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martedì 23 Settembre 2025

Petriccione e Rispoli: alternanza che alza il livello

Il prato del Ceravolo si è preso la sua foto: rientro di Jacopo Petriccione, applausi, frase secca sui social e quella sensazione che il centro del gioco sia tornato a pulsare. Nel frattempo Fabio Rispoli, classe 2006, ha passato agosto da titolare e si è guadagnato rispetto vero nello spogliatoio. Petriccione e Rispoli non è uno slogan: è un bivio che diventa opportunità, perché l’alternanza alza il livello e, in certe gare, la coppia può convivere.

Jacopo Petriccione, centrocampista del Catanzaro
Foto: US Catanzaro 1929

Petriccione e Rispoli, i fatti prima delle idee

Cronologia rapida. Alla 1ª contro il Südtirol parte Rispoli dal 1’ nel 4-2-3-1, con Compiti da interno-regista vicino a Pontisso: è tutto negli undici ufficiali. Alla 2ª al Picco di La Spezia, conferma da titolare nel 5-3-2: lo stesso portale lo registra tra i titolari (e i tab dell’incontro lo notano protagonista di diversi duelli).  Alla 3ª con la Carrarese, la novità: dentro Petriccione dal via e Rispoli a subentrare nella ripresa.

Il quadro extrasportivo conta. A fine agosto Rispoli e Liberali sono stati convocati dall’Italia U20 per le amichevoli con Inghilterra e Germania. Il Mondiale U20 in Cile si giocherà dal 27 settembre al 19 ottobre: competizione fuori dalle finestre FIFA, quindi con convocazioni condizionate anche dai club. Tradotto: ad oggi Aquilani può contare su Rispoli, salvo novità dell’ultimo miglio.

Dove ti spostano (sul serio) Petriccione e Rispoli

Qui entriamo nel bar del gioco, quello dove i dettagli fanno classifica. Petriccione è la pausa giusta: primo controllo orientato, testa alta, linea che si apre e si chiude a comando. Il Catanzaro con lui trova più uscite pulite sul corto-corto-lungo; le mezzali ricevono fronte-gioco e gli esterni si alzano un tempo prima. Rispoli è un interno “elastico”: gamba, pressione in avanti, passo che porta la riaggressione dieci metri più su. Con lui salgono i recuperi alti e si accorcia il campo quando perdi palla.

Per capirci: nelle prime due giornate, con Petriccione a mezzo servizio e Rispoli in ritmo, la squadra ha retto l’urto fisico e ha creato presupposti in transizione (vedi Spezia, blocco medio e ripartenze sul lato forte). Con la Carrarese, l’ingresso di Petriccione dal 1’ ha dato un’altra grammatica al possesso: più coraggio tra le linee, tempi migliori nel cambio lato. I dati raccontano lo spartito, il campo completa la melodia.

Quando alternarli e quando usarli insieme

Alternanza “chirurgica”

  • In trasferta contro 3-5-2 aggressivi (vedi Spezia): partire con Rispoli ti consente un primo tempo di duelli e corse, tenendo la gara a densità alta. Poi inserisci Petriccione a stanchezza altrui per salire di qualità e provare a vincerla di lucidità negli ultimi 25’. Lo abbiamo visto nel micro-ciclo di agosto.  
  • In casa contro blocchi bassi: cominci con Petriccione per fissare le posizioni, aumentare le ricezioni tra le linee, lavorare sulle palle inattive con piede educato; nella ripresa Rispoli alza la pressione e accorcia le seconde palle (il copione di Catanzaro–Carrarese ha lasciato indizi), con la possibilità di spingere il baricentro.  

Convivenza “a fisarmonica”

Ci sono partite in cui Petriccione e Rispoli insieme hanno senso. L’assetto è un 4-3-3 mobile: Petriccione regista bassoRispoli mezzala da pressione e inserimento, Pontisso equilibratore. In non possesso, si torna 4-4-2 con Rispoli che salta sulla prima costruzione avversaria e Petriccione che copre la zona luce. Pro: recuperi alti e prime giocate più pulite. Contro: bisogna proteggere le transizioni negative con un esterno che lavori “da quinto” a palla persa.

Finestra 60’–75’

Con il Catanzaro che tradizionalmente cresce nell’ultima mezz’ora, il momento per la mossa doppia è spesso qui. Se parti con Rispoli, al 60’ inserisci Petriccione e ti prendi gestione + qualità; se inizi con Petriccione, al 70’ alzi i giri con Rispoli e provi a vincerla sul ritmo. È la vecchia regola del pendolo: fisico prima, tecnica poi — o viceversa — a seconda dell’avversario e del punteggio.

L’effetto-spogliatoio: concorrenza che fa bene

La concorrenza pulita produce due effetti. Il primo è allenamento migliore: sapere che c’è uno pronto a prendersi il posto alza intensità e cura del dettaglio. Il secondo è gestione del rischio: con Petriccione e Rispoli in forma, Aquilani può scegliere partita per partita senza snaturare l’idea di palleggio. Che Rispoli abbia già trovato spazio da titolare lo dicono gli atti; che Petriccione sia tornato a dettare tempi lo conferma l’ultima al Ceravolo.  

E la Nazionale? La pausa di settembre ha dato minuti e fiducia ai giovani: le convocazioni U20 di Rispoli e Liberali sono state un orgoglio per il club; il Mondiale in Cile è dietro l’angolo, ma la chiamata per il classe 2006 è in dubbio. Insomma: oggi il tecnico può programmare contando su Rispoli (e la sua crescita) mentre Petriccione riprende giri partita dopo partita.  


La domanda che resta è semplice: quando il ritmo di Petriccione e Rispoli sarà allo stesso livello, che facciamo? Li alterniamo per logica avversario o li mettiamo dentro insieme per spingere davvero la qualità? La risposta non è teorica: arriverà sul campo, magari in una di quelle giornate in cui serve sia il cervello fermo che la corsa cattiva.

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