L’indagine dell’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza fotografa un’Italia a due velocità: nessuna struttura calabrese nella lista dei migliori
La Calabria resta fuori dalla mappa dell’eccellenza sanitaria italiana. A dirlo è la ricerca dell’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza (ITQF), che per il secondo anno consecutivo ha stilato il report “Ospedali di Eccellenza 2025”. Uno studio autorevole, condotto in collaborazione con un istituto di ricerca indipendente di Monaco di Baviera, che prende in esame oltre 1.300 strutture pubbliche e private convenzionate in tutto il Paese. L’esito, per il Sud e in particolare per la Calabria, è impietoso: nessuna struttura calabrese figura tra i primi 100 ospedali analizzati per qualità delle cure, reputazione, igiene e accessibilità.
I criteri: qualità medica e percezione del paziente
L’indagine si basa su dati secondari pubblici provenienti dal Piano Nazionale Esiti e dati primari raccolti attraverso un questionario personalizzato. Il risultato non è una semplice classifica, ma un database consultabile che offre parametri oggettivi su aspetti chiave come standard igienico-sanitari, servizi al paziente, iniziative di qualità e trattamento medico. Le valutazioni sono espresse con indicatori a pallini rossi che rappresentano un punteggio complessivo delle performance ospedaliere.
Il podio: dominano Lazio, Emilia-Romagna e Veneto
Ai vertici della classifica si collocano tre strutture simbolo dell’eccellenza sanitaria italiana:
- Policlinico Universitario A. Gemelli – Roma
- Ospedale G.B. Morgagni – Pierantoni – Forlì
- Pineta Grande Hospital – Castel Volturno (Caserta)
Presenti anche ospedali pediatrici di prestigio come il Bambino Gesù di Roma e centri regionali di riferimento in Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte.
Il grande assente: il Mezzogiorno d’Italia
Se già la mappa interattiva allegata allo studio mostra una netta concentrazione delle eccellenze nel Centro-Nord, la situazione è ancora più drammatica per il Sud e per la Calabria, completamente assente dalla lista. Un dato che mette a nudo un divario strutturale e una distanza non solo geografica, ma anche qualitativa tra le regioni.
Eppure, la Calabria non è priva di storie di professionalità e abnegazione. Ma la mancanza di investimenti stabili, infrastrutture moderne, percorsi di cura efficienti e soprattutto valutazioni trasparenti e monitoraggi costanti, impedisce alle sue strutture di emergere a livello nazionale.
Una sanità a più velocità: riflessione doverosa
La lettura di questo studio deve stimolare una profonda riflessione politica e istituzionale. La salute non può e non deve essere un diritto legato al codice di avviamento postale. In Calabria come a Milano, ogni cittadino ha diritto a un sistema sanitario efficiente, accessibile e umano. Ma finché i riconoscimenti nazionali e internazionali si fermano sempre oltre il Garigliano, è evidente che qualcosa manca all’appello.
Le discipline analizzate: tutto il cuore del sistema
Il report 2025 ha esaminato 10 discipline mediche cruciali: cardiologia, ginecologia, ortopedia (spalla, anca e ginocchio), urologia, otorinolaringoiatria, gastroenterologia, neurochirurgia e diabete. Ambiti che coprono la quasi totalità della sanità “essenziale”. Eppure, nessun ospedale calabrese è risultato sufficientemente performante da guadagnarsi un posto tra le eccellenze.
Un’opportunità mancata da colmare
Questa esclusione pesa non solo sull’immagine del sistema sanitario calabrese, ma sulla fiducia dei cittadini. In una regione che lotta contro emigrazione sanitaria e liste d’attesa interminabili, la mancata presenza nella top 100rischia di aggravare la sfiducia nella medicina pubblica locale, spingendo sempre più persone a rivolgersi a strutture di altre regioni, con costi enormi per le famiglie e per le casse pubbliche.
Serve un cambio di passo. Serve investire su personale, tecnologia, gestione, qualità dei percorsi di cura, e serve anche misurare ciò che si fa, con metodi trasparenti e verificabili. L’auspicio è che già nel prossimo report, grazie a progetti concreti e riforme coraggiose, anche la Calabria possa finalmente vedere il nome di un suo ospedale tra le eccellenze sanitarie italiane. La salute dei calabresi lo merita.