Pazienza nel possesso, pressing immediato e controllo del caos: i tre ingredienti di Aquilani per la prima vittoria. Come neutralizzare le Vespe di Abate e sbloccare finalmente la stagione giallorossa
Catanzaro-Juve Stabia non è solo la sfida numero 36 della storia, ma soprattutto l’occasione che Alberto Aquilani aspetta da quattro giornate per sbloccare definitivamente la sua avventura in giallorosso. Venerdì sera al Ceravolo, sotto i riflettori dell’anticipo televisivo, i padroni di casa affrontano una Juve Stabia imbattuta e reduce dal colpaccio di La Spezia (3-1).
La ricetta per battere le Vespe di Ignazio Abate passa attraverso tre ingredienti fondamentali che Aquilani ha studiato nei minimi dettagli: trasformare il match in una sfida posizionale, evitare il caos che alimenta i campani e sfruttare ogni singolo dettaglio tattico per fare la differenza.
Perché se la partita diventa “corri e ribatti”, come successo spesso in questo avvio stagionale, la Juve Stabia ci sguazza. Ma se il Catanzaro riesce a imporre il proprio ritmo, la storia può cambiare.
Aquilani e il piano anti-Vespe: controllo totale del match
Aquilani ha identificato con precisione l’identikit dell’avversario: squadra compatta, baricentro medio-basso, grande aggressività sugli errori altrui e transizioni verticali micidiali. Il 3-5-2 elastico di Abate diventa 5-3-2 in non possesso, con esterni altissimi in ripartenza e blocco stretto per proteggere il corridoio centrale.
La chiave tattica per il Catanzaro è semplice ma non facile da applicare: pazienza assoluta nel possesso palla. Servono sequenze lunghe da 15-20 passaggi, rotazioni continue tra quinto-mezzala-trequartista per smagliare il lato forte, e soprattutto la capacità di aspettare l’imbucata giusta senza mai avere fretta.
Cisse dovrà essere il terminale di questa pazienza, sfruttando i tagli in diagonale quando gli esterni stabiesi salgono troppo. Oudin avrà il compito di dettare i tempi con il tocco “a muro” tra le linee, mentre Iemmello dovrà legare il gioco venendo incontro per liberare spazio alle spalle dei centrali campani.
Il piano prevede di attrarre sul lato palla e cambiare rapidamente fronte per liberare il mezzo spazio debole: una manovra che sulla carta sembra semplice, ma che in pratica richiede precisione millimetrica e sincronismi perfetti.
Pressing immediato e falli intelligenti: armi anti-transizione
La Juve Stabia ha costruito il suo bottino di punti proprio nelle transizioni offensive, con Correia e Carissoni che diventano frecce letali sull’ampiezza. Per questo motivo, Aquilani ha lavorato intensamente sulla transizione difensiva: primo pensiero la riaggressione immediata su portatore e linea di passaggio verso l’esterno.
Se il primo pressing viene saltato, scatta il piano B: fallo tattico intelligente prima della metà campo. Non cattiveria, ma furbizia calcistica per non permettere alle Vespe di sviluppare le loro ripartenze da manuale. Rispoli e Pontisso dovranno schermare la traccia centrale, con Bettella e Antonini pronti a correre all’indietro con le spalle coperte.
È un lavoro sporco ma fondamentale, perché la Juve Stabia ha dimostrato di saper punire ogni disattenzione difensiva. Lo ha fatto contro lo Spezia con le reti di Correia, Carissoni e Candellone: tre gol nati proprio da situazioni di transizione o da sviluppi di palle inattive.
Il Catanzaro dovrà essere bravo a non concedere campo libero, mantenendo sempre alta l’intensità della prima pressione e la lucidità nelle scelte di contrasto.
Le armi speciali: palle inattive e tiri dal limite
Aquilani ha individuato due situazioni specifiche dove il Catanzaro può fare male alla Juve Stabia. La prima sono le palle inattive offensive: il portiere Confente soffre quando perde la traiettoria pulita del pallone, e i giallorossi dovranno sfruttare questa debolezza con “trappole” a tre sul portiere e blocchi legali per liberare Bettella e Antonini in corsa.
La seconda arma sono i tiri dal limite dell’area, soprattutto quando c’è traffico davanti alla porta. Cisse, Oudin e Pontisso dovranno cercare conclusioni “sporche” con ribattute da attaccare forte, contando su Iemmello sempre attivo sul tap-in.
In fase difensiva su palla inattiva, massima attenzione a Maistro che cerca la frustata tesa sul primo palo e marcatura a vista su Carissoni e Candellone, i due specialisti nelle incursioni aeree.
Il fattore Ceravolo e i primi venti minuti decisivi
Il Ceravolo in notturna, con l’anticipo televisivo e la bolgia giallorossa, può diventare l’arma in più che finora è mancata al Catanzaro. Come evidenziato nelle analisi precedenti, i giallorossi hanno paradossalmente reso meglio in trasferta che in casa, ma venerdì sera il contesto è diverso.
I primi venti minuti saranno decisivi: se il Catanzaro riuscirà a schiacciare subito le Vespe nella loro metà campo, costringendole a correre all’indietro e a difendere in blocco basso, la partita prenderà una piega favorevole. Un gol nell’approccio iniziale significherebbe non solo vantaggio sul tabellino, ma anche colpo psicologico su un avversario che costruisce tanto della propria fiducia sul “restare in partita”.
Aquilani sa che la gestione dell’energia emotiva sarà fondamentale: spingere nei momenti giusti senza farsi prendere dalla frenesia, mantenere la lucidità per tutti i 90 minuti. Il pubblico del Ceravolo deve diventare benzina, non pressione aggiuntiva.
La formazione di Aquilani e le mosse dalla panchina
Il Catanzaro dovrebbe schierarsi con il consueto 3-4-2-1: Pigliacelli tra i pali; Bettella, Antonini e Di Chiara in difesa; sulle fasce Favasuli e D’Alessandro (o Nuamah); in mezzo Rispoli e Pontisso; sulla trequarti Oudin e Cisse a supporto di Iemmello.
Le alternative dalla panchina potrebbero essere decisive: Pittarello per fisicità e sponde negli ultimi venti minuti, Pandolfi come attaccante di profondità per allungare la linea difensiva avversaria. Cassandro e Nuamah porterebbero gamba fresca per le ripartenze intelligenti.
La chiave sarà non snaturarsi: il Catanzaro deve fare il Catanzaro, con qualità e organizzazione, evitando di giocare sul terreno preferito delle Vespe. L’energia di Cisse, la fantasia di Oudin, la freddezza di Iemmello e la gioventù di Rispoli possono essere gli ingredienti giusti per trasformare un match potenzialmente trappola in una serata da tre punti liberatori.
Venerdì sera al Ceravolo non si gioca solo per i punti, ma per dare una svolta definitiva a una stagione che aspetta ancora di decollare.
