Pigliacelli 6 – Due validi interventi e qualche rischio nella costruzione dal basso, che è comunque sempre il suo marchio di fabbrica. Assolutamente incolpevole sul gol subito. Frosinini 5.5 – La personalità non gli difetta, la fisicità nemmeno. Ma compie due errori decisivi in una volta nell’occasione del gol subito, facendosi buggerare prima dal cross di Berardi e poi dell’inserimento con conclusione vincente di Doig. Ed è un vero peccato, perché per il resto la sua è stata una valida prestazione. Ma poco male: è un errore che gli servirà per crescere.
Brighenti 6.5 – Dove non arriva con la tenuta fisica, ci arriva con la caparbietà e un’intelligenza nel ruolo che pochi anno. Titanico, riesce a complicare non poco i piani in attacco degli avversari. Nel finale cala un po’, ma ci sta tutto. (Dall’82’ Bettella s.v.)
Antonini 6.5 – Dal punto di vista difensivo non sbaglia nulla. Gli passa spesso dalle sue parti Berardi, pessimo cliente, calcisticamente parlando, ma riesce a limitarlo con ottima continuità. E in generale, sbaglia davvero poco. Unico neo: una certa lentezza in uscita, nel far ripartire la squadra, che oltre ad abbassare notevolmente il ritmo, può costare cara a livello individuale. Ma oggi, ripetiamo, a livello difensivo non ha sbagliato nulla.
Di Chiara 6 – Attento in marcatura, prova la via del gol su calcio di punizione, impegnando con efficacia il portiere avversario. (Dall’82’ Favasuli s.v.).
Rispoli 5.5 – Coraggioso, dotato di buona personalità, ma sbaglia anche due ottime verticalizzazioni per Iemmello che potevano creare maggiori fastidi, se non addirittura il gol. Nel complesso, è un calciatore che può solo crescere, a livello esponenziale. Lo attendiamo per un campionato cadetto da protagonista, e non solo lui.
Pontisso 6 – Il suo compagno di centrocampo per eccellenza, Petriccione, non è al meglio. Ma lui c’è, anche se non brilla. Da un suo calcio d’angolo nasce un’azione pericolosissima, nella quale solo il palo nega il gol ai giallorossi.
Petriccione 5 – Poco lucido e molto confuso, sia pure dopo un inizio che sembrava promettente. Ma ha tutti i mezzi tecnici per rifarsi e lo dimostra da sempre. (Dal 56’ Pittarello 5.5 – Carismatico, straripante, coriaceo. Ma non vede la porta con efficacia).
Liberali 5.5 – Ha delle clamorose amnesie, ma è ancora un ragazzino ed è a tutti gli effetti la grande promessa del calcio italiano. Lo vedremo prossimamente, per quello che vale. Trequartista di stile classico – quindi non troppo omologato nel calcio moderno-ha però le qualità per fare la differenza tecnica a centrocampo e adattarsi a qualsiasi situazione tattica. Ha qualità e fantasia. Per l’esperienza e l’adattamento ci sarà il campo. Un colossale investimento per il futuro. (Dal 56’ D’Alessandro 6 – Con la sua velocità, cambia la partita. Alla progressione, aggiunge notevole concretezza. Se manterrà un ottimo stato di forma, potrà essere molto prezioso in campionato).
Nuamah 5 – Da lui ci aspettiamo una progressione al galoppo da cavallo di razza. La fa notare in una sola occasione, per il resto risulta piuttosto opaco in relazione alle sue concrete possibilità. Anche lui è da rivedere in campionato. (Dal 91’ Buso s.v.).
Iemmello 5.5 – Poco servito certamente, ma l’alibi si conferma fino a quando non sbaglia in maniera incomprensibile un gol clamoroso che avrebbe portato a un meritato pareggio.
Allenatore Alberto Aquilani 6 – Come prima uscita, il Catanzaro tiene molto bene il campo, domina il gioco per alcuni tratti nella ripresa, ma sconta ritardi fisiologici a questo punto prima dell’inizio del campionato, come una certa lentezza della manovra, un’incisività non ancora da “cazzimma” dei magnifici giovani a centrocampo e un attacco sterile che avrebbe bisogno di più prolificità. Sono tutti problemi risolvibili, fra preparazione e mercato, ma la mentalità giochista e vincente di Aquilani inizia ad affiorare.
Una nota mediocre, infine, per l’esordiente arbitro, Niccolò Turrini di Firenze, che ha tollerato un gioco duro in maniera fin troppo permissiva, non estraendo giusti cartellini gialli e applicando la regola del vantaggio in maniera molto fantasiosa. Nel suo caso ce lo chiediamo: sarà stata l’emozione?