Banner rotante desktop
venerdì 22 Agosto 2025

Rissa sulla spiaggia di Isola Capo Rizzuto: un ventenne è clinicamente morto. Cinque arresti per rissa aggravata

Un martedì d’estate trasformata in tragedia. Il ragazzo ferito alla gola durante la violenta rissa scoppiata sulla spiaggia di Le Cannella, a Isola Capo Rizzuto, è stato dichiarato clinicamente morto all’ospedale Pugliese-Ciacciodi Catanzaro, dove era stato trasferito in elisoccorso dopo un primo intervento chirurgico a Crotone. La sua vita si è fermata in un pomeriggio che doveva essere di mare e vacanza e che invece ha mostrato, ancora una volta, quanto fragile possa essere il confine tra quotidianità e follia.

La scintilla e la spirale di violenza

Tutto comincia attorno alle 12.30. Secondo la prima ricostruzione investigativa, una manovra spericolata compiuta nei pressi dell’ingresso di un lido avrebbe acceso il confronto tra due nuclei familiari del comprensorio isolitano. Le parole diventano spintoni, poi colpi. In pochi istanti la lite dilaga in una rissa furiosa, con l’uso di coltelli e mazze spezzate. La spiaggia si svuota: molti bagnanti, impauriti, si allontanano in fretta dal tratto di arenile. Restano a terra i feriti, quattro in totale, oltre ad altri tre contusi poi dimessi. Il più grave è un ventiduenne (iniziali V. F.) colpito alla gola da un’arma da taglio: viene prima stabilizzato al Pronto soccorso di Crotone, quindi trasferito d’urgenza a Catanzaro, dove i sanitari lottano a lungo per tenerlo in vita. Oggi l’esito più temuto: è in stato di morte cerebrale.

L’intervento delle forze dell’ordine e i soccorsi

A Le Cannella arrivano in pochi minuti i Carabinieri della Tenenza di Isola Capo Rizzuto, le Stazioni di Cutro e Belvedere di Spinello, il personale della Sezione Operativa del NORM di Crotone e del Nucleo Investigativo del Comando provinciale. Con loro operano anche equipaggi della Questura di Crotone e del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato. Un dispositivo massiccio, necessario per isolare i contendenti, raccogliere i primi elementi e soprattutto evitare che le tensioni, alimentate dall’arrivo di parenti e conoscenti in ospedale, degenerino di nuovo. Sul fronte sanitario, i feriti vengono smistati tra Crotone e Catanzarotre con lesioni lievi vengono medicati e dimessi, quattro finiscono in sala operatoria o in reparto.

Le indagini e gli arresti

Sotto il coordinamento del sostituto procuratore Pasquale Festa, le indagini muovono rapide. La dinamica viene circoscritta, le responsabilità delimitate, le posizioni individuali cristallizzate. In serata scattano cinque arresti con l’accusa di rissa aggravata: si tratta di P. F. (59 anni) e P. A. (40), trasferiti in carcere a Crotone, e di P. G. (39)V. G. (57) e B. A. (44), piantonati in Chirurgia e Ortopedia perché ancora in cura. Tutti sono a disposizione dell’Autorità giudiziaria in vista della richiesta di convalida. Parallelamente, gli inquirenti stanno continuando a verificare ogni dettaglio utile a qualificare con precisione i comportamenti dei singoli, anche alla luce dell’arma da taglio utilizzata contro il ventiduenne.

La ferita di una comunità

Resta il dolore. Quello delle famiglie coinvolte, quello di una comunità che si scopre improvvisamente vulnerabile sul suo litorale più frequentato, quello di chi ieri era in spiaggia e oggi fa i conti con immagini difficili da cancellare. Episodi come questo, che nascono da una banalità e precipitano in una tragedia, interrogano tutti: istituzioni, forze dell’ordine, mondo dell’associazionismo, media. Chiedono educazione al rispetto, controllo dei comportamenti, rifiuto netto della violenza. Chiedono anche – e soprattutto – responsabilità individuale e collettiva.

La giustizia farà il suo corso; alle famiglie giunga il rispetto dovuto in ore così drammatiche. A chi frequenta le nostre spiagge, l’invito a farsi parte di una cultura del limite che è prima di tutto tutela della vita. Perché un giorno d’agosto non debba più trasformarsi in un racconto di sangue.

Articoli correlati

Ultimi articoli