Un vero e proprio terremoto giudiziario ha colpito l’Università Magna Graecia Catanzaro e l’Azienda sanitaria provinciale nell’ambito dell’Operazione Grecale, un’inchiesta che ha portato alla luce un sistema illecito fatto di corruzione, falsi e gravi irregolarità. Sono ventuno le persone indagate, undici delle quali raggiunte dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre un altro soggetto è stato sospeso dall’esercizio delle pubbliche funzioni per dodici mesi. L’indagine, coordinata dalla Procura di Catanzaro e condotta dalla Guardia di Finanza, ha svelato un presunto sodalizio criminale che avrebbe avuto come epicentro l’Asp e l’Università Magna Graecia.
Le accuse principali
Le accuse formulate dagli inquirenti sono gravissime: associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali. Al centro dell’inchiesta vi sarebbe un sistema di verifiche pilotate da alcuni veterinari dell’Asp, finalizzato a non segnalare le criticità nei laboratori scientifici dell’Università Magna Graecia. Tali irregolarità avrebbero permesso di evitare la chiusura delle strutture e la revoca dei finanziamenti statali, ma con conseguenze drammatiche, tra cui il maltrattamento e l’uccisione immotivata di animali da laboratorio.
I provvedimenti cautelari
Tra i ventuno indagati, undici sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre per un altro è stata disposta la sospensione temporanea dalle funzioni pubbliche. Di seguito i nomi:
Arresti domiciliari:
• Domenico Britti
• Giuseppe Caparello
• Fabio Castagna
• Rita Citraro
• Nicola Costa
• Giovambattista De Sarro
• Antonio Leo
• Giovanni Loprete
• Ernesto Palma
• Anselmo Poerio
• Giuseppe Viscomi
Misura cautelare interdittiva:
• Luciano Conforto (sospensione per 12 mesi dalle funzioni pubbliche rivestite all’Asp di Catanzaro).
Gli altri indagati
Oltre agli arrestati, l’indagine coinvolge altre dieci persone, accusate a vario titolo. Ecco l’elenco:
Pierino Anastasio, Maria Caparello, Cristina Carresi, Velia Cassano, Donato Cosco, Carmen De Caro, Luca Galleli, Ciro Indolfi, Elzbieta Janda, Angelo Lavano, Natalia Malara, Vincenzo Mollace, Valeria Maria Morittu, Vincenzo Musolino, Nicola Perrotti, Anna Procopio, Emilio Russo, Federica Scarano, Pierfrancesco Tassone, Daniele Torella, Domenico Voci.
Secondo gli inquirenti, il sistema corruttivo ruotava intorno alla collaborazione tra alcuni dirigenti dell’Asp e rappresentanti dell’Università Magna Graecia. L’obiettivo principale era garantire la continuità delle attività di ricerca, spesso condotte in condizioni irregolari, aggirando i controlli obbligatori. Le verifiche pilotate avrebbero garantito esiti positivi, evitando così pesanti sanzioni amministrative e la revoca dei fondi pubblici.
Le gravi irregolarità nei laboratori scientifici
Le indagini avrebbero accertato la presenza di un allevamento abusivo di animali da laboratorio, utilizzati per esperimenti condotti in violazione delle norme sul benessere animale. In alcuni casi, gli animali sarebbero stati sottoposti a maltrattamenti e uccisi senza autorizzazione ministeriale, falsando così l’attendibilità delle ricerche scientifiche condotte.
Il coinvolgimento dell’ex rettore De Sarro
Tra gli arrestati figura anche Giovambattista De Sarro, ex rettore dell’Università Magna Graecia. Il suo ruolo nell’organizzazione sarebbe stato centrale, contribuendo a mantenere in piedi il sistema illecito di verifiche e attività di ricerca condotte al di fuori dei limiti legali.
La truffa ai danni dello Stato
Un altro aspetto significativo riguarda la truffa aggravata ai danni dello Stato. Secondo gli inquirenti, i finanziamenti pubblici destinati alle attività di ricerca sarebbero stati erogati in modo irregolare, basandosi su documenti falsificati e controlli pilotati. Questo ha comportato un danno economico rilevante per le casse dello Stato.
L’inchiesta ha messo in luce anche la questione del maltrattamento degli animali, sollevando importanti interrogativi etici e scientifici. Gli episodi accertati rappresentano una grave violazione delle normative nazionali e internazionali sul benessere animale, compromettendo la validità dei risultati delle ricerche.
L’Operazione Grecale rappresenta uno dei casi giudiziari più rilevanti degli ultimi anni per la Calabria, con implicazioni che toccano sia il mondo accademico che quello sanitario. Le indagini della Procura e della Guardia di Finanza proseguono per accertare ulteriori responsabilità e approfondire il coinvolgimento dei vari soggetti.