Marco Pompetti sta vivendo una delle stagioni più brillanti della sua carriera a Catanzaro. Il centrocampista classe 2000 ha raccontato i momenti salienti della sua vita calcistica e personale in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Una chiacchierata che mette in luce un giocatore maturo, ambizioso e pienamente immerso in una realtà, quella giallorossa, che lo sta valorizzando come mai prima.
Un rinnovo per il futuro
Pompetti non ha dubbi: Catanzaro è il posto giusto per continuare a crescere. “Era quello che volevo, sono contentissimo. Qui sto bene, ho piena fiducia di tutti in società e anche dei tifosi. Stiamo facendo un’ottima stagione e possiamo fare ancora meglio da qui a fine anno,” ha dichiarato il calciatore, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2027.
La scelta di rimanere in Calabria nonostante le sirene della Serie A lo rende particolarmente orgoglioso: “Fa sicuramente piacere, significa che sto facendo bene e devo continuare così. Ma, ripeto, sono fiero di aver rinnovato col Catanzaro.”
Il rendimento e il nuovo ruolo
Con tre reti già all’attivo in questa stagione, Pompetti è a un passo dal superare il suo record personale di quattro gol segnati con il Pescara. Questo miglioramento, spiega, è frutto della fiducia riposta in lui da Fabio Caserta: “Ho grande fiducia da parte dell’allenatore. Quest’anno gioco un po’ più avanti del solito, come mezz’ala offensiva, e di conseguenza mi trovo ad avere più occasioni per calciare. Spero di farne tanti altri.”
Obiettivi stagionali: salvezza e oltre
Sebbene il Catanzaro stia mostrando solidità e ambizioni, Pompetti mantiene i piedi per terra: “Il nostro primo obiettivo, non dimentichiamolo, è la salvezza. Due anni fa eravamo in Serie C. L’anno scorso siamo andati al di sopra delle aspettative, quest’anno bisogna mantenere ancora la categoria, poi quello che viene in più è tutto di guadagnato. Giocarsi i playoff sarebbe bellissimo.”
Parlando del campionato, Pompetti sottolinea la difficoltà di competere in una Serie B sempre più competitiva: “Questo è il mio terzo anno in cadetteria e il livello si è alzato. Anche le squadre che salgono dimostrano di essere molto attrezzate per competere contro chiunque. Tutte le partite sono difficili, la prima può perdere con l’ultima, è un campionato imprevedibile.”
Crescita personale e ricordi speciali
Pompetti si definisce un calciatore più maturo, sia in campo che fuori: “Le prestazioni in campo vanno di pari passo con la vita fuori e, crescendo con l’età, mi sento maturato tanto. Nelle scelte che faccio e in quelle che devo prendere. E anche gli anni di esperienza alle spalle aiutano a crescere. Ma posso sicuramente migliorare.”
Uno dei momenti più memorabili della sua stagione è il gol segnato contro il Palermo al Barbera, che considera tra i più belli della sua carriera: “Uno dei più belli perché col Pescara ne feci uno molto bello, slalom e pallonetto, contro la Virtus Entella. Quello al Barbera è stato fantastico più per l’importanza di aver vinto nei minuti finali.”
Radici e ispirazioni
Pompetti ha radici profonde nel mondo del calcio. Il suo mancino d’oro, racconta, è un’eredità familiare: “Mio nonno è stato un calciatore, il piede sinistro l’ho preso da lui. Anche se faceva il difensore.”
La sua formazione calcistica ha avuto due influenze principali: il Pescara di Zeman e la trafila giovanile nell’Inter. Sul primo, ricorda: “Quel Pescara di Zeman l’ho seguito ogni sabato andando sempre allo stadio, vederlo da vicino è stata un’emozione unica. Un divertimento puro. Per quanto riguarda la mia carriera, non posso non ricordare la prima panchina di Serie A contro il Napoli.”
Quanto all’Inter, Pompetti non ha dubbi sull’importanza che ha avuto nel formarlo: “Ho vinto uno scudetto e ne ho perso un altro. Ai nerazzurri devo tantissimo, giocare con quei colori ha cambiato la mia mentalità. L’Inter mi ha insegnato a diventare professionista. Ho cominciato a lavorare su me stesso, facendo tanti sacrifici. Anche se giocavo in Primavera ero sempre stimolato per vincere. E questo ha cambiato sicuramente il mio modo di essere.”
Tra i suoi idoli, spiccano due nomi che hanno segnato un’epoca nel calcio italiano: “Essendo pescarese, sono cresciuto con Verratti. Più in generale direi Pirlo, che nel mio ruolo ha segnato un’epoca.”
Catanzaro e il legame con la città
La connessione con Catanzaro va oltre il campo da gioco. Pompetti è affascinato dall’atmosfera che si respira nella città e allo stadio: “L’entusiasmo dei tifosi è pazzesco. L’aria che si respira in città e allo stadio è qualcosa di magnifico. Noi calciatori, vedendo questo scenario, siamo molto più stimolati durante le partite.”
Uno sguardo al futuro
Con un contratto rinnovato e la determinazione di continuare a crescere, Marco Pompetti sembra avere le idee chiare sul suo futuro: “Sono contento di essere parte di un progetto ambizioso come quello del Catanzaro. Voglio continuare a dare il massimo per questa maglia e per i tifosi che ci sostengono sempre.”
Se il presente è radioso, il futuro potrebbe riservare ancora tante soddisfazioni per un centrocampista che unisce talento, dedizione e passione per il gioco.