La Serie B, da sempre crocevia di passioni ardenti e verdetti spesso inattesi, ha vissuto una delle sue pagine più surreali e amare all’Arechi. Quella che doveva essere una battaglia sportiva per la permanenza in categoria, il playout di ritorno tra Salernitana e Sampdoria, si è trasformata in un epilogo di caos e frustrazione. Una partita che non ha potuto avere un termine naturale sul campo, concludendosi invece con una sospensione definitiva che ha sancito la retrocessione dei granata in Serie C in un clima di incredulità e profonda delusione. La Sampdoria, dal canto suo, ha potuto tirare un sospiro di sollievo, confermando la sua permanenza in cadetteria, ma in un modo che lascerà a lungo il segno.
Salernitana-Sampdoria, un clima incandescente: le premesse di un playout ad alto rischio
L’aria all’Arechi era già satura di tensione ben prima del fischio d’inizio. La vigilia del playout era stata segnata da una serie di eventi che avevano esacerbato gli animi della tifoseria campana. Innanzitutto, le polemiche seguite al cambio di scenario per le squadre retrocesse dalla Serie B, con la penalizzazione del Brescia e l’insperata chance concessa alla Sampdoria di giocare il playout contro la Salernitana, mentre il Frosinone si salvava direttamente. A ciò si era aggiunta la sconfitta granata per 2-0 nella gara d’andata a Genova. Il ritorno, poi, era stato funestato da ulteriori “veleni” a causa di un’intossicazione alimentare sul volo di ritorno della squadra campana. Tutto questo aveva creato un terreno fertile per la contestazione, e alla vigilia si temeva che, se le cose si fossero messe male, la tifoseria avrebbe potuto manifestare il proprio dissenso in maniera forte.
Il caos in campo: fumogeni, seggiolini e la sospensione inevitabile
Le peggiori previsioni si sono purtroppo avverate. La partita, ripresa dopo il tentativo di una breve sospensione, è durata a malapena un minuto. Con il risultato parziale di 2-0 per gli ospiti (gol di Coda al 38′ e di Sibilli al 49′), che sommato al 2-0 dell’andata vedeva di fatto la Salernitana già retrocessa in Serie C, la frustrazione è esplosa. Nel secondo tempo, le intemperanze dei tifosi campani sono degenerate. Hanno iniziato con il lancio di fumogeni e l’esplosione di potenti petardi. Poi hanno proseguito lanciando anche seggiolini in campo. L’arbitro Doveri, dopo una breve attesa sul terreno di gioco e l’intervento anche della polizia in tenuta antisommossa, ha fatto rientrare le due squadre negli spogliatoi, sospendendo il match. Non c’erano più le condizioni per garantire l’incolumità dei protagonisti in campo.
Un epilogo doppiamente amaro: l’Arechi vuoto e la Serie C a tavolino
L’immagine dell’Arechi desolatamente vuoto, dopo l’ennesimo tentativo fallito di riprendere la gara, ha segnato il culmine di una serata surreale. Dopo un nuovo lancio di petardi e seggiolini dalla curva della Salernitana, la constatazione dell’impossibilità di proseguire in condizioni di sicurezza è diventata ineluttabile. Il direttore di gara, di concerto con i responsabili dell’ordine pubblico, non ha potuto fare altro che sospendere definitivamente la gara di ritorno del playout di Serie B. La conseguenza è stata inevitabile: la retrocessione della squadra granata in Serie C è stata sancita con uno 0-3 a tavolino. È stato un epilogo doppiamente triste, perché al risultato sportivo del campo si è aggiunto un comportamento davvero indegno da parte di alcuni tifosi, macchiando una serata già di per sé amara per la comunità granata.
La notte dell’Arechi lascia un segno profondo. Ricorda che la passione sportiva, se non gestita con maturità, può sfociare in gesti che danneggiano non solo la propria squadra, ma l’immagine stessa del calcio. In un campionato come la Serie B, che si preannuncia tra i più avvincenti degli ultimi anni, con squadre ambiziose come il Catanzaro pronte a contendersi ogni punto sul campo, episodi come quello di Salerno devono servire da monito. La competitività e l’agonismo devono sempre coesistere con il rispetto delle regole e la salvaguardia dello spettacolo sportivo, valori che rimangono imprescindibili per la credibilità e l’attrattiva del calcio.