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venerdì 17 Ottobre 2025

Spezia-Catanzaro, D’Angelo avvisa: “Partita da Spezia”. Beruatto c’è, rientra Vlahovic, out Kouda

Lo snodo già significativo di questo avvio di Serie B passa dal “Alberto Picco”, dove lo Spezia attende il Catanzaro di Alberto Aquilani. Alla vigilia, Luca D’Angelo ha scelto la via della trasparenza: «Non abbiamo fatto una buona partita e il risultato è stato la conseguenza di ciò che non siamo riusciti a mettere in campo», parole riportate da TeleNord.it che fotografano con lucidità il punto di ripartenza bianconero. Più dei numeri, a La Spezia serve una prova “da Spezia”: compattezza, pressione organizzata, ritmo nel ribaltare l’azione e una gestione dei momenti che riporti il Picco dalla parte dei padroni di casa.

Tra infermeria e mercato: la rotta bianconera

Il contesto fisico pesa e D’Angelo non lo nasconde. La preparazione è stata segnata da stop in serie — Bandinelli, Vignali, Hristov, Cassata, Vlahovic, quindi Aurelio più di recente — e l’allenatore ribadisce: «Non è una scusa, è un dato di fatto». L’impatto di una pre–season monca si vede nelle sincronie: linee talvolta troppo lunghe, tempi di pressione non omogenei, qualche secondo pallone concesso. È qui che si concentra il lavoro settimanale: accorciare i reparti, alzare il baricentro con tempi condivisi, riattivare quella riaggressione immediata che ha segnato il ciclo del tecnico.

Dal mercato, intanto, è arrivata una risposta funzionale. Pietro Beruatto aggiunge corsa, cross e qualità nelle uscite laterali: «È a disposizione e sarà convocato, anche se non ha ancora minutaggio elevato», sottolinea D’Angelo, convinto che l’ex Pisa porterà tecnica e grinta sulla corsia. In un impianto che spinge molto sull’ampiezza, un terzino capace di alzarsi in conduzione e rifinire nell’ultimo terzo è benzina per l’attacco posizionale e strumento prezioso per sfondare quando il Catanzaro proteggerà il centro.

Sul fronte disponibilità, il quadro è chiaro: Kouda assente per squalificaVanja Vlahovic torna nell’elenco dei convocati e offre peso e attacco dell’area, Zurkowski c’è nonostante le voci di mercato, mentre Lapadula resta out. È ulteriore motivo per pretendere rifornimenti puliti e continui verso la prima linea, senza spezzare il filo tra costruzione e rifinitura: verticalità sì, ma con criterio, per non consegnarsi alle transizioni giallorosse.

Il banco di prova giallorosso

Dalla sponda Catanzaro arrivano segnali misti. L’esordio ha mostrato qualche fibrillazione nelle uscite dal basso e nelle transizioni difensive, ma il talento offensivo non si discute: la perla di Pietro Iemmello ha scritto il risultato e ricordato a tutti quanto i calabresi possano essere determinanti se riescono a connettere il capitano al corridoio centrale e agli esterni. Per questo lo Spezia dovrà proteggere i mezzi spazi con densità e tempi di raddoppio, evitando conduzioni frontali che il Catanzaro sa verticalizzare a memoria.

Nella lettura tattica della vigilia, D’Angelo non deroga ai principi: «Giocheremo sempre alla stessa maniera, vogliamo fare una partita da Spezia». Traduzione operativa: pressioni coordinate sul primo possessore, squadra corta, aggressione alle ricezioni tra le linee, riaggressione immediata dopo la perdita. È il modo più efficace per sporcare le trame di un Catanzaro tecnico e palleggiatore, che con Aquilani alterna costruzione paziente a risalite rapide, puntando sulla qualità dell’ultimo passaggio.

Il fattore Picco e la gestione dei momenti

C’è poi la variabile del tempo emotivo della gara. Il Picco chiede un cambio di passo e D’Angelo invoca che l’onda del pubblico diventi leva tattica: più contrasti vinti, più seconde palle, più continuità nell’occupare l’area con almeno due uomini. In partite così, i dettagli spostano: un piazzato ben battuto, la scelta di consolidare anziché forzare una transizione, la risalita “terzo uomo” sulla catena quando il pressing giallorosso alza i giri. Ogni micro–decisione può cambiare inerzia e punteggio.

Il mercato incombe sulle ultime ore, ma il messaggio resta sobrio. «Quest’estate nessuno era incedibile», ricorda il tecnico. Se Zurkowski resterà, per D’Angelo può essere un fattore; se arriverà un altro tassello, dovrà calarsi in un telaio riconoscibile. Nella sostanza, lo Spezia vuole aggiungere funzioni, non stravolgere l’identità: qualità sulle corsie, chilometri nelle gambe, presenza in area e gestione dei momenti in cui la partita si sporca.

Dove si decide: duelli, seconde palle, trenta metri

Per il Catanzaro, la misura del progresso passerà dalla capacità di reggere l’urto del primo quarto d’ora e dalla pulizia della prima uscita. Se Aquilani troverà linee di passaggio interne e la squadra riuscirà a salire compatta, la gara scivolerà su un terreno più congeniale al palleggio; diversamente, diventerà battaglia di duelli, rimbalzi e seconde palle, spartito in cui lo Spezia — casa, densità, ritmo — sa esaltarsi. Decisivi, su entrambi i fronti, l’occupazione dell’area e la precisione sul calcio piazzato.

In definitiva, Spezia–Catanzaro è un test di identità per entrambe. I liguri cercano la prima esibizione completa dell’anno per riaccendere il Picco e la propria autostima; i calabresi vogliono misurare la crescita contro un avversario che, al netto delle assenze, possiede struttura e abitudini da alta classifica. Vince chi farà meglio le cose semplici: pressione coi tempi giusti, linee strette, scelte lucide negli ultimi trenta metri. È lì, più che nei nomi, che spesso si decidono le partite e si costruiscono le stagioni.

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