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sabato 25 Ottobre 2025

Monte ingaggi Serie B: il Monza domina a 29 milioni, Catanzaro a metà classifica

La Serie B ha aperto i conti e messo sul tavolo i numeri che pesano quanto i punti in classifica. La Gazzetta dello Sport nell’edizione di oggi ha pubblicato i dati ufficiali relativi al monte ingaggi delle venti squadre del campionato cadetto per la stagione 2025-26, certificando una spesa complessiva di 259.884.828 euro destinati esclusivamente agli stipendi dei calciatori. Una cifra che racconta ambizioni, progetti e, inevitabilmente, anche le contraddizioni di un torneo dove il denaro non sempre garantisce risultati sul campo.​

Rispetto alla scorsa stagione, il dato complessivo registra una variazione minima: appena 11.620 euro in meno, testimonianza di un sistema che resta sotto pressione economica ma che non rinuncia a investire sulla qualità delle rose. In questo panorama, il Catanzaro si posiziona all’undicesimo posto con 10.125.087 euro lordi destinati agli stipendi dei giocatori, una cifra che colloca i giallorossi a metà classifica e riflette la strategia di sostenibilità finanziaria portata avanti dalla società presieduta da Floriano Noto.​

Il dominio delle retrocesse

Al vertice della graduatoria si erge il Monza, retrocesso dalla Serie A e fresco di cambio di proprietà nelle ultime settimane, con un imponente 28.982.754 euro di monte ingaggi. I brianzoli mantengono una struttura da categoria superiore, elemento che li rende la squadra più attrezzata almeno sulla carta per tornare immediatamente nella massima serie. Subito dietro, con investimenti superiori ai 20 milioni, troviamo il Palermo (25.592.136 euro) e il Venezia (23.908.997 euro), entrambe società con progetti ambiziosi e piani di risalita ben definiti.​

La zona alta della classifica stipendi rivela una particolarità: la presenza di club in evidente difficoltà sportiva nonostante budget elevati. Sampdoria e Spezia, con rispettivamente 21.852.065 e 21.117.839 euro, occupano posizioni di tutto rispetto nella graduatoria economica ma attraversano una stagione complicata, con i blucerchiati già costretti al cambio di allenatore dopo appena otto giornate. Completano il quadro delle big spendaccione Empoli (16.196.962 euro) e Avellino (13.653.617 euro), quest’ultimo dato sorprendente per una neopromossa dalla Serie C.​

Monte ingaggi Serie B: Il Catanzaro nella terra di mezzo

Con poco più di 10 milioni di euro, 3 in più rispetto alla stagione passata, il Catanzaro si colloca in una fascia intermedia della graduatoria, superato di pochissimo dal Bari (decimo con 10.267.869 euro) e distante dal Cesena (nono con 10.356.445 euro). Questa posizione rispecchia un approccio equilibrato da parte della dirigenza giallorossa, che sotto la guida tecnica di Alberto Aquilani sta cercando di costruire un progetto sostenibile senza esporsi a rischi economici eccessivi. L’investimento del club calabrese appare coerente con l’obiettivo di consolidare la categoria e disputare un campionato dignitoso, lontano dalle zone calde della classifica.​

I giallorossi si inseriscono in un gruppo di squadre che puntano sulla valorizzazione dei giovani e sulla gestione oculata delle risorse, distanziandosi dalle logiche dei grandi investimenti che caratterizzano le società retrocesse dalla Serie A. La strategia appare chiara: costruire un’identità di gioco solida, affidarsi a un allenatore che crede nel lavoro quotidiano e nella crescita graduale, senza inseguire promesse di gloria immediata che potrebbero rivelarsi pericolose trappole finanziarie.​

Le virtuose della cadetteria

Nella parte bassa della classifica stipendi si annidano le sorprese e le virtuose del campionato. La Juve Stabia con 8.445.259 euro, la Carrarese (8.309.396 euro) e la Reggiana (8.035.027 euro) dimostrano che è possibile competere in Serie B anche con budget contenuti. Ancora più impressionante la gestione di club come Mantova (7.636.650 euro), Virtus Entella (6.422.201 euro), Padova (6.391.590 euro) e Südtirol (6.207.617 euro), che con risorse limitate cercano di mantenere la categoria attraverso organizzazione tattica e senso di appartenenza.​

In fondo alla graduatoria si posiziona il Pescara con appena 5.647.043 euro, meno di un quinto rispetto al budget del Monza capolista. Un divario che fotografa le differenze abissali tra chi può permettersi campioni affermati e chi deve inventarsi soluzioni creative per sopravvivere nel campionato più equilibrato e imprevedibile del calcio italiano.​

Il paradosso degli investimenti

I numeri certificati dalla Gazzetta dello Sport svelano un paradosso che accompagna da sempre la Serie B: la spesa per gli stipendi non garantisce automaticamente il successo. La Sampdoria, con oltre 21 milioni di monte ingaggi, ha già cambiato guida tecnica ed è lontanissima dalle posizioni di vertice. L’Avellino, settimo per investimenti con quasi 14 milioni, è in linea. Al contrario, squadre con budget più contenuti come la Juve Stabia riescono a esprimere un calcio propositivo e a conquistare risultati superiori alle aspettative.​

Per il Catanzaro, questo scenario rappresenta sia un’opportunità che una responsabilità. Con 10,1 milioni di euro investiti, i giallorossi dispongono di una rosa qualitativamente dignitosa, capace di competere con la maggior parte degli avversari. La sfida per la società e per mister Aquilani sarà quella di massimizzare il rendimento del gruppo, valorizzando ogni singolo elemento e costruendo un’identità collettiva che possa compensare eventuali lacune individuali rispetto alle corazzate del campionato.​

Prospettive e sostenibilità

Il dato sul monte ingaggi complessivo della Serie B – sostanzialmente stabile rispetto alla scorsa stagione – testimonia un sistema che cerca un equilibrio tra competitività sportiva e sostenibilità economica. Le riforme degli ultimi anni e i controlli sempre più stringenti della Covisoc hanno imposto alle società maggiore prudenza nella gestione finanziaria, evitando gli eccessi che in passato hanno portato al fallimento di club storici.​

In questo contesto, la posizione del Catanzaro all’undicesimo posto appare ragionevole e funzionale agli obiettivi dichiarati. La società calabrese ha scelto una strada di mezzo, lontana dagli azzardi ma anche dalle ristrettezze estreme, puntando su un progetto tecnico solido e su una gestione oculata delle risorse. Il confronto con il Palermo, prossimo avversario al Ceravolo sabato 25 ottobre, sarà emblematico: i rosanero portano in campo oltre 25 milioni di monte ingaggi contro i 10 dei giallorossi, ma il calcio ha dimostrato più volte che i bilanci si vincono negli uffici amministrativi, mentre le partite si decidono sul rettangolo verde.​

La pubblicazione dei dati ufficiali offre uno spaccato trasparente del campionato cadetto, dove convivono realtà profondamente diverse per storia, ambizioni e disponibilità economiche. Il Catanzaro si conferma una realtà intermedia, con margini di crescita ma anche con la consapevolezza che ogni punto conquistato ha il sapore della conquista meritata, senza la presunzione che il denaro possa risolvere ogni problema. Una posizione che, nel lungo periodo, potrebbe rivelarsi la più saggia per garantire stabilità e continuità al progetto giallorosso.​

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