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sabato 7 Settembre 2024

Gigi Riva, il ‘Rombo di Tuono’ che ha scritto la storia del calcio italiano: la sua strada si incontra anche con il Catanzaro

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Di Gigi Riva, nato a Leggiuno (Varese) il 7 novembre 1944, la prima cosa che ricordiamo sono i gol. Con il Cagliari ne ha segnati 164 con 315 presenze in sole gare di campionato, 33 in 43 partite di Coppa Italia e 4 in 6 gare nelle Coppe europee. In Nazionale, ha segnato 35 gol in 42 partite, vincendo un Europeo nel 1968 e arrivando secondo al Mondiale messicano del 1970. Ricordiamo, nel Mondiale appena citato, in particolare il terzo gol in Italia-Germania 4-3, quando batte Sepp Maier con un potente diagonale di rara bellezza. O il gol in tuffo in Italia-Germania Est 3-0 valida per le qualificazioni mondiali. O la rovesciata in campionato contro il Lanerossi Vicenza. O magari anche il gol che sblocca la finale dell’Europeo del 1968 contro la Jugoslavia. Tutti gol di ottima fattura, che restano nella memoria di tutti, ma lui non è stato solo questo, che pure era ed è tanto. 

L’uomo Gigi Riva ha meritato elogi e vicinanza in vita e ne merita di ancora maggiori adesso che non è più tra noi. Gianni Mura, celebre giornalista sportivo, lo definì “Hombre vertical”, diritto, scabro, a testa alta, umano, senza compromessi. E Luciano Bianciardi, grande talento del giornalismo e della scrittura che bruciò troppo presto la sua vita negli anni Settanta, ma che andrebbe riscoperto, disse di Riva che “Questo giovane viene da un altro pianeta, che non è terragno, che è un’autentica forza della natura, ma che non è terrestre, è altra cosa”. Conquistava tutti e letta adesso ci commuove ancora di più la frase che rispose a chi gli chiedeva a chi avrebbe dedicato un gol segnato: “Mi sarebbe piaciuto far vivere a mia madre una vita decente”. 

Non bastano le parole per definire chi è stato un Esempio. Da uomo e da calciatore, anche noi lo ricordiamo dalle nostre parti e in piccolo ci piace rammentare tutte le occasioni in cui ha affrontato i giallorossi da avversario, ma sempre applaudito e rispettato. 

La “prima volta” di Gigi Riva in campo contro il Catanzaro porta la data del 26 aprile 1964. Nell’undicesima giornata di ritorno in Serie B, le due squadre si sfidano in casa dei giallorossi, schierando le seguenti formazioni: 

Catanzaro: Bianchini, Nardin, Micelli, Mecozzi, Tonani, Raise, Bagnoli, Maccacaro, Zavaglio, Gasparini, Ghersetich. All. Remondini 

Cagliari: Colombo, Martiradonna, Tiddia, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Congiu, Cappellaro, Torriglia, Greatti, Riva. All. Silvestri 

“Rombo di tuono” non segnerà, ma la gara sarà in ogni caso molto vivace. Al vantaggio giallorosso di Alvaro Gasparini dopo appena quattro minuti, seguirà il primo pareggio cagliaritano siglato da Enrico Mazzucchi al 12’. Egidio Ghersetich riporterà in vantaggio il Catanzaro al 20’ e il risultato si manterrà tale fino al 79’, quando l’arbitro, il signor Sergio Ferrari di Milano, concederà un rigore al Cagliari, trasformato da Renzo Cappellaro per il 2-2 finale. 

Al termine del campionato il Catanzaro si classificherà al decimo posto, a pari merito con la Triestina, e il Cagliari, secondo, sarà promosso per la prima volta in Serie A, dove – soprattutto grazie al contributo meraviglioso di Gigi Riva – resterà fino al 1976. 

Gigi Riva e il Catanzaro

Le strade fra Riva e i giallorossi si incontrano per la seconda volta il 31 agosto 1969, per la prima gara del girone eliminatorio di Coppa Italia. A Catanzaro, dirette dall’arbitro, l’internazionale signor Antonio Di Tonno della sezione di Lecce, si incontrano le seguenti formazioni: 

Catanzaro: Maschi, Marini, Bertoletti, Massari, Benedetto, Banelli, Della Pietra (dal 53’ Girol), Franzon, Musiello, Aristei, Rigato. All. Ballacci. 

