La settimana che porta all’esordio in Serie B si aprirà con un nome che scalda l’agenda di Ciro Polito: Alessandro Bianco. Il centrocampista classe 2002, cartellino della Fiorentina, è – da tempo – uno dei profili più graditi per colmare il vuoto lasciato dall’infortunio di Marco Pompetti. Il Corriere dello Sport conferma che il club viola ha aperto alla formula del prestito e che il giocatore resta al centro dei discorsi di mercato: la preferenza del ragazzo, però, sarebbe quella di restare in Serie A, dopo la stagione vissuta al Monza. Il Catanzaro è pronto a insistere per convincerlo del progetto tecnico di Alberto Aquilani, suo ex allenatore nel vivaio viola.
Profilo tecnico: perché Bianco è “plug-and-play” per il Catanzaro di Aquilani
Bianco è un centrocampista moderno, capace di interpretare più ruoli: regista basso, mezzala d’equilibrio, interno di pressione. Aggressività senza palla, letture preventive e primo passaggio pulito sono le sue cifre. Nel 2024/25, con il Monza, ha firmato 34 presenze e 1 gol in massima serie: minutaggio e ritmo top-tier che pesano nel bagaglio di un ventiduenne. In una squadra di Aquilani che alterna 4-2-3-1 e 3-4-2-1, Bianco si inserirebbe subito come alternativa a Pompetti nel doppio mediano oppure da mezzala “ibrida” capace di alzare il contro-pressing e di alzare la qualità della prima costruzione. Il precedente comune con Aquilani, ai tempi della Primavera della Fiorentina, garantisce un linguaggio tattico condiviso.
Stato della trattativa: apertura viola, la scelta del ragazzo fa la differenza
Dalla Toscana filtra una posizione chiara: la Fiorentina non considera Bianco centrale nei piani immediati e valuta una nuova uscita in prestito, o a titolo definitivo con una percentuale sulla rivendita. È lo scenario che tiene in corsa il Catanzaro, consapevole della concorrenza e della volontà del giocatore di restare eventualmente in A, “attendendo la chiamata giusta”. Le ultime ricostruzioni evidenziano come il club giallorosso sia fra le società più concrete con un progetto tecnico definito e spazio vero in mezzo al campo. Tempistiche e gerarchie potrebbero sbloccarsi anche nelle ore finali di mercato.
Cosa guadagnerebbe il Catanzaro (e cosa guadagnerebbe Bianco)
Per le Aquile significherebbe aggiungere gamba, intensità e ordine a un reparto che, senza Pompetti, ha bisogno di un profilo in grado di accendere l’uscita dal basso e dare verticalità immediata. Per Bianco sarebbe l’opportunità di una centralità tecnica difficilmente replicabile altrove: minuti da titolare, responsabilità nel cuore del progetto e un contesto che valorizza i giovani senza bruciarli. In più, la guida di Aquilani—che lo conosce e lo stima—ridurrebbe drasticamente i tempi di adattamento.
Gli incastri tattici: dal set-piece al contro-pressing
Con Bianco accanto a Petriccione (o in sua vece), il Catanzaro alzerebbe la riaggressione immediata sulle seconde palle e guadagnerebbe un piede educato sui palloni da fermo corti: rimesse giocate, corner a due, punizioni indirette. La sua presenza aiuterebbe anche a schermare la zona centrale davanti alla difesa, liberando gli esterni (da Frosinini a Di Chiara/Favasuli) per spingere con più continuità.
La concorrenza e l’alternativa interna
Il mercato propone soluzioni parallele (profili “box-to-box” e mediani più fisici), ma Bianco offre il miglior compromesso tra qualità e conoscenza dell’idea di gioco dell’allenatore. In rosa restano opzioni adattabili, ma nessuna con la stessa completezza nelle due fasi. Ecco perché, nel taccuino giallorosso, il suo nome resta cerchiato in rosso.
In una Serie B che si annuncia tecnica e intensa, un innesto come Alessandro Bianco può spostare la barra dell’equilibrio. Il Catanzaro lo sa e sta provando a trasformare un’opportunità in un vantaggio competitivo. La palla, adesso, è tra Firenze e la scelta del calciatore: progetto, minutaggio, prospettiva. Tutto quello che, spesso, vale quanto una firma.