Dalle prime luci dell’alba di oggi, 1 aprile 2025, la Polizia di Stato italiana e la Kriminalpolizeidirektion tedesca, in una collaborazione senza precedenti, stanno eseguendo un’operazione congiunta di straordinaria portata che ha portato a 29 provvedimenti restrittivi in diverse province italiane e nella regione del Baden-Württemberg in Germania.
L’operazione, denominata “I CAN” e condotta nell’ambito della Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team – JIT), nasce dalla sinergia tra più istituzioni: la Procura della Repubblica di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.), la Procura di Stoccarda, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e il coordinamento di Eurojust.
Con il supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, l’indagine getta luce su un complesso sistema criminale collegato alla ‘ndrangheta, noto per la sua ramificazione internazionale.
Un colpo alla ‘ndrangheta: 20 arresti in Italia
Sul suolo italiano, sono state eseguite 20 misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della D.D.A. guidata dal procuratore Nicola Gratteri, figura di spicco nella lotta alla criminalità organizzata. Gli indagati, ritenuti affiliati o contigui alla ‘ndrangheta, devono rispondere di reati gravi, tra cui:
- Associazione di tipo ‘ndranghetista,
- Estorsione, consumata e tentata,
- Trasferimento fraudolento di valori,
- False dichiarazioni d’identità o qualità personali,
- Il tutto con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini, attualmente nella fase preliminare, pongono l’attenzione su una rete criminale sofisticata, capace di estorcere denaro e mimetizzarsi nel tessuto socio-economico con operazioni di facciata.
L’asse Italia-Germania: una rete criminale transnazionale
L’indagine ha rivelato come la ‘ndrangheta non conosca confini, sfruttando il territorio tedesco per riciclare denaro, infiltrarsi negli appalti pubblici e condurre attività illecite. Attraverso la collaborazione con gli investigatori della Kriminalpolizeidirektion di Waiblingen e la Procura di Stoccarda, il JIT ha permesso di coordinare le operazioni su entrambi i fronti.
Questa cooperazione internazionale è stata resa possibile grazie a Eurojust, che ha garantito il coordinamento tra i vari uffici giudiziari per superare ostacoli burocratici e giuridici.
Il ruolo strategico del progetto “I CAN”
L’operazione prende il nome dal progetto europeo I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), pensato per contrastare le attività criminali dell’organizzazione calabrese. Grazie al supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, il progetto mira non solo a colpire i singoli reati, ma soprattutto a smantellare le strutture gerarchiche della ‘ndrangheta, che si espande oggi in oltre 30 nazioni.
Conferenza stampa: l’importanza della trasparenza
Ulteriori dettagli sull’indagine e sugli sviluppi futuri verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa prevista per oggi alle ore 11:00 presso la Procura della Repubblica di Catanzaro. All’evento parteciperanno esponenti della Polizia di Stato, magistrati della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e rappresentanti di Eurojust. Sarà un momento cruciale per comprendere l’impatto dell’operazione e i prossimi passi nella lotta alla criminalità organizzata.
Un nuovo passo contro la criminalità organizzata
L’operazione I CAN rappresenta un esempio concreto di come il crimine organizzato possa essere contrastato solo attraverso collaborazione internazionale, tecnologia avanzata e la determinazione di istituzioni pronte a combattere senza sosta.
Come cittadini, siamo chiamati a riflettere sull’importanza di sostenere queste battaglie. La ‘ndrangheta si combatte non solo con il lavoro delle forze di polizia, ma anche con un impegno collettivo che parte dalla società civile, promuovendo legalità e giustizia.