Cagliari: Albertosi, Martiradonna, Mancin, Cera, Niccolai, Nenè, Domenghini, Brugnera, Gori, Greatti, Riva. All. Scopigno. 

In formazione tipo, il Cagliari è preda dei giallorossi, i quali esercitano un predominio territoriale che dura per l’intera partita. Il Catanzaro colpisce una traversa con Musiello e il migliore in campo è il portiere isolano Albertosi, protagonista di vari, straordinari interventi. Il Cagliari non si fa vedere fino al 78’, quando il portiere Maschi perde il pallone e Banelli, per evitare l’intervento di Riva, mette in calcio d’angolo. Con l’arbitro lontano dall’azione, il guardalinee segnala un inesistente fallo da rigore. La massima punizione viene trasformata proprio da Gigi Riva, tra le giustificate proteste del pubblico. 

Con quel gol, Riva inizierà una trionfale stagione, che lo vedrà ancora una volta in cima alla classifica dei marcatori nella massima serie. Al successo personale si aggiungerà la conquista dello scudetto da parte del Cagliari, primo, mitico e per ora unico campionato vinto dai rossoblù. 

Il 24 ottobre 1971, terza giornata del campionato di Serie A, Cagliari e Catanzaro si ritrovano al “Sant’Elia”. Gli isolani sono come sempre fra le pretendenti allo scudetto e i giallorossi sono al primo campionato di Serie A in assoluto e dopo le prime due sconfitte con la Juventus in trasferta e contro l’Inter in casa, ci tengono a far punti e a ben figurare. Agli ordini del signor Fernando Lazzaroni di Milano, le due squadre si schierano con le seguenti formazioni: 

Cagliari: Albertosi, Martiradonna, Mancin, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini (dal 72’ Greatti), Nenè, Vitali, Brugnera, Riva. All. Scopigno. 

Catanzaro: Bertoni, Zuccheri, D’Angiulli, Benedetto, Silipo, Busatta, Spelta, Banelli, Mammì, Franzon (dall’89’ Ciannameo). All. Seghedoni. 

Con un portiere pronto, una difesa molto accorta e un centrocampo disposto a zona che chiude benissimo gli spazi, il Catanzaro imbriglia benissimo il Cagliari e l’unico spavento arriva proprio da una gran rovesciata di Gigi Riva che finisce in rete, ma il gol viene annullato per fuorigioco. Per i giallorossi l’unica occasione arriva da un colpo di testa di Mammì deviato sul palo da Albertosi. Ed è un giusto pareggio a “reti inviolate”.

Al ritorno, il 13 febbraio 1972, si gioca una partita rimasta a suo modo nella storia e nella leggenda del calcio italiano, “Niccolai è impazzito”, titolerà il “Guerin Sportivo”. E ne ha ben donde, visto ciò che accadrà nel finale di gara. 

Arbitro dell’incontro è Concetto Lo Bello, un “monumento” fra gli arbitri italiani, alla partita numero 300 della sua carriera (anche se festeggerà questo traguardo solo nella partita successiva da lui diretta, la 301, un Juventus-Milan 1-1 con tanto di brindisi a fine gara con presidenti e allenatori delle due squadre). 

A disputare la gara entrano in campo le seguenti formazioni, di tutto rispetto:

Catanzaro: Pozzani, Zuccheri, D’Angiulli, Silipo, Maldera, Busatta, Spelta, Banelli, Mammì, Franzon, Braca. All, Seghedoni 

Cagliari: Albertosi, Martiradonna, Poletti, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Vitali, Brugnera, Riva. All. Scopigno. 

