Dopo il derby tra Locri e Reggina, il comunicato ufficiale del club di casa chiarisce la posizione della società sulle polemiche innescate dal tifo locale
Un derby dal retrogusto amaro. La 32ª giornata del campionato di Serie D – Girone I ha visto affrontarsi Locri e Reggina in una sfida dal forte significato sportivo e territoriale, finita sul campo con la vittoria degli amaranto per 3-2. Ma non è solo il risultato a far parlare: a tenere banco, il comportamento della tifoseria di casa, che ha esposto sciarpe del Catanzaro e uno striscione provocatorio con la scritta “Locri provincia di Catanzaro”, gesto che ha infiammato il dibattito tra i tifosi e nell’ambiente sportivo calabrese.
A seguito delle tensioni e delle polemiche seguite alla gara, l’A.C. Locri 1909 ha diffuso un comunicato stampa ufficiale, firmato dal presidente Cesare Polifroni, per prendere nettamente le distanze da ogni manifestazione che possa offendere, dividere o danneggiare i rapporti istituzionali e sportivi, in particolare con la Reggina.
Una presa di posizione netta: “Non rappresentiamo pensieri divisivi”
“La nostra società – si legge nella nota – non rappresenta, né intende rappresentare, il pensiero o la posizione di frange del tifo, sia locale che ospite, che possano risultare divisive, offensive o lesive del rispetto reciproco”. Il club ribadisce con fermezza i propri valori fondanti, tra cui il rispetto, l’accoglienza e la lealtà sportiva, prendendo le distanze da qualsiasi comportamento che non sia in linea con la filosofia dell’A.C. Locri 1909.
Il comunicato chiarisce che l’intera comunità locrese non può essere identificata con gesti o dichiarazioni di singoli tifosi, per quanto eclatanti. La società ha voluto sottolineare la propria correttezza organizzativa e l’impegno nel garantire una accoglienza impeccabile alla delegazione reggina, composta da dirigenti, staff, squadra e giornalisti.
L’affondo del presidente Polifroni: “Locri non merita offese né insulti”
Attraverso le parole del presidente Polifroni, la società afferma: “Locri è stata, è e sarà sempre una colonna portante della Magna Grecia e della provincia di Reggio Calabria, profondamente consapevole delle proprie origini”. Una frase che suona come risposta diretta allo striscione provocatorio che ha fatto il giro del web e che, in parte, ha messo in ombra la sfida sul campo.
Il club condanna fermamente ogni forma di violenza, fisica o verbale, ribadendo che il calcio deve essere uno spazio di competizione leale, “non di divisione e odio”. Parole che mirano a riportare il dibattito su un piano più alto, lontano dalle provocazioni e dai toni accesi che, negli ultimi giorni, hanno animato la scena.
L’episodio che ha fatto esplodere la polemica
Tutto è nato durante il match disputato allo stadio “Giuseppe Raffaele Macrì”, quando un gruppo di tifosi del Locri ha esposto sciarpe del Catanzaro e intonato cori a favore della squadra giallorossa, storica rivale della Reggina. Un gesto provocatorio, se si considera che Locri fa parte della provincia di Reggio Calabria, e che il legame tra Locri e il Catanzaro è una storica amicizia tra tifoserie, che tuttavia non è ben vista in riva allo Stretto.
Lo striscione “LOCRI CZ” è diventato virale, alimentando un’ondata di critiche e prese di posizione sui social, dove non sono mancate parole dure nei confronti dell’intera cittadina locrese. Di qui la necessità, da parte della società, di un chiarimento pubblico.
I rapporti tra Locri e Reggina: rispetto istituzionale nonostante la rivalità
Nel comunicato si fa riferimento a un clima di amicizia e rispetto che intercorre tra le due società. Il Locri ha voluto sottolineare che l’ospitalità è stata garantita in ogni aspetto, mantenendo rapporti cordiali con la dirigenza reggina. Un passaggio importante per ribadire che, al di là delle rivalità sportive o delle simpatie individuali dei tifosi, le società devono restare al di sopra delle parti, favorendo un ambiente sano e rispettoso.
Il valore educativo del calcio e il richiamo ai principi sportivi
“Ribadiamo il nostro impegno per un calcio sano, rispettoso e inclusivo – prosegue il comunicato – e continueremo a lavorare affinché i valori dello sport siano sempre al centro di ogni manifestazione”.
In un momento storico in cui il calcio rischia spesso di essere strumentalizzato per fini non sportivi, il richiamo ai principi educativi e civici è quanto mai necessario. Il Locri, con questa nota, vuole lanciare un messaggio chiaro: non tollererà derive identitarie che snaturano il senso di appartenenza territoriale e sportiva.
Un gesto che divide: tra provocazione e libertà di espressione
L’episodio ha scatenato anche un dibattito tra tifosi, non solo reggini. C’è chi ha letto l’iniziativa dei supporter locresi come una semplice provocazione da derby, legittima espressione di libertà del tifo. Altri, invece, sottolineano come certi gesti possano minare l’unità del territorio e generare divisioni dannose.
Anche all’interno della tifoseria giallorossa si è aperto un dibattito: solidarietà verso i locresi che hanno mostrato i colori del Catanzaro o prudente distanza da gesti che rischiano di alimentare polemiche?
La presa di posizione dell’A.C. Locri 1909 è un segnale importante. In un calcio moderno sempre più attento alla reputazione e alla comunicazione, è fondamentale che le società sappiano tutelare la propria immagine e quella delle comunità che rappresentano.
Il Locri lo ha fatto con un comunicato sobrio ma deciso, che non lascia spazio a fraintendimenti. Ha chiarito che le posizioni delle frange più rumorose del tifo non riflettono l’identità del club e ha ribadito il valore del rispetto reciproco come fondamento di ogni competizione sportiva.
Ora la palla passa alle tifoserie, chiamate a riflettere sul ruolo che vogliono avere: strumento di passione e appartenenza, o detonatore di tensioni e polemiche?