Un primo giro di giustizia sportiva senza scossoni per Catanzaro–Sudtirol. Dopo due giorni dal pari del “Ceravolo”, sono state rese note le decisioni del giudice sportivo relative alla 1ª giornata di Serie B: per quanto riguarda la sfida tra giallorossi e altoatesini, l’unico provvedimento registrato è la sanzione economica da 10.000 euro inflitta al direttore sportivo biancorosso Paolo Bravo, “per avere, al termine della gara, al rientro negli spogliatoi, rivolto al Direttore di gara una critica irrispettosa, proferendo anche espressioni blasfeme”. Nessun’altra squalifica o ammenda incide sul percorso delle due squadre: un dato che, in casa Catanzaro, consente di guardare subito alla prossima tappa con lo sguardo rivolto al campo.
Il provvedimento: misura e motivazioni
Nel dispositivo spiccano due elementi. Il primo è la tipologia dell’illecito disciplinare contestato a Bravo: non un comportamento durante il gioco, ma un episodio post-partita avvenuto “al rientro negli spogliatoi”, circostanza che rientra a pieno titolo nella sfera di competenza del giudice sportivo.
Il secondo è la quantificazione della pena: 10.000 euro è una cifra significativa nel ventaglio delle ammende personali, scelta che sottolinea la volontà degli organi di giustizia di stigmatizzare con nettezza il ricorso a espressioni blasfeme e a contestazioni ritenute irrispettose verso la terna arbitrale. Nessun riflesso tecnico, dunque, sul Sudtirol in termini di squalifiche, e nessuna conseguenza per il Catanzaro, che archivia così la pratica disciplinare della prima giornata senza strascichi.
Clima, nervi e confini dell’agonismo
La partita del “Nicola Ceravolo” è stata intensa, per tratti sporca e giocata su duelli fisici e mentali, in cui hanno pesato anche fattori esterni – vento forte e pressione da stadio sold out – che hanno reso il contesto particolarmente acceso. In questi scenari, la linea tra agonismo e intemperanza verbale è sottile: il giudice sportivo ha tracciato il perimetro con un intervento mirato alla responsabilizzazione dei tesserati nelle fasi più calde del post-gara.
Per il Catanzaro, che ha trovato il pari con la gemma di Pietro Iemmello e ha chiuso in rimonta 1-1, la notizia è doppiamente positiva: da un lato, nessuna squalifica o diffida che complichi la settimana di lavoro; dall’altro, un monito generale che spinge a mantenere lucidità nelle aree sensibili del match-day, dagli ingressi agli spogliatoi alle aree miste.
Focus giallorosso: continuità e campo
Dal punto di vista giallorosso, il fatto che l’unica annotazione disciplinare riguardi un dirigente avversario è un segnale di ordine e disciplina dentro e fuori dal campo. È un aspetto non banale in un avvio di stagione segnato da rotture tattiche, inserimento dei giovani e ricerca di equilibrio da parte di Alberto Aquilani: poter lavorare alla settimana che porta alla trasferta con lo Spezia senza squalifiche né diffide aggiuntive consente allo staff di spendere energie sul piano tecnico, non su quello burocratico. Allo stesso tempo, la decisione del giudice sportivo ricorda a tutti – dirigenti compresi – che la prima B del nuovo corso pretende sobrietà istituzionale oltre al coraggio in campo: un dettaglio che fa la differenza nei momenti caldi del campionato.
Prospettive: rispetto delle regole e identità competitiva
La Serie B 2025/26 nasce con l’obiettivo – dichiarato dai vertici federali e condiviso dai club – di alzare l’asticella anche sul fronte del fair play. L’episodio che coinvolge Paolo Bravo si esaurisce in una ammenda, ma rientra in una più ampia cultura del rispetto: degli arbitri, degli avversari e del contesto. Il Catanzaro ci arriva forte dell’entusiasmo del proprio pubblico e di un’identità che non può prescindere dall’equilibrio emotivo.
Tenere bassi i toni nei corridoi, mentre si alzano i giri del motore in campo: è questa la rotta più efficace per trasformare un pareggio di carattere in continuità di risultati. E per lasciare che siano gol, occasioni e princìpi di gioco – non i verbali del giudice sportivo – a misurare l’ambizione giallorossa.