Pigliacelli 8 – Lo Spezia si presentava come squadra letale in attacco, ma alla luce dei fatti si rende pericolosa con frequenza solo nel finale di gara. E il portierissimo giallorosso risponde presente, con tre interventi miracolosi.
Brighenti 6.5 – In alcune circostanze sembra in difficoltà – e in una di queste guadagna anche un’ammonizione – ma nel complesso si rende protagonista di una valida prestazione, con alcune chiusure precise e interessanti. Pio Esposito cerca di raggirarlo con una sceneggiata calcistica, ma per fortuna esiste il VAR che ogni tanto rimette giustizia. (Dal 71’ Antonini 6.5 – Prezioso nel momento di maggiore forcing dello Spezia).
Scognamillo 7 – Dalle sue parti passano tanti pericoli, ma lui, coriaceo e determinato come sempre, non lascia passare proprio nessuno.
Bonini 6.5 – Ha il difetto di cadere in una delle tante, ripetute provocazioni di parte spezzina, beccandosi un’ammonizione francamente evitabile. Per il resto, sempre affidabile nella fase difensiva.
Situm 6 – In poche occasioni, si fa apprezzare nelle sue spettacolari volate “coast to coast” sulla fascia. Per il resto, torna ad essere titolare dopo un bel po’ di tempo ed è già una notizia da rimarcare. (Dall’81’ Cassandro n.g.).
Pagano 7.5 – Si inserisce e cerca anche la conclusione più di una volta, ma è da rifinitore che fa davvero spettacolo. Tante giocate di gran classe, fra cui il sublime ed azzeccato assist per il gol vincente di Pittarello. Trequartista moderno in vena di magie, cresce partita dopo partita e inizia a confermare indiscutibilmente le sue doti da “predestinato” del calcio italiano.
Petriccione 7 – Sia nel passaggio breve che nel lancio lungo, l’eleganza e la spettacolarità della visione di gioco rifulgono in maniera abbagliante. Di lui, non si può fare a meno, per le sue caratteristiche.
Pompetti 6.5 – Fallisce clamorosamente l’occasione per il gol del vantaggio, nel primo tempo, con una conclusione non degna di lui, che può fare di meglio e lo sa benissimo. Per il resto, un motorino infaticabile a centrocampo. Esce dal campo sfinito. (Dall’80’ Ilie s.v.).
Quagliata 5.5 – Duella sulla fascia con avversari che in teoria non gli vorrebbero lasciare neanche le briciole e usano tutti i mezzi (anche non corretti) per farlo. Ma lui non si tira indietro e affronta la battaglia a viso aperto, anche nello scontro verbale. Si fa espellere ingenuamente nei minuti finali, irretito per l’ennesima volta dalle continue provocazioni subite.
La Mantia 6 – Ci prova in tutti i modi a rendersi pericoloso, con scarsa fortuna, ma svolge anche del lavoro cosiddetto “oscuro” ed efficace per la squadra. (Dal 70’ Pittarello 8 – Un voto meritato, perché questo ragazzo non si è mai fatto condizionare dalla mancanza del gol segnato, mettendosi sempre a disposizione della squadra con enormi doti di abnegazione e spirito di sacrificio. Contro lo Spezia ha colto l’occasione per andare a segno nel migliore dei modi, con un tiro assolutamente imprendibile costruito con una giocata da attaccante vero, quale lui è sempre stato. Complimenti a lui: si merita questa grande soddisfazione e ci si augura che ne seguano anche altre nelle prossime partite. Ormai si è sbloccato e ha nuovi stimoli in più).
Iemmello 6 – Fa ammonire Bandinelli dopo appena un minuto di gioco, lega il gioco come sempre, quasi da regista aggiunto con licenza di svariate, ma ha poche occasioni per rendersi pericoloso in avanti. (Dall’87’ Coulibaly s.v.).
Allenatore Fabio Caserta 8 – Fra noi abbiamo iniziato a chiamarlo “Don” Fabio, come fu Fabio Capello ai tempi del Real Madrid. Il titolo che in Spagna (e un tempo anche nei nostri paesi del Sud Italia) si è sempre dato ai nobili e alle persone veramente importanti e rispettabili, gli sta a pennello. Oggi è stata la sua vittoria. Contro uno Spezia dal forte peso in attacco, dal pressing continuo e da altre variabili meno positive di cui si discuterà fra un attimo, il Catanzaro ha vinto sapendo soffrire e ravvivando il campionato in zona playoff. Ottimo, fra i cambi, l’ingresso dí Pittarello, che si è rivelato vincente e non aspettava altro.
E veniamo nel finale alle asprezze della gara. Ci piace pensare che, come noi, anche l’A.I.A., la C.A.N. e soprattutto il Designatore vedano le partite e scelgano l’arbitro giusto da inviare a dirigere la gara. Con quattro ammonizioni nel giro di poco più di mezz’ora e una addirittura al primo minuto di gioco, l’arbitro La Penna ha fatto capire subito che aria tirava. Ma ciò nonostante gli spezzini si sono esibiti – come all’andata – in un vasto campionario di falli, provocazioni e simulazioni con tuffi in stile Cagnotto.
Emblematico è stato ad esempio l’episodio del rigore, poi giustamente cancellato dal VAR: Pio Esposito ha cercato di difendersi, affermando che il contatto non c’era, ma neanche la simulazione. Noi non abbiamo parole, non sappiamo voi. In ogni caso, una volta tanto il VAR è stato impeccabile in entrambe le occasioni nelle quali è stato chiamato in causa. E non è poco, di questi tempi.