In un momento cruciale della stagione, a poche ore dal debutto nei playoff contro il Cesena, il capitano del Catanzaro Pietro Iemmello si è raccontato qualche settimana fa in un’intervista apparsa su “La Gazzetta dello Sport” e ripresa nelle ultime ore da Fanpage. Un viaggio intimo, tra vita privata e carriera, che mostra il lato più autentico di un attaccante capace di diventare simbolo della propria città, dentro e fuori dal campo.
Un amore nato su Instagram (e su uno scoglio nascosto)
Oggi Iemmello è felicemente sposato con l’attrice Giulia Elettra Gorietti, madre della piccola Violante, ma la loro storia non è iniziata con semplicità. «Lei era in Calabria per lavoro, io in vacanza. L’avevo martellata su Instagram, ma non rispondeva. Così mi sono presentato in hotel e l’ho portata su uno scoglio nascosto, con una grotta. Lì ci siamo innamorati». Un racconto da film, e non è un caso: il legame con il cinema è più stretto di quanto sembri. «Andrea Roncato è il compagno di mia suocera. Ha sempre la battuta pronta, come nei film».
Le ombre del passato: voci, pregiudizi e quella ferita a Foggia
Il cammino verso la serenità non è stato facile. Le etichette, i pregiudizi, gli errori. Iemmello non nasconde nulla: «A La Spezia dicevano che ero gay, a Foggia mi accusavano di essere un giocatore d’azzardo. La verità? Mi sono fidato dei dirigenti e ci ho rimesso 250mila euro. Se giocavo a poker o a una macchinetta, che male c’era?». Con sincerità disarmante, il bomber giallorosso rivendica la sua umanità, ricordando come spesso il peso dei giudizi pubblici rischi di soffocare anche gli animi più forti.
Il ritorno a casa: un sogno realizzato con la fascia al braccio
Arrivato nel gennaio 2022 dopo un periodo difficile a Frosinone, con appena due presenze all’attivo, Iemmello torna nella sua Catanzaro da figlio prodigo: «Stavo male, ero fermo da 8 mesi. I tifosi non vedevano l’ora, ma serviva tempo. La vera stagione è stata quella successiva». Il tempo gli ha dato ragione: 72 gol in tre anni, una promozione, e ora i playoff per inseguire un sogno chiamato Serie A.
Tra leggenda e presente: Iemmello e Palanca, simboli di una città
Nella città dei Tre Colli, parlare di calcio significa inevitabilmente evocare il nome di Massimo Palanca, idolo di un’intera generazione. Ma oggi, accanto al suo murale, ce n’è uno che ritrae Iemmello, insieme a bambini che giocano a calcio. «Palanca resta un mito. Io spero che un giorno possa rimanere Iemmello Pietro. Già oggi penso di aver lasciato qualcosa a questa città. Con BKT abbiamo realizzato un campetto per i più piccoli, è questo che conta».
Playoff da capitano: la responsabilità e la fede nella squadra
Sabato al “Ceravolo” ci sarà Catanzaro-Cesena, partita secca che vale l’accesso alla semifinale contro lo Spezia. Iemmello lo sa: è il momento della verità. Ma con la maturità di chi ha già visto molto, non si lascia prendere dall’ansia. Ha vissuto promozioni, cadute, critiche e gloria. Ora vuole solo godersi il viaggio. Con la fascia al braccio, la fiducia dei tifosi e l’amore della sua città.
In un calcio spesso troppo veloce per raccontare storie, Pietro Iemmello si è preso il suo tempo. E oggi, a 33 anni, scrive ogni giorno una pagina della storia del Catanzaro, con il cuore e con i gol.