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mercoledì 24 Settembre 2025

Pigliacelli: post emozionante e rinnovo. “Ancora tanti anni per il Catanzaro”

La foto è una di quelle che non hanno bisogno di didascalie: guanti appesi al polso, mani alzate verso la curva, lo stadio che ricambia. Mirko Pigliacelli saluta il “Ceravolo” dopo Catanzaro-Carrarese 1-1, una partita in cui ha tenuto accesa la luce quando la nottata sembrava vicina: un’uscita sbagliata in avvio, poi due parate grosse come un portone per tenere il risultato in vita. Il giorno dopo, a freddo, arriva il messaggio che spiega tutto meglio di qualsiasi analisi: «Giocare davanti a questo meraviglioso pubblico… sono felice e onorato di far parte di questa famiglia ancora. Il mio unico desiderio sarà difendere quella porta giallorossa per tanti anni».

Un messaggio oltre il pareggio

Dentro quelle righe non c’è solo il grazie di circostanza dopo una gara tirata. C’è appartenenza. C’è la consapevolezza di chi sa che in certi pomeriggi la differenza la fanno i dettagli – una mano aperta sul primo palo, un passo avanti o indietro, una lettura giusta quando la palla danza nell’area piccola. La Carrarese, per un’ora, è stata scomoda e cattiva: Pigliacelli ha messo il corpo dove serviva e ci ha aggiunto personalità. Il palo di Nuamah, il gol di Antonini a inizio ripresa, poi la puntura di Illanes: il film lo conosciamo. Ma l’abbraccio finale tra portiere e curva racconta un altro pezzo di storia, quello che non finisce nel tabellino.

Il senso di un rinnovo

Il post arriva a ridosso dell’annuncio del club: contratto allungato fino al 2027. Non è un dettaglio, è una scelta di rotta. Tenere tra i pali Pigliacelli, in regia Petriccione, davanti Iemmello: significa blindare la spina dorsale, quella che regge gli urti quando la Serie B picchia. Per un allenatore nuovo come Aquilani è ossigeno: identità, voci di campo, memoria dei momenti caldi. Pigliacelli, in questo quadro, non è solo un numero uno. È un riferimento: guida la linea, sporca i guanti quando conta, tiene insieme gruppo e stadio con il linguaggio dei portieri, fatto di sguardi e di urla giuste.

E allora quel «difendere quella porta giallorossa» suona come una promessa alla città più che come una frase social. Un patto semplice: io ci metto la faccia, voi la voce. Al “Ceravolo” funziona così da sempre.

Testa a Reggio Emilia

Il pari con la Carrarese lascia l’amaro in bocca, sì, ma pure qualche certezza: chi guida dal basso c’è, ed è in fiducia. Adesso la strada riparte dalla trasferta di Reggio Emilia. Partite come quella si vincono anche con i dettagli: una parata, un rinvio fatto bene, un tempo di gioco urlato al compagno. Pigliacelli ha già messo la firma: il 2027 è lì davanti, e la porta giallorossa ha il suo guardiano. Il resto, come sempre, lo farà il campo. E il rumore del “Ceravolo”.

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