Il sindaco di Catanzaro rilancia il ruolo del fumetto come strumento culturale e sociale: “Una forma espressiva interclassista, capace di rompere barriere e creare identità”. Un appello collettivo alla responsabilità della narrazione e alla valorizzazione di ciò che funziona
Un tratto di china, una nuvola di pensiero, una vignetta capace di raccontare molto più di mille parole. In un’epoca in cui la comunicazione corre veloce, spesso superficiale, il fumetto riemerge come linguaggio profondo, accessibile e universale. Lo ha ricordato con forza e lucidità il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, intervenendo a un’iniziativa cittadina dedicata alla promozione del fumetto come mezzo di narrazione culturale e sociale, alla presenza del questore Linares e di numerosi rappresentanti istituzionali e del mondo creativo.
“I rumori, i segni, i tratti, le parole. Il fumetto è un linguaggio potente, spesso sottovalutato, ma capace di arrivare ovunque” – ha detto Fiorita, aprendo un discorso che va oltre la valorizzazione artistica per assumere un tono politico e civile. Perché se è vero che il fumetto parla ai giovani, è altrettanto vero che riesce a superare le barriere sociali, educative e linguistiche. È, come lo definisce il primo cittadino, “uno strumento interclassista, inclusivo, capace di veicolare idee, storie e visioni del mondo”.
Un progetto culturale strutturato: il fumetto come leva educativa e identitaria
Non si tratta di un’iniziativa estemporanea, né di una moda del momento. Già da oltre un anno, il Comune di Catanzaro ha scelto – in collaborazione con associazioni e promotori culturali – di investire seriamente sul fumetto come leva di crescita e inclusione. Un percorso strutturato, che ha come obiettivo non solo quello di valorizzare la narrazione grafica, ma di farne un motore di sviluppo sociale e territoriale, coinvolgendo in primo luogo le nuove generazioni.
“Tex Willer ci parlava di giustizia, ma oggi i fumetti possono raccontare anche la Calabria in una chiave diversa, più autentica, più coraggiosa” – ha affermato Fiorita. Un richiamo esplicito al bisogno di costruire nuovi immaginari collettivi, capaci di andare oltre gli stereotipi e le rappresentazioni unilaterali che, per decenni, hanno schiacciato il Sud d’Italia sotto l’etichetta del disagio. Il fumetto, con la sua capacità di sintesi, empatia e immediatezza, può restituire dignità ai territori e renderli protagonisti di un racconto positivo, fatto di comunità che si impegnano, amministrazioni trasparenti e cittadini responsabili.
Raccontare il bene è più difficile, ma oggi è un atto rivoluzionario
Il cuore dell’intervento di Fiorita si concentra proprio su questa sfida: la responsabilità della narrazione. “Chi ha il compito di raccontare questa terra?” – si domanda il sindaco, con una domanda che è al tempo stesso provocazione e invito all’azione. “Ai giornalisti spetta una parte fondamentale, ma anche ai cittadini, ai creativi, ai giovani. Perché scegliere di raccontare il positivo, oggi, è un atto rivoluzionario”.
In un mondo dominato dai click, dai titoli sensazionalistici e dal cortocircuito tra informazione e intrattenimento, raccontare ciò che funziona diventa un gesto controcorrente. Ma necessario. “È molto più semplice ottenere attenzione con lo scandalo – sottolinea Fiorita – ma raccontare la quotidianità virtuosa, le piccole vittorie, la buona amministrazione, richiede uno sguardo più profondo e più onesto”.
Parole che chiamano in causa non solo la stampa, ma anche l’intero tessuto sociale: scuole, famiglie, operatori culturali, associazioni. Tutti, secondo il sindaco, possono e devono diventare parte attiva di una narrazione nuova, che non nega i problemi ma sceglie di non farne l’unico orizzonte. Una narrazione che guarda anche al fumetto come medium perfetto per dare voce a chi solitamente resta ai margini.
Una Calabria da raccontare con coraggio, onestà e immaginazione
In chiusura del suo intervento, Nicola Fiorita ha voluto rimarcare il senso del proprio impegno istituzionale: lavorare in modo trasparente, lontano da logiche clientelari, ascoltando i cittadini e rispondendo ai loro bisogni. Un’idea di amministrazione che si fonda sull’etica della responsabilità e sull’esempio, e che oggi ha bisogno di essere raccontata e condivisa, anche attraverso strumenti in apparenza semplici ma dall’enorme portata sociale, come appunto il fumetto.
“Dimostrare che si può amministrare in Calabria con onestà è il nostro compito quotidiano” – ha concluso – “ma a chi tocca raccontare questa Calabria che funziona, questa Catanzaro che cresce? A tutti noi. Anche attraverso il fumetto, serve una presa di responsabilità collettiva”.
Un messaggio chiaro, diretto, che unisce cultura, impegno civico e visione. Un appello che, nell’anno in cui Catanzaro si è più volte distinta per partecipazione e iniziative pubbliche di qualità, trova il suo senso più profondo nella volontà di cambiare narrazione, partendo proprio dal racconto della speranza.