L’1-0 del Mapei Stadium non lascia punti al Catanzaro, ma consegna segnali spendibili in vista del debutto in Serie B 2025/26. Tra i volti più lucidi nel post partita c’è Nicolò Brighenti, alla quarta stagione in giallorosso, che legge la sconfitta con misura e prospettiva: «È stata sicuramente una prestazione positiva. Era quello che volevamo fare. Abbiamo fatto di tutto per fare risultato: non ci siamo riusciti, ma questa gara ci prepara alla prossima settimana». La prossima settimana è già un appuntamento da cerchiare: domenica 24 agosto al “Ceravolo” arriva il Sudtirol per l’esordio in campionato.
Continuità e novità: il cantiere di Aquilani
La chiave di lettura offerta dal difensore è la più semplice e, forse, la più utile: continuità nei principi e inserimento progressivo delle idee di Alberto Aquilani. «Il mister sta portando avanti un’idea di gioco che a Catanzaro abbiamo sempre cercato di fare negli ultimi anni: ci stiamo conoscendo. Siamo partiti avanti su certe cose che già conoscevamo, lui sta aggiungendo qualcosa, sta mettendo le sue idee. Siamo a sua disposizione e penso che qualcosina si stia già iniziando a vedere». Un canovaccio che al Mapei si è tradotto nel 4-2-3-1 di partenza — Pigliacelli tra i pali, Frosinini–Brighenti–Antonini–Di Chiara dietro, Petriccione e Pontisso in costruzione bassa, Liberali e Nuamah larghi con Rispoli ad alzarsi tra le linee, Iemmello riferimento — e che nella ripresa ha visto correzioni in corsa con gli ingressi di Pittarello e D’Alessandro, poi Bettella e Favasuli.
La partita di Brighenti: leadership e letture
La prova del capitano di reparto fotografa bene lo spirito evocato nelle sue parole. Ordinato nella gestione dell’area, Brighenti è decisivo quando al 73’ rientra su Pinamonti stoppandone la conclusione; paga invece un errore in uscita al 78’ che concede a Berardi l’uno contro uno (ci pensa Pigliacelli). Episodi che raccontano una sfida di sofferenza “pulita”, senza sbavature strutturali: dopo un avvio di timidezza — ammesso dallo stesso Brighenti — i giallorossi hanno alzato baricentro e pressione, costruendo occasioni nitide con Rispoli (palo su piazzato sporco) e Iemmello (allungo di punta a lato).
Numeri alla mano, la lettura del difensore trova riscontro: Catanzaro più produttivo negli ultimi sedici metri (21 tiri totali a 5, 6 nello specchio a 1), più angoli (8-3) e maggiore volume di gioco in zona offensiva, a fronte del 53% di possesso neroverde. Dettagli che dicono di una squadra già riconoscibile nei comportamenti, pur dentro una serata in cui a decidere è stata la giocata di Doig sul taglio profondo.
Dal Mapei al “Ceravolo”: la rotta
Le parole di Brighenti non sono una carezza per edulcorare il risultato: sono un promemoria tecnico. L’identità resta il perno, le novità di Aquilani (più coraggio nella gestione, catena di destra dinamica con Frosinini–Rispoli–Nuamah, interscambi tra Pontisso e i trequartisti) chiedono tempo e ripetizioni, ma il Catanzaro c’è. «Questa prestazione — chiosa il centrale — ce la portiamo a casa con qualche spunto buono».
La chiamata, ora, è al pubblico del “Ceravolo”: trasformare le buone sensazioni in punti già alla prima contro il Sudtirol, capitalizzando le certezze di gruppo e la profondità che il mercato sta costruendo. La sconfitta di Reggio Emilia non cancella il percorso; lo mette, semmai, a fuoco. E in uno spogliatoio guidato da profili esperti come Brighenti l’orizzonte resta nitido: equilibrio, identità, miglioramento quotidiano. È da qui che riparte il Catanzaro.