Il calcio italiano si trova a un bivio cruciale. Dopo anni di difficoltà economiche, polemiche politiche e cambiamenti normativi, il governo italiano ha deciso di intervenire con una riforma che potrebbe modificare radicalmente il settore.
Al cuore del provvedimento troviamo la reintroduzione della pubblicità delle scommesse sportive negli stadi, un “sì” deciso alla sponsorizzazione dei club calcistici da parte di bookmaker e operatori di siti scommesse.
L’intento principale di questa misura è di rendere il calcio italiano più competitivo a livello internazionale, garantendo nuovi introiti per i club e migliorando le infrastrutture sportive in vista di eventi futuri come Euro 2032, che l’Italia ospiterà insieme alla Turchia.

Il Ritorno della Pubblicità delle Scommesse: Un Aiuto per i Club?
Uno degli elementi più discussi della riforma è la possibile modifica del Decreto Dignità, introdotto nel 2018, che vietava la pubblicità di siti di scommesse, casinò online e offerte promozionali come i bonus sul deposito, esplicite e implicite, compresi i loghi sulle maglie dei calciatori.
L’obiettivo del decreto? Combattere la ludopatia e ridurre l’esposizione dei giovani al gioco d’azzardo, ma nel corso degli anni il divieto ha avuto conseguenze economiche estremamente negative per i club calcistici italiani.
Si stima che la perdita di introiti derivanti dalle sponsorizzazioni degli operatori di scommesse sportive abbia sottratto circa 100 milioni di euro all’anno alle società calcistiche di Serie A, aumentando il divario con i campionati esteri, come la Premier League o La Liga, dove i contratti con i bookmaker rappresentano una parte significativa dei ricavi.
La risoluzione recentemente approvata in Senato ha invitato il governo a rivalutare il decreto, in favore di un allentamento del divieto, per permettere nuovamente almeno le sponsorizzazioni delle squadre di calcio da parte dei bookmaker, mantenendo comunque una regolamentazione severa negli altri frangenti.
Secondo i sostenitori della riforma, i cambiamenti nella regolamentazione sarebbero più efficaci nel contrasto del mercato illegale, aumentando la trasparenza e garantendo che una parte degli introiti delle scommesse venga destinata a progetti sportivi e sociali.
La Modernizzazione degli Stadi: Una Priorità per la Crescita del Calcio Italiano
Un altro punto fondamentale della riforma riguarda le infrastrutture calcistiche. Il calcio italiano soffre da anni di un problema cronico legato agli stadi: il 93% degli impianti è di proprietà pubblica e molti sono considerati obsoleti rispetto agli standard europei.
A differenza di paesi come l’Inghilterra e la Germania, dove le società calcistiche possiedono e gestiscono direttamente i loro impianti, in Italia la burocrazia e i vincoli normativi hanno reso difficile l’ammodernamento delle strutture. Questo ha avuto un impatto negativo sulla qualità dell’esperienza per i tifosi e sulla capacità dei club di generare entrate extra, come il merchandising e gli eventi non sportivi.
Per risolvere questa situazione, il governo ha proposto una serie di misure, tra cui:
- Sgravi fiscali per chi investe nella costruzione o ristrutturazione degli stadi
- Semplificazione delle procedure burocratiche per favorire gli investimenti privati
- Nomina di un commissario straordinario per accelerare i progetti infrastrutturali
- Riconoscimento degli stadi come infrastrutture strategiche nazionali, facilitando l’accesso ai finanziamenti pubblici
Questi interventi sono particolarmente importanti in vista di Euro 2032, un evento che potrebbe rappresentare un volano per il miglioramento delle infrastrutture italiane.
Critiche e Sfide per il Futuro
Nonostante il sostegno della maggioranza di governo, la riforma ha suscitato forti opposizioni, in particolare da parte del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, che considerano il ritorno della pubblicità delle scommesse un rischio per la salute pubblica.
Secondo gli oppositori, il provvedimento rischia di incentivare la ludopatia, un fenomeno già in crescita in Italia. Solo nel 2025, si stima che la spesa per il gioco d’azzardo raggiungerà i 150-180 miliardi di euro, con un coinvolgimento sempre maggiore dei giovani.
Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha però difeso la misura, sottolineando il principio del “diritto alla scommessa” e sostenendo che una regolamentazione chiara possa garantire una maggiore tutela dei consumatori, distinguendo meglio tra operatori legali e illegali.
Il prossimo passo sarà la presentazione di una relazione dettagliata entro settembre 2025, in cui il governo dovrà chiarire le modalità di attuazione della riforma.
Se attuata con successo, questa riforma potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il calcio italiano, rendendolo più sostenibile e competitivo a livello internazionale. Resta da vedere come il governo tradurrà le intenzioni in provvedimenti concreti e quali saranno gli effetti reali sul panorama calcistico del paese.