Un voto che parla di giustizia sociale, lotta alla precarietà e riscatto del Mezzogiorno. Il consigliere comunale Vincenzo Capellupo invita i cittadini a una scelta di responsabilità
Con l’avvicinarsi dell’8 e 9 giugno, date in cui gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari di profonda rilevanza sociale e lavorativa, si moltiplicano le prese di posizione. Tra queste, risuona con particolare forza quella di Vincenzo Capellupo, consigliere comunale, che attraverso una nota ufficiale invita apertamente i cittadini a votare Sì. Il suo è un appello appassionato e motivato, che parte da un’analisi lucida delle criticità che attanagliano il mondo del lavoro, specialmente nel Sud Italia e in Calabria, dove i giovani continuano a fuggire e i diritti arrancano.
Lavoro precario, stipendi bassi, diritti negati: il ritratto di un’Italia fragile
Secondo Capellupo, oggi il lavoro in Italia ha perso gran parte della sua funzione di stabilità e dignità. Precarietà, insicurezza contrattuale, salari inadeguati e assenza di reali tutele sono solo alcune delle piaghe che affliggono milioni di famiglie. Il governo – accusa il consigliere – preferisce affidarsi alla retorica degli annunci piuttosto che intervenire con riforme strutturali. E il risultato è un Paese sempre più in affanno, dove il 44% dei giovani calabresi è disoccupato e molti sono costretti ad abbandonare la propria terra in cerca di un futuro.
Morti sul lavoro: 26 vittime in Calabria nel 2023
Capellupo non si ferma alla denuncia dei disagi economici e sociali. Sottolinea un’emergenza spesso ignorata: le morti sul lavoro, che nel solo 2023 hanno spezzato 26 vite in Calabria. “Una tragedia infame e silenziosa – scrive – che resta invisibile agli occhi della politica e dell’opinione pubblica”. Una strage che potrebbe essere ridotta con maggiori controlli, tutele e responsabilità nei contratti e nei subappalti.
La stoccata a La Russa: “Vergognoso invitare a non votare”
Non manca nel messaggio una critica politica diretta. Nel mirino di Capellupo finiscono le dichiarazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa, accusato di mortificare la democrazia con l’invito a disertare le urne. “Dopo aver sistemato i figli in consigli di amministrazione e fondazioni – attacca il consigliere – ha il coraggio di suggerire agli italiani di non andare a votare. È un messaggio vergognoso e pericoloso”.
I cinque Sì per i diritti
Nel cuore del messaggio di Capellupo ci sono i contenuti concreti dei quesiti referendari. I cinque Sì – afferma – sono necessari per:
- Ripristinare il reintegro in caso di licenziamento ingiusto
- Estendere le tutele anche ai lavoratori delle piccole imprese
- Limitare l’abuso dei contratti a termine
- Rafforzare la responsabilità delle aziende nei subappalti
- Riconoscere i diritti di cittadinanza a chi vive e lavora in Italia da anni
Un voto per il Sud, un voto per la dignità
La battaglia per il lavoro è anche una battaglia per la giustizia territoriale, sostiene Capellupo. Il Mezzogiorno, e la Calabria in particolare, hanno urgente bisogno di una nuova stagione di dignità sociale, politiche attive e sicurezza economica. Per questo invita i cittadini a recarsi alle urne con consapevolezza e senso di responsabilità.
Partecipazione come atto di riscatto
L’invito finale è netto: “Andate a votare, fate sentire la vostra voce”. In un Paese dove le disuguaglianze si fanno più marcate, dove il lavoro fatica a garantire una vita decorosa, il referendum diventa una rara occasione per incidere realmente sul futuro. Non coglierla – ammonisce Capellupo – significherebbe lasciare che siano altri a decidere, ancora una volta, sulle vite dei più fragili.
Un messaggio che unisce denuncia e proposta, lucidità e passione civile, in una chiamata collettiva alla partecipazione. Perché la democrazia – come il lavoro – non si difende con le parole, ma con le scelte.