La prima trasferta stagionale del Catanzaro si chiude con uno 0-0 che racconta più di quanto dica il tabellino. Al “Picco” contro lo Spezia è partita sporca, tirata, con un tiro nello specchio per parte e margini stretti per entrambi. Ma dentro il poco rumore ci sono segnali utili: ordine, pazienza, una struttura che regge anche in una serata di pochi strappi. Gli oltre quattrocento cuori giallorossi arrivati sul Golfo dei Poeti hanno accompagnato la squadra al secondo risultato utile in due giornate di Serie B.
Primo tempo: campo corto, margini stretti
L’avvio è nervoso: subito giallo a Salvatore Esposito per gioco pericoloso su Pittarello, poi Cissé finisce sul taccuino dell’arbitro per un fallo di ritorno. Si lotta sulle seconde palle, le linee restano compatte, gli spazi tra i reparti si accorciano. Lo Spezia prova ad alzare il ritmo intorno alla mezz’ora e costruisce l’occasione più nitida: sponda di Candelari per Candela, ma Pigliacelli ci mette la mano giusta e tiene lo 0-0. Il Catanzaro sale a folate — Iemmello viene incontro per pulire il primo passaggio, Pittarello prova a fissare i centrali — e chiude in controllo emotivo: al 43’ Bettella calcia di mancino dopo un rimpallo, palla che sfila a lato. Intervallo a reti bianche e sensazione di partita “a incastro”.
Ripresa: gestione, cambi e due brividi per parte
Si riparte senza cambi e con lo stesso copione: ritmi medi, pochi rischi, attenzione maniacale alle seconde giocate. Al 59’ Aquilani inserisce Buso e Di Chiara per alzare gamba e qualità sui cross: il terzino porta subito un’arma da palla inattiva e, al 76’, sfiora l’eurogol da lontano con un destro che scende tardi. Il Catanzaro costruisce l’occasione migliore all’altezza del 78’: bella combinazione, Pittarello serve Pontisso in area, tiro strozzato che esce di poco. Dall’altra parte, all’80’, sinistro di Comotto che fa respirare il “Picco” e passa alto non di molto. Nel finale dentro anche Frosinini e Nuamah per blindare la fase di non possesso e tenere viva la minaccia in transizione. Cronaca asciutta, punteggio integro.
Le scelte: 4-2-3-1 elastico contro 3-5-2 aggressivo
Aquilani resta sul 4-2-3-1 con Rispoli–Pontisso a due in regia, D’Alessandro–Iemmello–Cissé alle spalle di Pittarello. Di fronte, il 3-5-2 di D’Angelo cerca pressione alta e verticalità immediata. La chiave giallorossa sta nelle uscite pulite: coraggio nel corto, terzini alternati (Favasuli positivo), occupazione del mezzospazio per attirare la pressione e ribaltarla. Non basta per creare volume, sì per togliere ossigeno allo Spezia e portare la sfida dove voleva lo staff.
Due momenti-chiave: la mano di Pigliacelli e il quasi-gol di Di Chiara
Nel poco che concede la gara, pesano dettagli. La parata di Pigliacelli su Candela nel primo tempo è snodo che preserva la partita; il destro liftato di Di Chiara nella ripresa è il manifesto del “si può alzare il mirino”. In mezzo, la giocata di Pittarello che manda al tiro Pontisso racconta l’idea: tenere palla, trovare l’uomo tra le linee, attaccare l’area coi tempi giusti.
Numeri e sensazioni: identità in costruzione
Le cifre parlano di possesso oltre il 55%, pochissimi tiri puliti e una gara compressa negli ultimi trenta metri. Le sensazioni dicono che la squadra non si scompone, sa soffrire “bene” e sta imparando a gestire l’inerzia quando non può forzare. A fine agosto vale doppio.
Cosa resta (e cosa serve)
Restano il punto e una tela più definita: Antonini–Bettella solidi, Rispoli ordinatore utile, Iemmello sempre riferimento tecnico. Servono sincronismi migliori sulle catene laterali, più cattiveria nell’ultimo passaggio e una dose di brillantezza in area. Arriveranno con lavoro e condizione.
Due giornate, due pareggi, zero reti incassate e la sensazione di essere già squadra. Non è tempo di fuochi d’artificio, ma di mattoni. Lo 0-0 del “Picco” è uno di quelli che fanno spessore.