Nel panorama professionale odierno, lavorare con i creativi è una delle sfide più affascinanti ma anche più complesse per il mondo giuridico. A raccontarlo con efficacia è Stefania Gallo, fondatrice di Fashion Law Italia, che in un recente post ha tracciato un ritratto vivido delle dinamiche tra diritto e creatività, sottolineando come la relazione tra queste due dimensioni non debba essere conflittuale, ma complementare.
Secondo Gallo, i creativi non seguono processi lineari né accettano facilmente un “no” come risposta definitiva. Non si muovono con le logiche delle scadenze classiche e spesso vivono la propria attività professionale con un’intensità che travalica le regole convenzionali. Ma è proprio in questa apparente difficoltà che si cela un’opportunità: se si impara ad ascoltarli, si può aprire un dialogo autentico tra visione artistica e rigore normativo.
“Diritto e intuito. Forma e libertà.” È così che Stefania Gallo sintetizza il suo approccio: imparare a utilizzare il diritto come strumento, mai come limite. L’obiettivo non è incanalare la creatività in binari rigidi, ma costruire insieme ai professionisti creativi soluzioni legali su misura, capaci di tutelare l’idea senza snaturarla.
L’elenco dei soggetti coinvolti è vastissimo: designer, stilisti, direttori creativi, registi, youtuber, compositori, pittori, curatori, sviluppatori di app, fotografi freelance, scrittori, sceneggiatori, attori, performer. In tutti questi ambiti, il diritto può – e deve – essere una guida, un alleato, un mezzo per rafforzare l’identità professionale.
Il post di Fashion Law Italia sottolinea con forza come il lavoro legale con i creativi richieda flessibilità, ascolto e visione. Non è un esercizio di controllo, ma un lavoro di collaborazione: i creativi ragionano fuori dalle geometrie comuni, pongono domande nuove e inaspettate, trasformano ogni vincolo in una sfida. Ed è proprio lì che il giurista deve saper rispondere con competenza e sensibilità, tracciando confini che non frenino l’intuito ma lo accompagnino.
In un’epoca in cui il capitale creativo è tra le risorse più preziose, imparare a proteggerlo con precisione giuridica è una necessità. Non solo per garantire diritti e riconoscimenti, ma per dare forma concreta all’identità e alla visione di chi crea.