Nel primo tempo è una partita bloccata, con squadre accorte, attente a non prenderle, e poco spettacolo. Ma nella ripresa iniziano i fuochi d’artificio. Il risultato si sblocca al 65’, con Riva che si incunea fra due difensori, favorendo Domenghini che trova la respinta corta di D’Angiulli, il quale favorisce Brugnera che mette in rete da pochi passi. Nelle immagini, si nota l’esultanza di Gigi Riva a braccia alzate. Dopo appena un minuto arriva il pareggio del Catanzaro, a seguito di un calcio d’angolo di Braca, prolungato di testa da Mammì per spelta che segna con un tiro fulmineo di prima intenzione. Ma al 71’ arriva il vantaggio del Cagliari: un calcio di punizione di Nené dalla trequarti, battuto senza troppe pretese, rimbalza a un metro dalla porta, dove Maldera manca l’intervento, con Pozzani sorpreso dal tiro tutt’altro che irresistibile del brasiliano. Al 90’ l’episodio che è entrato nella storia del calcio italiano: azione convulsa in area, c’è un intervento di Tomasini su un giocatore del Catanzaro, ma Lo Bello lascia correre; nel frattempo la palla arriva a Niccolai il quale, pensando che la partita sia finita, calcia verso la porta avversaria, dove Brugnera respinge – anzi, “para” – con la mano. Si è parlato di un fischio proveniente dagli spalti e scambiato da Niccolai per quello dell’arbitro: fatto sta che il rigore stavolta c’è davvero ed alle proteste del difensore cagliaritano Lo Bello replica: “Mi vuole dire lei cosa devo fare?”. Il rigore viene battuto, Spelta pareggia e la partita finisce con un giusto 2-2. 

A fine campionato il Catanzaro retrocederà, ma con una squadra di fieri gladiatori che potrà dire di aver lottato fino all’ultima giornata. Mentre il Cagliari, dopo aver lottato per lo scudetto, finirà staccato dal trio di testa formato dalla Juventus campione d’Italia e da Torino e Milan staccate di un solo punto. 

Il ritiro dal calcio giocato

Gigi Riva resterà in campo fino al 1 febbraio 1976, quindicesima e ultima giornata di andata. Si gioca Cagliari-Milan ed al 53’ Riva incorre nel terzo grave infortunio della sua carriera, dopo uno scontro con Bet. Lo stadio ammutolisce. Si percepisce forse che si tratta dell’ultima partita del grande Rombo di Tuono. E così sarà, purtroppo. Il Cagliari gli darà fiducia e spererà in un suo ritorno nella prossima stagione, tanto è vero che sulle figurine Panini del campionato di Serie B 1976/77 Riva c’è. Ma le più infauste previsioni si avvereranno e non tornerà più in campo. 

Fair play ed eleganza

Di Gigi Riva si ricordano solo esempi di grande serietà e sportività. Mai una parola fuori posto, mai un commento fuori dalle righe, mai neanche l’ombra di una provocazione o di un’inutile polemica. Umiltà e sportività sono state il suo credo per tutta la vita. A differenza di alcuni suoi celebri colleghi degli anni Settanta – non ne facciamo i nomi, ma chi c’era in quel periodo ricorderà – non si è mai lasciato andare a commenti fuori luogo o peggio ancora offensivi nei confronti di Catanzaro, della Calabria o del Sud in generale. Da sardo d’adozione e da un ragazzo che fin da bambino è dovuto crescere troppo in fretta, non ci si sarebbe mai aspettati parole che con lui non avevano niente a che fare. E del Gigi Riva sportivo, ricordiamo la sua dichiarazione, da presidente del Cagliari, dopo una sonora sconfitta a Catanzaro per 4-0 nel 1986, in Serie B: “Il Catanzaro oggi sembrava il Real Madrid”. Fair-play ed eleganza, come sempre. 

Non è stato solo il capocannoniere della Nazionale italiana – record tuttora imbattuto – ma come Team Manager e Capo Delegazione c’è stato un momento in cui è stato vicino a tutti noi. La delusione per la sconfitta ai rigori dell’Italia contro il Brasile nel 1994 fu tanta, ma quando Riva abbraccia Baggio e Baresi per consolarli dei loro rigori sbagliati, era come se fosse lì ad abbracciare idealmente tutti noi tifosi. La nobiltà d’animo si vede anche nella sconfitta e Gigi Riva in questo è stato tutti noi.

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