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sabato 7 Settembre 2024

L’Amarcord del giovedì, di Aurelio Fulciniti: Intervista ad Alberto Arbitrio

Benvenuti alla ventesima puntata della rubrica dedicata ai protagonisti e alle partite più significative nella storia dell’US Catanzaro. In questa occasione, rivivremo momenti chiave attraverso la testimonianza di Alberto Arbitrio, con la riproposizione di un’intervista del 2014

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Calabrese doc con casa a Napoli e il Catanzaro nel cuore. Nato a Gioia Tauro (Reggio Calabria) il 1° gennaio 1950, Alberto Arbitrio, professione centrocampista col vizio del gol (possibilmente spettacolare), nonostante l’accento partenopeo, naturale per chi vive stabilmente nella metropoli del Golfo da più di 35 anni, non tradisce le sue origini e l’anima calabrese. Anzi, giallorossa. Lo intervistiamo nelle prime ore di un venerdì pomeriggio, mentre è sul campo di allenamento alle prese con il suo incarico di responsabile del settore giovanile della Puteolana, ma è subito disponibile e si lascia andare al fluire dei ricordi. La prima domanda, infatti, può sembrare banale ma raccoglie in sé tanti momenti importanti, perché riguarda i quattro campionati (tre in B e uno in Serie A) disputati in maglia giallorossa, dal 1974 al 1978: “Diciamo subito che sono state quattro stagioni e poco più, perché andai via quando era iniziato il campionato di Serie A 1978/79. Sono stati anni bellissimi, con dei compagni di squadra favolosi. Nel primo campionato, quello 1974/75, la squadra era giovanissima e arrivammo allo spareggio, inaspettato, di Terni contro il Verona per la Serie A. Perdemmo, ma ci riscattammo nel campionato successivo, centrando la promozione. Il campionato di Serie A fu segnato da molte difficoltà, anche se nel girone d’andata facemmo molto bene. Ma il campionato successivo finì con una nuova promozione. Con Fausto Silipo, Adriano Banelli e Alberto Spelta ci vediamo e ci sentiamo ancora, e pure con gli altri. Con Silipo, poi, ci conosciamo addirittura da quasi cinquant’anni, da quando eravamo quattordicenni o poco più e militavamo nella rappresentativa Allievi”.

In maglia giallorossa Arbitrio ha giocato 82 partite e segnato 11 gol (di cui, rispettivamente, 10 presenze e 2 reti in Serie A). Alcune delle sue reti sono state indimenticabili, sia per il modo in cui sono state segnate che per gli stadi in cui vennero realizzate. Ma in questo caso è d’obbligo lasciare la parola ad Arbitrio, che correda le descrizioni con aneddoti significativi e persino esilaranti: “Il gol che ricordo con maggiore affetto è quello che ho segnato a San Siro contro il Milan, perché proprio due giorni prima, il venerdì sera, era nato il mio primo figlio. Perdemmo 3-2 contro i rossoneri, che all’epoca lottavano insieme a noi per non retrocedere. L’altro gol che ho segnato in Serie A fu quello del momentaneo pareggio a Torino contro i granata, che all’epoca lottavano fianco a fianco con la Juventus per lo scudetto e infatti perdemmo 3-1. Un altro gol spettacolare lo segnai, dalla distanza e al volo, in casa contro la Pistoiese nella stagione successiva in Serie B. Finì 4-2 per noi.  Il portiere dei toscani era Lido Vieri, già grande portiere dell’Inter. E anche a Marassi contro il Genoa feci un bel gol, nel mio primo campionato a Catanzaro. Vincemmo 1-0 e battei il mio amico portiere Sergio Girardi, col quale avevo giocato a Palermo in Serie B, battendolo sul palo opposto a quello che lui aveva “battezzato”. A fine partita andai da lui e gli dissi: “Mi hai fatto fare bella figura”. E lui rispose: “Anche tu a me, proprio una bella figura di m….”. Di quella partita a Genova rimase famosa un’immagine, ripresa dal basso (e che purtroppo non siamo riusciti a ritrovare per l’occasione) in cui si vede il bomber genoano Roberto Pruzzo praticamente “impigliato” nella difesa disposta “a ventaglio” dei giallorossi. Un bella partita di tutta la squadra, oltre che di Alberto Arbitrio.  

Prima di arrivare a Catanzaro, Alberto Arbitrio debutta a 18 anni nel Marsala. Poi passa per due stagioni al Palermo, in B. Seguono due campionati alla Turris in C (il secondo con 16 gol segnati). Arriva poi a Catanzaro e dopo passa di nuovo alla Turris, per concludere con Nocerina e Afragolese. Una carriera che lo ha soddisfatto, o è mancato qualcosa? “Un rammarico c’è ed è quello di aver rifiutato delle proposte di squadre importanti, subito dopo il Catanzaro, per stare vicino a mia moglie che insegnava qui a Napoli”.

E i giallorossi, li segue ancora? “Certo, e ho sofferto molto negli anni della C/2 quando c’era il mio amico ed ex compagno di squadra Gianni Improta come direttore sportivo. Mi auguro che ci siano una squadra forte e una società forte perché il Catanzaro merita perlomeno la Serie B”. 

AURELIO FULCINITI

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