Il calcio ha spesso raccontato storie di giocatori che hanno trovato nella loro città natale un legame indissolubile, un connubio tra talento e appartenenza. Pietro Iemmello, capitano del Catanzaro, è uno di questi protagonisti. Con la sua leadership in campo e fuori, ha conquistato i cuori dei tifosi, consolidando il suo ruolo di simbolo e trascinatore della squadra calabrese. In un’intervista esclusiva a Tuttosport, Iemmello si è aperto, parlando della sua carriera, delle sue ambizioni future e del profondo legame con la sua città.
“Non chiamatemi Zar”
Uno degli aspetti più interessanti dell’intervista è il cambio di prospettiva sul suo soprannome storico. “Non chiamatemi più Zar. Con tutto quello che è successo negli ultimi anni in Ucraina, non è bello,” ha dichiarato. La scelta di abbandonare quel soprannome sottolinea la sensibilità e l’attenzione di Iemmello verso i contesti globali. “Molto meglio Re Pietro,” ha aggiunto con un sorriso, un titolo che calza a pennello per il capocannoniere della Serie B, con 10 gol all’attivo, in coabitazione con Cristian Shpendi del Cesena.
Non è solo il soprannome a rappresentare il suo legame speciale con Catanzaro. “Indosso la maglia numero 9 e la fascia di capitano, ed è un onore che mi porta ogni giorno a dare il massimo. Non è solo calcio: è una responsabilità verso la mia città e i tifosi che ci sostengono ovunque,” ha detto con orgoglio.
Il sogno della Serie A con il Catanzaro
Iemmello non nasconde le sue ambizioni per il futuro. “Non rimpiango le stagioni in Serie A, anzi, sono ancora uno stimolo per tornarci. Magari con il Catanzaro, la squadra della mia città,” ha dichiarato. Una frase che risuona come una promessa ai tifosi giallorossi, che vedono in lui non solo un leader tecnico ma anche un simbolo di speranza.
L’attaccante ricorda con emozione i suoi momenti in Serie A, come la doppietta all’Inter a San Siro, ma sottolinea che la sua priorità oggi è il Catanzaro. “Sicuramente potevo fare qualcosa di meglio per restarci qualche anno in più, ma non è un rimpianto. È uno stimolo per provarci di nuovo,” ha spiegato.
“Quest’anno pensiamo a salvarci”
Dopo aver sfiorato la promozione nella scorsa stagione, il Catanzaro si trova ora a lottare per consolidare la sua posizione in Serie B. “Quest’anno l’importante è mantenere la categoria. L’anno scorso ci siamo trovati costantemente in zona playoff e abbiamo iniziato a pensare in grande, ma quest’anno dobbiamo restare concentrati: la classifica è corta,” ha avvertito Iemmello.
Le sue parole rispecchiano la filosofia del presidente Floriano Noto, che ha trasformato il Catanzaro in una realtà solida e ambiziosa. “Da quando il presidente ha preso in mano il club, dopo un fallimento e alcune stagioni altalenanti, ha dato stabilità, creando una società che oggi è un fiore all’occhiello,” ha elogiato il capitano.
L’eredità di Massimo Palanca
Quando si parla di Catanzaro, è impossibile non menzionare la leggenda Massimo Palanca, un nome che ha fatto la storia del club. Iemmello, tuttavia, mantiene un approccio umile: “Sì, sicuramente è una cosa che potrebbe avvicinarmi ancora di più a lui. Sinceramente, però, non ci penso. È un sogno che, chissà, potrebbe anche realizzarsi, ma non è un mio obiettivo quotidiano.”
Ricorda con affetto il suo idolo d’infanzia: “Palanca è stato un idolo per tutti noi ragazzi di Catanzaro. Quando si parlava del Catanzaro in Serie A, si parlava di lui.”
“Voglio chiudere qui la mia carriera”
Uno dei momenti più emozionanti dell’intervista è stato quando Iemmello ha dichiarato apertamente il suo desiderio di terminare la carriera con la maglia del Catanzaro. “Non so quando smetterò, ma il mio obiettivo è quello di finire qui,” ha detto con decisione.
Un legame, il suo con la città, che va oltre il calcio. “I tifosi del Catanzaro sono davvero emozionanti. Non si fanno sentire solo in casa, ma sono numerosi anche in trasferta. Per noi è una carica in più e un motivo di orgoglio rappresentarli,” ha sottolineato.
Un futuro in panchina
Ma il capitano giallorosso guarda anche oltre la carriera da giocatore. “Mi piace il calcio offensivo e mi piacerebbe proporlo dalla panchina,” ha rivelato, aggiungendo che i suoi maestri sono Roberto De Zerbi e Vincenzo Vivarini. “De Zerbi è un innovatore. Ha cambiato il modo di giocare in Europa, e Vivarini mi ha insegnato tanto sulla gestione del gruppo.”
L’ambizione di diventare allenatore è accompagnata da una visione chiara: “Il mio obiettivo sarebbe quello di dare un’identità precisa alla squadra che allenerò, un po’ come hanno fatto i miei maestri.”
Gli anni lontano da casa
Durante l’intervista, Iemmello ha ripercorso anche la sua carriera lontano da Catanzaro. “Sono andato via presto, ma sono tornato tre anni e mezzo fa. Ho trovato una Calabria migliorata sotto tanti punti di vista, e questo non può che farmi piacere,” ha dichiarato.
Le esperienze lontano dalla sua città gli hanno dato una prospettiva diversa, ma il legame con Catanzaro non si è mai spezzato. “Giocare qui non è facile, ma i fatti dicono che sto riuscendo a lasciare il segno,” ha affermato con orgoglio.
“Pippo Inzaghi? Un grande campione”
Non sono mancati riferimenti all’avversario di giornata, il Pisa guidato da Filippo Inzaghi. “Conoscendo Inzaghi, non mi sorprende il suo exploit. È un allenatore che sa come lavorare e cosa chiedere ai suoi giocatori,” ha detto Iemmello, riconoscendo i meriti del tecnico nerazzurro.
Ha poi scherzato sulla possibilità di essere allenato da Inzaghi: “Beh, di certo se ci fosse lui sarebbe stato uno dei migliori allenatori che avrei avuto.”
I suoi idoli nel calcio
Quando si parla di ispirazioni, Iemmello non ha dubbi: “Mi è sempre piaciuto Ronaldo, il Fenomeno. Poi ci sono tanti altri attaccanti straordinari come Lewandowski e Benzema.” L’ammirazione per i grandi campioni si riflette nel suo stile di gioco, che combina tecnica e freddezza sotto porta.
Una vita dedicata al calcio e alla sua città
L’intervista a Pietro Iemmello è il ritratto di un uomo che ha trovato nel calcio e nel Catanzaro la sua ragione di essere. Con i suoi gol e la sua leadership, sta scrivendo pagine importanti nella storia del club, ma il suo sogno va oltre: “Voglio lasciare un segno non solo come giocatore, ma anche come uomo di calcio, magari un giorno come allenatore.”
Iemmello non è solo un capitano, ma un simbolo di orgoglio per Catanzaro. Il suo sogno di portare la squadra in Serie A e il suo desiderio di chiudere la carriera in giallorosso lo rendono un’icona per i tifosi e un esempio per le future generazioni.
Pietro Iemmello incarna i valori del calcio autentico: passione, lealtà e dedizione. La sua storia è quella di un uomo che ha trovato nella sua città e nei suoi tifosi una famiglia, e che, anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, continuerà a lavorare per il bene del calcio.