Nota stampa di Eugenio Riccio, Capogruppo Lega Salvini Premier, consigliere comunale di Catanzaro
La città di Catanzaro è ‘affidata’ in tutto e per tutto alle decisioni del TAR. Sono, ormai, i giudici amministrativi a doversi sostituire e quindi a dover adottare tanto scelte strategiche per il capoluogo quanto assicurare i diritti dei singoli cittadini. Se nella normalità il TAR dovrebbe fungere da extrema ratio per tutelare le istanze del privato da illegittimi provvedimenti del pubblico, a Catanzaro il copione è recitato al contrario.
L’attuale maggioranza politica di Palazzo De Nobili si è dimostrata incapace di impartire chiare, coerenti e solide linee programmatiche di sviluppo del nostro territorio. Tale inconsistenza e friabilità politica, a sua volta, si riversa sulla burocrazia comunale. Gli uffici, vuoi perché lasciati a ruota libera e vuoi perché a loro volta non incardinati in un progetto politico-amministrativo unitario, spesso e volentieri o assumono decisioni macroscopicamente contestabili o, ancora di più, preferiscono non assumersi alcuna responsabilità e così non decidono.
Abbiamo diverse testimonianze di catanzaresi che da funzionari comunali per giustificare un qualche diniego invitavano gli stessi cittadini, appunto, a rivolgersi al Tar. Fra i ‘modelli’ recenti di questa prassi comunale di abdicazione alle decisioni del giudice amministrativo possiamo ricordare quello più eclatante del caso pontili e tantissimi altri che riguardano il settore del food.
A chi avesse intenzione di aprire una nuova attività a Catanzaro verrebbe da suggerire di rivolgersi direttamente al presidente del TAR, tanto c’è un’elevata probabilità di passarci in futuro, piuttosto che ‘perdere tempo’ con gli uffici comunali. Tutto questo è l’ennesimo campanello d’allarme per una città che avrebbe bisogno di essere amministrata con semplicità per quanto riguarda le pratiche ordinarie e con visione nei grandi programmi del futuro.
E, invece, c’è chi passa le giornate a congegnare qualche attacco stampa ad altre istituzioni pubbliche, peraltro proprio mentre queste ultime erogano finanziamenti per la città. Ma tanto che sarà, ci penserà il Tar.