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martedì 21 Ottobre 2025

Pasquale Marino sul Catanzaro: “Iemmello straordinario ma sente la pressione. Aquilani preparato, saprà cosa fare”

Il momento del Catanzaro continua a far discutere nel panorama della Serie B, e nelle ultime ore anche Pasquale Marino ha voluto dire la sua sulla situazione delle Aquile. Il tecnico siciliano, con oltre 330 panchine nel campionato cadetto e 189 presenze in massima serie alla guida di club come Udinese, Catania e Parma, ha analizzato il delicato momento giallorosso ai microfoni di Esperia TV, come riportato da IlCalcioCalabrese.it. Le sue parole, pronunciate all’indomani della sconfitta casalinga per 0-1 contro il Padova, offrono una chiave di lettura esperta su una squadra che dopo otto giornate non ha ancora trovato il gusto della vittoria, collezionando sei pareggi e due sconfitte.​

Marino, attualmente senza panchina dopo la mancata riconferma alla Salernitana seguita alla retrocessione nei playout di giugno contro la Sampdoria, ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di analisi profonda del calcio italiano, soffermandosi su aspetti tecnici, psicologici e tattici che stanno condizionando il rendimento del Catanzaro in questa prima fase di campionato. Le sue osservazioni toccano temi cruciali: dalla gestione della pressione da parte dei giocatori simbolo come Pietro Iemmello, fino alle difficoltà di una rosa ringiovanita guidata da un tecnico emergente come Alberto Aquilani.

Iemmello tra talento e responsabilità

“Sicuramente avranno poco tempo per valutare il momento”, ha esordito Marino parlando della partita contro il Padova. “La partita è nata come è nata, perché gli episodi capitano”. Una premessa che introduce il tema centrale del suo intervento: la figura del capitano giallorosso, Pietro Iemmello, attaccante che nella scorsa stagione ha trascinato il Catanzaro con 17 gol e 2 assist. Il giudizio di Marino sul bomber calabrese è netto e lusinghiero: “Iemmello è un giocatore straordinario per tutto ciò che ha fatto a Catanzaro: non solo segna, ma fa anche giocare la squadra, la fa girare”.​

Tuttavia, il tecnico siciliano ha messo in evidenza un aspetto psicologico fondamentale che caratterizza il rendimento del numero 9 giallorosso. “Chiaramente, essendo di Catanzaro, sente maggiormente la pressione e la responsabilità, e cerca ogni anno di fare meglio”. Un’analisi che coglie nel segno: Iemmello, nato proprio nel capoluogo calabrese il 6 marzo 1992, ha sempre vissuto con intensità particolare il rapporto con la maglia della sua città. Dopo aver condiviso lo scorso anno il titolo di capocannoniere della Serie B con Francesco Pio Esposito grazie a 14 reti fino a marzo, quest’anno il capitano sta attraversando un periodo di maggiore difficoltà, complice anche il peso delle aspettative di una piazza che dopo due playoff consecutivi chiede continuità.​

La preparazione di Aquilani

Sul tecnico delle Aquile, Marino ha espresso un giudizio articolato che bilancia riconoscimento delle qualità e consapevolezza delle sfide. “Aquilani è un allenatore preparato e sicuramente avrà l’intelligenza di capire dove intervenire”. Parole che testimoniano la stima professionale verso il collega romano, subentrato in estate alla guida del Catanzaro dopo l’esperienza alla Primavera della Fiorentina, dove ha conquistato tre Coppe Italia e due Supercoppe. L’ex centrocampista di Roma e Juventus, classe 1984, ha iniziato la sua avventura in Calabria con l’obiettivo di portare idee moderne e valorizzare i giovani talenti.​

Tuttavia, Marino ha evidenziato le difficoltà intrinseche di questa fase: “Purtroppo, quando si entra in un periodo in cui non si vince, la pressione tende ad aumentare, soprattutto quando ci sono tanti giovani in squadra”. Un’osservazione che fotografa perfettamente la situazione attuale del Catanzaro, squadra con un’età media di 25,3 anni e una rosa composta da ben 33 elementi, l’ottava più giovane della Serie B. La decisione societaria di ringiovanire l’organico, pur strategicamente comprensibile in un’ottica di progetto a medio-lungo termine, si sta rivelando un’arma a doppio taglio in questa prima fase della stagione.​

“I giocatori più esperti, invece, riescono a gestirla meglio”, ha concluso Marino, sottolineando il gap nella capacità di affrontare i momenti di difficoltà. Una considerazione che riporta l’attenzione sulla composizione della rosa giallorossa: la perdita di Marco Pompetti, vittima di una frattura alla tibia durante l’amichevole estiva contro il Napoli a Dimaro, ha privato il Catanzaro di un elemento di esperienza nel cuore del centrocampo.

Il peso della crisi psicologica

Le parole di Marino trovano riscontro diretto nella dinamica della partita contro il Padova, conclusasi con la rete di Perrotta che ha condannato il Catanzaro alla prima sconfitta casalinga. La squadra di Aquilani, che pure era partita bene nei primi minuti, ha mostrato ancora una volta quella fragilità più volte denunciata dallo stesso tecnico romano nel post-partita. “Siamo fragili ma non senza anima. Mi sento in discussione ma continuo a credere in questo progetto”, aveva dichiarato Aquilani ai microfoni, confermando la pressione crescente sulla panchina giallorossa.

La spirale psicologica negativa descritta da Marino si manifesta proprio in questa incapacità di chiudere le partite e di mantenere lucidità nei momenti decisivi. L’ossessione per i tre punti, pur comprensibile dopo sette gare senza vittorie, rischia di generare quell’ansia che secondo lo stesso Aquilani “potrebbe essere molto negativa per una squadra giovane come la nostra”. Un circolo vizioso che solo l’esperienza e il lavoro quotidiano possono spezzare, ma che richiede tempo e fiducia, due elementi che in Serie B non sempre abbondano.​

Il confronto con il Catanzaro delle ultime due stagioni, sempre protagonista nella zona playoff e capace di raggiungere risultati straordinari, rende ancora più evidente il contrasto con l’attuale quindicesima posizione in classifica. Il progetto di ringiovanimento voluto dalla società, per quanto virtuoso nelle intenzioni, sta pagando dazio sul campo in termini di risultati immediati. Le prossime sfide contro Palermo, Mantova e Venezia diranno molto sulla capacità del gruppo di uscire da questo momento complicato, testando sia la maturità dei giovani che la preparazione tattica e psicologica di Aquilani. Le parole di Marino, tecnico esperto che ha vissuto innumerevoli situazioni di crisi nella sua lunga carriera, suonano come un monito ma anche come una rassicurazione: il talento c’è, serve solo tempo per gestire la pressione.​

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