 90 e che però aggiunto all’espulsione del primo tempo, i cosentini non hanno accettato, coprendo l’arbitro di epiteti vergognosi. Da quel momento in poi, tutte le componenti in campo , squadre ma soprattutto arbitro, hanno interpretato il loro ruolo favorendo il pareggio.
Il Cosenza giocando giustamente alla morte e come se non ci fosse un domani, il Catanzaro soggiogato e paralizzato dagli eventi favorisce il ritorno di un avversario ormai sul precipizio, infine l’arbitro, che condizionato da un ambiente già ostile per l’espulsione del primo tempo sopra citata, ma dopo diventato assolutamente pericoloso e irrespirabile, ha pilatescamente concesso un recupero fuori da ogni logica, che per sua fortuna ha riportato le cose su un binario di festa per la squadra di casa, invece che di distruzione e implosione totale, con eventuali ripercussioni anche per lui.
È andata come tutti ad un certo punto si auguravano, tranne i tifosi giallorossi, vittime di una situazione davvero paradossale ed odiosa. Difficile dimenticare questa mancata vittoria, ci vorrà del tempo per digerire una roba del genere e se non si vince immediatamente domenica con la Salernitana, quello che è accaduto a Cosenza dal minuto 90 in poi, peserà come un macigno fino al derby di ritorno!