L’ospite è di quelli che parlano senza girarci intorno. Leone Luca Noto, vicepresidente dell’US Catanzaro e figlio del presidente Floriano Noto, si è raccontato a Ciak&Goal su Radio Ciak, trasmissione condotta dal nostro Lorenzo Fazio, alla vigilia della sfida con la Carrarese. Più di un’ora di radio che ha messo in fila obiettivi, linee guida e qualche retroscena capace di illuminare il percorso giallorosso: dal mercato “di opportunità” all’orizzonte delle strutture, dalla filosofia sui giovani fino al ricordo del ritorno di Pietro Iemmello, uno di quei momenti che restano nella memoria collettiva. Il tono è franco, lo sguardo è ambizioso ma ancorato alla sostenibilità: “Il sogno di tutti è la Serie A. Ma il sogno si deve scontrare con la realtà di un calcio che oggi misura le forze anche con società dotate di fondi e budget molto più grandi”.


Carrarese, tre punti nel mirino: “Sarà complessa, ma sappiamo cosa vogliamo”
Il primo pensiero va al campo. La Carrarese arriva al “Ceravolo” da squadra solida, con un’identità definita e il passo da seconda stagione in Serie B. Per Noto non ci sono giri di parole: “Sarà una partita senza dubbio complessa. Il nostro obiettivo sono i tre punti, come vogliono tutti i tifosi”. La lucidità del dirigente è la stessa di chi vive la gara “di pancia”: “Dal punto di vista della partita in sé la vivo malissimo, come se andassi io in campo. Alla fine torno sempre sudato a casa, avverto grande tensione”. È la misura della partecipazione, ma anche della responsabilità: “Veniamo da tre anni positivi, però non dimentichiamoci il passato. Io sono tornato qui dopo il primo anno di presidenza con il 14° posto in C. Il tifoso si aspetta sempre il massimo ed è stato brutto quando i risultati non arrivavano. Ma quale pazzo di presidente non avrebbe voluto salire di categoria?”.
Mercato, realismo e opportunità: “Non è che non vogliamo spendere. Ma certi profili aspettano chi spende tanto”
C’è un punto che Noto vuole chiarire. Non è questione di volontà, è questione di contesto: “Sono soddisfatto. È stato un mercato complesso per la realtà nostra. In A e in B ci sono proprietà piene di disponibilità economiche. I calciatori più richiesti aspettano sempre prima di valutare Catanzaro, non perché sia meno rispetto ad altro, ma perché puntano a squadre che spendono tanto. Il tifoso può pensare: ‘la società non vuole spendere’, ma non è così”. La traiettoria degli ultimi giorni di trattative parla chiaro: “Abbiamo cercato le opportunità a fine mercato e siamo soddisfatti di aver portato giocatori come Federico Di Francesco e Rémi Oudin”.
Nessuna rincorsa “di pancia” al nome a effetto: “Non c’è mai stato un giocatore che volevo a tutti i costi. Quando si ragiona da tifosi è diverso, ma se uno viene controvoglia è meglio lasciare stare. In passato forse abbiamo anche forzato la mano. Oggi, tutti i desideri si sono avverati dentro un progetto coerente; certo, col senno di poi ci sono profili che avresti voluto, ma la linea non cambia”.
Pesare le scelte, tenere l’identità: il ritorno di Iemmello e la cultura del “tempo giusto”
Il racconto che Noto sceglie per spiegare cosa significhi “tenere la barra dritta” è uno di quelli che toccano il cuore giallorosso: “Il ritorno di Iemmello a gennaio 2022 è stato bellissimo. Situazioni che nascono e non si sa come. Io e lui siamo coetanei, abbiamo giocato contro da giovani: era fortissimo. Un amico mi passa il numero per un favore, ci sentiamo e finisce lì. Poi, attorno all’Epifania del 2022, apro il giornale e leggo ‘Iemmello vicino all’Avellino’. All’epoca c’era il dg Foresti: gli porto l’articolo perché mi sembrava strano andasse in C. Gli dico: ‘Serie C per Serie C, portiamolo a Catanzaro’. Lui fa tante chiamate, e da lì è nato tutto”. Il resto è una sceneggiatura perfetta: l’incontro in sede “con suo padre”, una cena con Foresti e l’allora ds Alfio Pelliccioni, la scelta del numero: “Mi scrive per la maglia e gli dico: ‘Prendi la 90, la paura’, perché la 9 e la 99 erano occupate. Poi l’infortunio ad Andria e il timore che tutto si complicasse. E’ stata una trattativa simpatica, capitata perché quel giorno lessi la rassegna stampa… cosa che non faccio sempre”.
