Il calcio vive spesso di paradossi e di momenti che, in un istante, possono riscrivere la storia di una stagione o la percezione di un giocatore. La parabola di Nicolò Buso nel rocambolesco 3-3 contro il Pescara ne è la perfetta incarnazione. Al minuto 82, l’attaccante trevigiano ha acceso il “Nicola Ceravolo” con una perla di rara bellezza, un gol che sembrava aver regalato al Catanzaro tre punti fondamentali dopo una rimonta di cuore e tecnica.
Nonostante la beffa finale firmata Corazza al 93′, la serata di venerdì ha restituito ad Alberto Aquilani e alla tifoseria giallorossa un protagonista inatteso ma lungamente atteso, un calciatore capace di riemergere dal cono d’ombra per ricordare a tutti perché la società, solo pochi mesi fa, aveva deciso di puntare forte su di lui.
Il gol da antologia: tecnica e geometria
L’orologio segnava l’82’ e il tabellone recitava 2-2, frutto della reazione veemente delle Aquile dopo lo svantaggio iniziale. In quel momento, la partita chiedeva un lampo, un gesto tecnico capace di spezzare l’equilibrio. Nicolò Buso, subentrato da pochi minuti per dare freschezza al reparto avanzato, ha risposto presente. Ricevuta palla da Pittarello sul vertice dell’area, ha eseguito un movimento da manuale: rientro sul piede destro, sguardo alla porta e conclusione a giro. La traiettoria disegnata è stata semplicemente perfetta, aggirando la difesa e superando l’incolpevole Desplanches per insaccarsi sotto l’incrocio dei pali.
Non è un caso che i commentatori abbiano evocato lo stile “alla Del Piero”. La pulizia del gesto tecnico e la precisione geometrica ricordano le giocate dei grandi numeri 10 del passato. Quel gol, che valeva il momentaneo 3-2, non è stato solo un punto esclamativo sulla partita, ma un segnale di vitalità tecnica che mancava. In un campionato equilibrato come la Serie B, avere in rosa giocatori in grado di risolvere le partite con soluzioni individuali di questo livello è un lusso che poche squadre possono permettersi.
L’investimento più oneroso dell’era Noto
Per comprendere appieno il peso specifico di questa rete, è necessario fare un passo indietro e analizzare il contesto del suo arrivo in Calabria. Buso è approdato al Catanzaro nell’agosto 2024 dal Lecco, con una formula che non lascia spazio a dubbi sulle intenzioni del club: prestito con obbligo di riscatto fissato a 700mila euro. Una cifra importante, che lo rende l’acquisto più oneroso della gestione del presidente Floriano Noto.

La presidenza Noto si è sempre distinta per una gestione oculata, basata sulla sostenibilità e sulla valorizzazione dei giovani, spesso arrivati in prestito o a cifre ragionevoli per poi generare plusvalenze (l’esempio di Bonini all’Almeria è scuola). Sborsare una cifra vicina al milione di euro per un classe 2000 rappresentava una deroga alla regola, un investimento mirato su un profilo considerato centrale per il futuro tecnico della squadra. Il contratto quadriennale sottoscritto confermava la volontà di costruire attorno a lui. Tuttavia, il peso di questa etichetta (“il più pagato”) e le difficoltà iniziali di ambientamento hanno rischiato di trasformare l’investimento in un equivoco tattico.
Dal dimenticatoio al riscatto: i mesi difficili
Prima della notte magica contro il Pescara, la stagione di Nicolò Buso era stata tutt’altro che esaltante. L’attaccante aveva faticato a trovare spazio e continuità, scivolando progressivamente ai margini delle rotazioni. Né sotto la precedente gestione tecnica, né inizialmente con Alberto Aquilani, Buso era riuscito a imporsi come titolare inamovibile.
Le panchine si susseguivano e il minutaggio restava scarso, alimentando dubbi sulla bontà dell’operazione di mercato. Lo stesso Aquilani, nel post-partita contro il Pescara, ha offerto una chiave di lettura onesta e diretta: “Buso ha qualità, le scelte le faccio in base a ciò che vedo in settimana. Sono contento per lui e Pittarello: sono ragazzi seri che lavorano sodo”. Parole che confermano come il giocatore non abbia mai mollato in allenamento, attendendo l’occasione giusta per dimostrare che quei 700mila euro non erano stati spesi invano. La rete al Pescara non cancella i mesi di difficoltà, ma segna un punto di svolta psicologico fondamentale: la consapevolezza di poter essere decisivo anche partendo dalla panchina.
Prospettive tattiche: un’arma in più per Aquilani
Il gol contro il Pescara apre nuovi scenari tattici per il Catanzaro. La capacità di Buso di saltare l’uomo e trovare la porta dalla distanza offre ad Aquilani un’alternativa preziosa al gioco manovrato che spesso caratterizza le Aquile. In un sistema che talvolta fatica a concretizzare la mole di gioco prodotta (come dimostrano le statistiche del match con i suoi 30 tocchi in area), avere un giocatore capace di “inventare” il gol dal nulla è vitale.
La sua duttilità gli permette di agire sia come esterno d’attacco che come seconda punta, offrendo soluzioni diverse a seconda dell’avversario. Se riuscirà a trovare continuità di rendimento, Buso potrebbe diventare l’uomo in più per la rincorsa ai playoff, quel fattore X capace di spaccare le partite bloccate o di chiudere i conti quando gli spazi si aprono. La sfida ora è trasformare l’exploit di venerdì in una costante, dimostrando che l’investimento della società era non solo giustificato, ma lungimirante.
Tra entusiasmo e rimpianti
La serata del “Ceravolo” lascia in eredità sentimenti contrastanti. Da un lato, c’è la gioia per aver ritrovato un giocatore come Nicolò Buso, autore di un gol che resterà negli highlights della stagione. Dall’altro, c’è l’amarezza per quel pareggio subito al 93′ che ha vanificato la rimonta.
Tuttavia, nel bilancio complessivo della stagione, il recupero di un capitale tecnico ed economico come Buso potrebbe valere più dei due punti persi. Se il Catanzaro vuole consolidarsi in Serie B e ambire a traguardi prestigiosi, ha bisogno che i suoi investimenti più importanti rendano al massimo. La perla contro il Pescara è il primo vero dividendo incassato dalla società: ora sta al giocatore e al tecnico far sì che non resti un episodio isolato, ma diventi il primo capitolo di una nuova storia in giallorosso.
