La decisione del Collegio di Garanzia del CONI di confermare la sconfitta a tavolino per il Cittadella contro il Pisa ha aperto un acceso dibattito nel mondo del calcio italiano. A margine della sentenza, Stefano Marchetti, direttore generale del Cittadella, ha rilasciato dichiarazioni dure e sentite a Trivenetogoal, criticando aspramente il comportamento del presidente del Pisa, Giuseppe Corrado. Un attacco che mette in luce le tensioni e i contrasti tra due visioni opposte del calcio: quella del campo e quella delle aule di tribunale.
La vicenda: una sentenza che fa discutere
La partita tra Pisa e Cittadella, disputata il 16 settembre 2023 e terminata con la vittoria sul campo del Pisa per 2-0, è stata successivamente annullata a seguito di un ricorso presentato dal club toscano. La motivazione? Un’irregolarità formale nella distinta dei convocati del Cittadella, in cui un giocatore non era stato inserito correttamente. Il Giudice Sportivo aveva già deliberato la sconfitta a tavolino per 3-0, e la decisione è stata confermata dal CONI, nonostante il Cittadella avesse tentato di far valere le proprie ragioni.
L’attacco di Marchetti: “Corrado antisportivo ai massimi livelli”
Pur accettando formalmente la sentenza, Stefano Marchetti non ha nascosto il suo disappunto, puntando il dito contro Giuseppe Corrado, presidente del Pisa, definendolo “antisportivo a livelli mai visti”.
“Accetto la sentenza, perché le regole vanno rispettate, ma non posso accettare l’antisportività dimostrata dal presidente Corrado. Mi ha ferito moltissimo e trovo inaccettabile che un presidente, che dovrebbe essere un rappresentante in Lega, agisca in questo modo.”
Marchetti ha ribadito che il calcio, per sua natura, dovrebbe essere deciso sul campo e non attraverso le “carte bollate”. Le sue parole evidenziano una profonda delusione non solo per l’esito della vicenda, ma anche per il comportamento che ritiene non in linea con i valori sportivi.
Un modello controcorrente: l’identità del Cittadella
Il DG del Cittadella ha voluto sottolineare l’integrità e la reputazione della sua società, un club che negli anni si è distinto per una gestione virtuosa e per il rispetto delle regole:
“La storia del Cittadella parla chiaro. Siamo stati equiparati a società che fanno giocare atleti squalificati o dopati, quando la realtà è ben diversa. Abbiamo commesso un errore formale, ma ciò non toglie che le partite vadano giocate in campo.”
Marchetti ha rimarcato come il Cittadella rappresenti un esempio di calcio autentico, lontano dalle logiche di potere e politica che, a suo dire, stanno soffocando la vera essenza dello sport.
Un calcio deciso in aula: il dibattito sull’etica sportiva
La vicenda Cittadella-Pisa riaccende il dibattito sull’eccessivo ricorso a decisioni prese fuori dal rettangolo di gioco. Le dichiarazioni di Marchetti toccano un tema sensibile per il calcio moderno: quanto contano ancora i risultati ottenuti sul campo rispetto alle dinamiche burocratiche e legali?
La questione, infatti, non riguarda solo il caso specifico, ma mette in discussione un sistema in cui gli errori formali, seppur minimi, possono ribaltare il verdetto di una partita. “Vincere con le carte bollate non è sportivo,” ha dichiarato Marchetti, lanciando un chiaro messaggio non solo al Pisa, ma all’intero movimento calcistico.
Il peso psicologico sulla squadra
Marchetti non ha nascosto le difficoltà che questa situazione ha generato sul piano mentale per i giocatori e l’ambiente del Cittadella. Con un avvio di stagione già complicato, l’episodio legato alla sconfitta a tavolino ha aggiunto ulteriore pressione su una squadra che sta lottando per ritrovare continuità.
“Non è facile affrontare un momento del genere. A livello mentale pesa molto, ma dobbiamo reagire e invertire la rotta. Spero che gli infortuni siano finalmente alle spalle, perché con tutta la rosa a disposizione possiamo giocarci le nostre carte.”
Le parole del DG suonano come un appello alla squadra, chiamata a rispondere sul campo per dimostrare che il Cittadella, nonostante tutto, resta una realtà capace di competere.
Il futuro del Cittadella: una riflessione personale
Marchetti ha concluso il suo intervento con una nota personale, lasciando intendere che questa vicenda potrebbe indurlo a riflettere sul suo futuro nel calcio:
“Questa è la pagina più triste della mia carriera. Mi fa pensare molto e riflettere su questo modo di vivere il calcio, che non mi piace. Io sono abituato al calcio giocato, non alla politica del calcio.”
Parole che fanno trasparire una profonda amarezza, ma anche la volontà di rimanere fedele ai propri principi e al modello di gestione che ha reso il Cittadella un esempio virtuoso.
Un calcio da ritrovare
La vicenda Cittadella-Pisa, al di là del caso specifico, evidenzia una questione più ampia: il ruolo della sportività e dell’etica nel calcio moderno. Le parole di Marchetti riguardanti Corrado sono un richiamo a riflettere su come il calcio stia cambiando e su quanto sia importante mantenere il focus sul gioco e sui valori che lo rendono unico.
Per il Cittadella, il percorso continua, con la speranza che le difficoltà possano essere superate sul campo. Ma il messaggio lanciato dal DG veneto va oltre i confini di questa vicenda: il calcio deve tornare a essere prima di tutto uno sport, dove a vincere è chi lotta e merita, non chi sfrutta errori burocratici o cavilli legali.