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lunedì 21 Aprile 2025

Simeri Mare, cane avvelenato nel giardino di casa: “Un attacco alla convivenza civile”

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La denuncia di una residente riporta l’attenzione sui pericoli dell’uso indiscriminato di sostanze velenose nei contesti urbani

Un pomeriggio come tanti, in una zona residenziale di Simeri Mare, si è trasformato in un incubo. A viverlo è stata una cittadina che, appena rientrata dal lavoro, ha trovato il proprio cane in condizioni drammatiche: convulsioni violente, bava alla bocca, e uno stato di agitazione che lasciava presagire il peggio.

L’animale, che poco prima stava bene e si trovava all’interno del giardino di casa, è stato trasportato d’urgenza in una clinica veterinaria della zona. I medici hanno subito riscontrato un avvelenamento da metaldeide, un lumachicida comunemente utilizzato in agricoltura, ma estremamente tossico non solo per cani e gatti, ma anche per i bambini se ingerito accidentalmente.

La denuncia: episodi ripetuti e segnali allarmanti

Secondo la testimonianza fornita dalla residente – che ha già sporto denuncia presso il comando dei Carabinieri e informato il Sindaco del Comune – non si tratterebbe di un caso isolato. In passato, nella stessa area verde della proprietà, la donna avrebbe trovato tracce di metaldeide, riconoscibili per via del colore bluastro dei granuli, e notato episodi inspiegabili: piante improvvisamente seccate, siepi distrutteerba bruciata e chiazze annerite sul terreno.

Tutti segni che fanno pensare a un utilizzo ripetuto e deliberato di sostanze tossiche, probabilmente anche in forma liquida, che potrebbero aver compromesso l’ambiente circostante e rappresentare un rischio per la salute pubblica.

“È un attacco alla convivenza civile e al rispetto per la vita”, ha dichiarato la proprietaria del cane. “Un gesto vile, che colpisce non solo un animale innocente, ma tutta la comunità. Viviamo con il terrore che possa succedere di nuovo, magari con bambini coinvolti. Occorre intervenire con urgenza.”

Un rischio che va oltre il caso singolo

Il caso di Simeri Mare non è isolato. Ogni anno in Italia si registrano centinaia di casi di avvelenamenti di animali domestici causati da pesticidi, rodenticidi e altri veleni, spesso disseminati senza alcuna precauzione in spazi pubblici e privati. La metaldeide, in particolare, è una delle sostanze più pericolose: il Ministero della Salute ne consente l’uso solo in ambito agricolo e con precise modalità di somministrazione.

Il problema, come rilevato anche da numerose associazioni animaliste, è l’uso improprio o doloso di queste sostanze da parte di cittadini che le acquistano facilmente senza comprenderne la reale pericolosità. In casi come quello di Simeri Mare, l’intento doloso appare evidente: il veleno è stato presumibilmente introdotto direttamente nel giardino dell’abitazione, e ciò potrebbe configurare un reato perseguibile penalmente.

Le conseguenze per l’ambiente e la salute

Oltre al danno emotivo e fisico subito dal cane – che, fortunatamente, non è più in pericolo di vita, anche se resta sotto osservazione per possibili danni epatici o renali – resta il danno all’ambiente. Nelle ore successive all’episodio, è appassita l’intera area verde adiacente all’abitazione, un evento insolito che confermerebbe l’utilizzo di una sostanza estremamente aggressiva.

Il rischio maggiore, però, è per i bambini e per gli animali liberi che potrebbero entrare in contatto con il veleno. Secondo un rapporto dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ogni anno si registrano oltre 4.000 casi di avvelenamento accidentale tra animali da compagnia, con un tasso di mortalità ancora troppo elevato.

Un appello alle istituzioni e alla cittadinanza

La residente ha chiesto l’intervento delle autorità affinché venga fatta luce sul caso e si identifichi l’autore del gesto. Non solo: ha anche chiesto che vengano rafforzati i controlli sulle sostanze pericolose e avviate campagne di sensibilizzazione per educare la cittadinanza all’uso responsabile di prodotti chimici.

“Spero che quanto accaduto possa servire da monito e che il Comune si attivi per garantire sicurezza e tutela per tutti: animali, bambini, cittadini. È in gioco il benessere della nostra comunità.”

Nel frattempo, il cane resta sotto osservazione, monitorato costantemente dai veterinari che stanno valutando l’impatto del veleno su fegato e reni. Il timore più grande, però, è che possano verificarsi altri episodi simili in un quartiere che, almeno fino a qualche giorno fa, era considerato tranquillo e sicuro.

Quanto accaduto a Simeri Mare non può passare sotto silenzio. Al di là dell’emozione e dell’indignazione, è necessario aprire una riflessione seria su un fenomeno diffuso ma troppo spesso sottovalutato. Gli avvelenamenti dolosi non sono solo un crimine contro gli animali, ma rappresentano una minaccia per la salute pubblica, per l’ambiente e per il senso stesso di convivenza civile.

Servono più controlli, ma anche più cultura della responsabilità. Perché un veleno lasciato in un giardino può colpire chiunque. E la sicurezza, in un paese civile, non può essere messa in discussione da gesti codardi e irresponsabili.

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