La prima uscita ufficiale del Catanzaro al Mapei Stadium si chiude con un 1-0 che lascia rammarico ma anche segnali incoraggianti. A decidere Sassuolo–Catanzaro è il sinistro di Doig su invito di Berardi al 32’, ma nella ripresa le Aquile hanno costruito due occasioni nitide – il palo dopo la deviazione su Rispoli e la zampata mancata di Iemmello – che avrebbero potuto ribaltare l’inerzia. Nel dopogara Alberto Aquilani ha offerto un’analisi lucida, misurata e ricca di contenuti tecnici.
«Questo stadio mi porta bene: abbiamo pagato l’emozione, poi ci siamo sciolti»
«Questo stadio mi ricorda belle cose: qui ho giocato e qui, da allenatore, ho vinto diversi trofei con la Fiorentina Primavera, perdendo anche in modo incredibile una finale. È sempre un campo che ti fa venire voglia di giocare a calcio», ha esordito Aquilani, legando il passato alla nuova avventura giallorossa.
Il tecnico ha riconosciuto la diversa cilindrata dell’avversario («affrontavamo una squadra di categoria differente, con un motore differente»), ma non ha cercato alibi: «Siamo partiti un po’ timidi: nel primo tempo abbiamo pagato un po’ di emozione, soprattutto perché abbiamo tanti ragazzi giovani che devono passare da questi momenti. Nel secondo tempo ci siamo sciolti, anche grazie a qualche aggiustamento strutturale, e ho visto una squadra più coraggiosa».
Identità e dettagli: «Due chance clamorose, ma anche il Sassuolo ha costruito»
Il cuore del messaggio dell’allenatore sta nell’equilibrio: «Nel corso della partita i miei giocatori hanno alzato il livello della prestazione. Nel primo tempo potevamo fare qualcosa in più; nel secondo abbiamo avuto due occasioni clamorose, ma anche il Sassuolo ha costruito».
Giovani e crescita: «Nuamah è interessante: ascolta, è umile e vuole migliorare»
Spazio, poi, a un focus sui profili più verdi della rosa: «Nuamah (di proprietà del Sassuolo, ndr) è un ragazzo interessante, molto giovane e applicato: ha doti importanti. Cercheremo di farlo crescere nel migliore dei modi. È un ragazzo che ascolta, è umile e ha voglia di migliorare». Parole che incorniciano la filosofia di lavoro di Aquilani: identità chiara, competizione interna e attenzione maniacale alla crescita individuale, senza bruciare tappe.
La rotta giallorossa
Al netto dell’eliminazione in Coppa Italia Frecciarossa, il Catanzaro esce dal Mapei con la sensazione di avere una base su cui costruire: organizzazione, coraggio nelle pressioni e margini evidenti nella rifinitura e nella gestione delle transizioni. La richiesta del tecnico è già sul tavolo: trasformare l’identità vista a tratti in continuità di prestazione, aumentando qualità e cattiveria nell’ultimo terzo.
La stagione è appena cominciata. Per Aquilani e per i suoi si apre adesso il cantiere del campionato: da questa notte di Reggio Emilia il gruppo porta a casa lezioni utili e un messaggio chiaro, riassunto dalle parole dell’allenatore: meno timidezza, più coraggio, stessa idea di gioco. La strada è tracciata.