Le parole di Fabio Grosso dopo Sassuolo-Catanzaro offrono una fotografia nitida del debutto stagionale dei neroverdi in Coppa Italia e, per riflesso, della prova delle Aquile al Mapei Stadium. Il tecnico campione del mondo ha sottolineato il valore del passaggio del turno e la qualità del primo tempo del suo Sassuolo, senza nascondere che nella ripresa la squadra abbia concesso più campo ai giallorossi. Dichiarazioni riportate da ForzaSassuolo.it, che aiutano a mettere a fuoco dinamiche e baricentro della sfida: un avvio a marca emiliana, poi la crescita del Catanzaro fino agli assalti finali.
Grosso: «Volevamo passare il turno». L’analisi di Sassuolo-Catanzaro
Grosso ha aperto la conferenza andando dritto al punto: l’obiettivo era qualificarsi, e il Sassuolo lo ha centrato «facendo una partita seria». «Siamo rimasti dentro la gara e abbiamo fatto un ottimo primo tempo. Abbiamo costruito tante occasioni e avremmo potuto incrementare il punteggio», ha spiegato il tecnico, riconoscendo però che «nella ripresa abbiamo lasciato il gioco a loro e potevamo essere più bravi». Una lettura che combacia con l’inerzia vista in campo: gestione e opportunità neroverdi nella prima mezz’ora, quindi la progressiva presa di campo del Catanzaro, premiata da una serie di situazioni pericolose e da una pressione più convinta sul possesso avversario.
Per Grosso, dalla sfida emergono «buoni spunti su cui lavorare», con un monito sul contesto che attende i suoi: «Il livello che ci aspetta sarà molto alto». Un passaggio che, lato giallorosso, certifica la bontà del test: affrontare una squadra dal motore di Serie A ha messo alla prova principi e tenuta mentale del gruppo di Alberto Aquilani, salito di tono nella ripresa fino a sfiorare il pari.
Rosa, mercato e gestione degli uomini: «Dobbiamo completare la squadra»
Sul capitolo organico, l’allenatore neroverde è stato chiaro: «Dobbiamo far salire il nostro livello, ci aspetta un campionato difficilissimo. Mi auguro che completeremo la rosa in tempi brevi». Nelle sue parole c’è soddisfazione per la prova corale e per il traguardo personale di Domenico Berardi, celebrato con affetto: «Complimenti a tutti i ragazzi, anche a Domenico che ha festeggiato le 400 gare in questo club: rappresenta i valori della società». Un segnale di continuità tecnica e identitaria, utile a leggere lo spirito con cui il Sassuolo approccerà le prossime settimane di lavoro.
Capitolo Pinamonti: nessuna scelta condizionata dalle voci di mercato. «Non l’ho lasciato fuori per il mercato: non era in grado di farla tutta e ho preferito farlo entrare dopo», ha precisato Grosso. «È il nostro attaccante di riferimento: spero che a breve si risolvano tutte le situazioni». Parole che spiegano minutaggio e gestione fisica, confermando centralità e gerarchie nel reparto offensivo.
Cosa resta al Catanzaro: ritmo, coraggio e misure da Serie A
La conferenza del tecnico neroverde, letta in chiave giallorossa, consegna tre messaggi. Primo: il Catanzaro ha retto l’urto di una squadra strutturata per la massima serie, trovando nel secondo tempo coraggio e campo — un aspetto che Grosso ha implicitamente riconosciuto quando ha parlato di gestione meno pulita del suo Sassuolo nella ripresa. Secondo: il ritmo richiesto da partite di questo livello è lo standard con cui misurarsi già da subito in vista del campionato; il test del Mapei, per intensità e qualità degli avversari, fa da spartiacque metodologico. Terzo: nelle dichiarazioni del tecnico avversario c’è un invito indiretto alle Aquile a insistere su identità e principi, perché quando il baricentro giallorosso si è alzato, la gara ha cambiato vibrazioni.
Il post partita di Fabio Grosso racconta un Sassuolo già concreto nel perseguire l’obiettivo, ma anche la crescita del Catanzaro dentro i novanta minuti. Per le Aquile resta una certezza: per competere con continuità serve replicare la personalità vista nella ripresa, senza perdere la pulizia nelle scelte. Da qui riparte il lavoro di Aquilani in vista del campionato: più ritmo, più precisione nell’ultimo terzo, stessa ambizione.