Secondo quanto riportato da Gianluca Di Marzio, il club blucerchiato aveva contattato l’ex ct azzurro per un clamoroso ritorno, ma la risposta è stata negativa. Ora Iachini in pole
Una panchina che scotta, un amore mai spento
È stato un tentativo tanto suggestivo quanto disperato. Di quelli che nascono più dal cuore che dalla ragione. La Sampdoria, travolta da una crisi tecnica e ambientale senza precedenti, ha provato a convincere Roberto Mancini a tornare a casa, in quel luogo dove tutto era cominciato. Un ritorno romantico, sognato dai tifosi, ma anche pensato dalla dirigenza. A rivelarlo è stato Gianluca Di Marzio, esperto di mercato di Sky Sport, che ha raccontato come il presidente Matteo Manfredi abbia contattato direttamente l’ex ct della Nazionale nel tentativo di affidargli la guida tecnica della squadra.
Un’idea che inizialmente sembrava solo una provocazione nata in una chat tra gli eroi dello scudetto del 1991, e che invece aveva preso corpo nelle ultime ore. Tanto che Mancini, uomo simbolo della storia blucerchiata, ci ha davvero pensato. Ma alla fine ha scelto di declinare. Con amarezza, ma anche con lucidità.
L’ultima speranza, sfumata
Dopo la sconfitta di sabato contro lo Spezia (2-0), la Samp è sprofondata al terzultimo posto in classifica, a pari punti con la Reggiana e in piena zona retrocessione diretta. Una situazione drammatica, che ha convinto la società a voltare pagina per la terza volta in stagione: dopo gli addii di Andrea Pirlo e Andrea Sottil, anche Leonardo Semplici è destinato a lasciare il timone.
A quel punto, la dirigenza ha pensato al nome più iconico e legato alla storia del club. Un uomo che conosce Marassi, che conosce la maglia e che avrebbe avuto l’ascendente necessario per unire ambiente e squadra. Il sogno si chiamava Roberto Mancini.
La risposta dell’ex ct
Secondo quanto ricostruito da Di Marzio, Mancini ha ascoltato la proposta con attenzione e rispetto, mosso da un profondo affetto verso la Sampdoria e i suoi tifosi. La tentazione c’è stata. “Sarebbe stata una questione di cuore”, scrive il giornalista sul proprio sito, sottolineando come il Mancio abbia realmente valutato di mettersi a disposizione in questo momento delicatissimo.
Ma alla fine ha prevalso un altro tipo di razionalità. Il momento dopo l’addio alla nazionale dell’Arabia Saudita, e forse anche la consapevolezza dei limiti strutturali di questa Sampdoria hanno convinto l’ex ct azzurro a fare un passo indietro.
Un rifiuto che non cancella il legame con Genova, ma che obbliga la società a cercare altrove il salvatore della stagione.
Beppe Iachini in pole
Con Mancini fuori dai giochi, il favorito per la panchina blucerchiata diventa ora Beppe Iachini, altro ex molto apprezzato dalla tifoseria. Il tecnico marchigiano ha già lavorato con il direttore sportivo Accardi, elemento che potrebbe facilitare il suo insediamento. Iachini porta con sé esperienza, conoscenza della categoria e un profilo pragmatico, adatto a una rincorsa salvezza disperata ma ancora possibile.
L’obiettivo è chiaro: ridare certezze a una squadra che ha smarrito ogni riferimento, e provare a risalire almeno fino al quartultimo posto che garantirebbe i playout. Il tempo stringe, ma sei giornate da giocare non sono poche. Serve una scossa immediata, e la panchina deve tornare a essere un punto fermo, non un campo minato.
Sampdoria, il tempo delle scelte
Il no di Mancini chiude la porta a un ritorno da favola, ma riapre il dibattito sulla governance tecnica della Sampdoria, sempre più fragile e sotto pressione. Tre allenatori cambiati, una classifica che fa paura, una tifoseria che continua a sostenere ma chiede risposte. Il momento è delicatissimo, e ogni scelta pesa il doppio.
La società è chiamata a prendere decisioni rapide e coerenti, abbandonando definitivamente l’approccio emergenziale che ha segnato tutta la stagione. Con Iachini (o chi per lui), dovrà essere varato un piano chiaro: ricompattare il gruppo, recuperare solidità e capitalizzare al massimo ogni punto disponibile.
Il ritorno mancato di un simbolo
Roberto Mancini ha detto no. Ma il solo fatto che si sia pensato seriamente a lui, e che lui stesso abbia riflettuto, racconta molto della gravità della situazione e dell’amore eterno tra il “Mancio” e la Samp. Un amore che oggi non si tradurrà in un ritorno in panchina, ma che resta inciso nella storia del club.
Ora il tempo dei sentimenti lascia spazio a quello delle azioni. La Sampdoria deve salvarsi. E deve farlo subito.