Dentro questa fotografia c’è anche una regola d’ingaggio valida ancora oggi: “Ricordo il secondo anno di Auteri: prendemmo dal Monopoli Magni, veniva da due stagioni ottime. Qui fece zero gol. Il calcio è anche questo: contesto e tempi giusti”.
Sogni, sostenibilità e orizzonte ventennale: “Meglio una B stabile che una comparsa in A a qualsiasi costo”
La visione è netta: “Il sogno è la Serie A. Sognare non costa nulla. Ma il sogno si deve scontrare con la realtà. Ci misuriamo con società che possono perdere 30 milioni l’anno senza tremare. Noi no. Se fate il fatturato dell’AZ è oltre il 2% del PIL della Calabria: non possiamo mettere a rischio 2.000 posti di lavoro per fare la società che si schianta sui conti”. L’obiettivo è ambizioso ma ragionato: “Io preferirei fare 20 anni di Serie B ed essere stabili nella categoria superiore piuttosto che fare la comparsa. Poi, le stagioni positivissime capitano – vedi Crotone qualche anno fa – e dobbiamo farci trovare pronti. Ma non snaturando chi siamo”.
Giovani e filiera: Primavera 2, alloggi, esempi concreti. “Se uno è forte, è forte sempre”
La soddisfazione per la Primavera è palpabile: “Sta andando bene: ha vinto a Venezia e a Cittadella, dopo la promozione in Primavera 2. Arditi è in prima squadra, Maiolo lo abbiamo mandato a farsi le ossa in C. Se un giocatore è forte, è forte sempre, ma se giochi in Primavera 3 e ti alzi subito di livello è difficile. In Primavera 2 trovi squadre più strutturate e cresci davvero”. Non è solo campo: “Abbiamo anche un dormitorio: è importante per far arrivare giovani e metterli nelle condizioni di studiare, allenarsi, vivere bene. Gli addetti ai lavori ci guardano come società seria che punta sui giovani”. Il cammino non è uguale per tutti: “Ci sono giocatori che esplodono più tardi. Schimmenti si è fatto la sua strada in C con il Potenza, Megna in D. Fisicamente la differenza con i grandi è abissale: serve tempo”.
Strutture e guida tecnica: “Si muovono cose, a breve sviluppi. Con Aquilani qualità e pragmatismo”
Un accenno che vale più di un indizio: “Sul centro sportivo non voglio svelare nulla, ma si stanno muovendo tante cose. Ci saranno sviluppi a breve”. Sul piano tecnico, Noto riannoda il filo degli ultimi tre anni: “Secondo me più di 3-4 anni un giocatore non deve stare nella stessa piazza. Se un attaccante o un difensore fa una stagione importantissima e ha una certa età, ci sono due strade: rinnovo o offerte altissime (anche da categorie inferiori). Noi non tratteniamo nessuno, soprattutto dopo i trent’anni: è una questione di ambizione e stimoli. Con Vivarini abbiamo vinto la C; poi lui voleva vincere la B entro un anno e noi non potevamo garantirlo. Caserta è stata la prima scelta per il secondo anno in B, una certezza. Poi le idee di gioco non combaciavano e ci siamo lasciati serenamente. Con Aquilani abbiamo trovato qualità di gioco e pragmatismo: a Pisa partì prendendo tanti gol, qui è partito bene. È giovane, voglioso, umile, circondato da uno staff importante”.
La rotta è tracciata
Nel racconto di Leone Luca Noto c’è l’ossatura di un club che ha scelto la coerenza come bussola: sostenibilità, opportunità, crescita dei giovani, investimenti misurati e scelte tecniche allineate a un’identità precisa. La Carrarese è il prossimo esame, i tre punti l’obiettivo dichiarato. Ma il cuore del discorso sta nel come: rispettando i vincoli del territorio, senza promesse facili, con l’idea che un Catanzaro competitivo e stabile valga più di qualsiasi fuga in avanti. Il resto lo farà il Ceravolo, quel giorno-partita che somiglia a una dichiarazione d’amore collettiva. E che, parole sue, fa sudare anche chi il campo lo guarda dalla tribuna.
