Il viaggio di Ferragosto ha avuto il colore di sempre: giallo e rosso. A Reggio Emilia, nel cuore dell’Italia che in questi giorni si svuota per le ferie, il settore ospiti del Mapei Stadium, con il suo tifo, ha raccontato una storia che va oltre il risultato di Sassuolo-Catanzaro. A distanza di migliaia di chilometri dalla Calabria, cori, sciarpe e tamburi hanno riacceso la prima fiamma della stagione: il popolo giallorosso c’è, compatto, rumoroso, organizzato. Un termometro perfetto dello stato d’animo della piazza a una settimana dall’esordio in Serie B contro il Südtirol.
Cartoline dal Mapei: calore da piena stagione
Il colpo d’occhio è stato quello delle grandi occasioni, anche se con numeri naturalmente inferiori: sventolii di bandiere, stendardi storici, striscioni che da anni fanno il giro dei campi italiani. Nel pomeriggio rovente, tra famiglie in vacanza e gruppi partiti alle prime luci del mattino, la comunità catanzarese ha ricreato un pezzo di Ceravolo in trasferta. Non è mancata la consueta liturgia del tifo: sfilata di sciarpe all’ingresso delle squadre, cori no-stop, il “Noi amiamo solo il Catanzaro” che si è alzato più volte come dichiarazione d’identità. È la conferma di un tratto distintivo: questa tifoseria non conosce stagioni morte, neppure a metà agosto.
Chi c’era: la geografia dei gruppi e dei club
Accanto al nucleo della Curva Massimo Capraro con gli Ultras Catanzaro 1973, si sono rivisti gruppi della “diaspora” che da anni tengono accesa la fiammella lontano da casa: pezze da Emilia, Lombardia, Veneto e Piemonte, oltre a tanti studenti e lavoratori fuori sede che hanno trasformato la partita in un ritrovo. Una presenza eterogenea e trasversale – giovani, famiglie, vecchie guardie – che spiega il perché del “fenomeno Catanzaro”: capacità di mobilitarsi, rete di club attivi e un senso d’appartenenza che travalica i confini provinciali.
Catanzaro, mini-inchiesta sul tifo: verso il Südtirol, il Ceravolo chiama il sold out
La settimana che porta alla prima di campionato si apre sotto un segno chiaro: prevendita in arrivo e sold out atteso al “Nicola Ceravolo”. Dai referenti di diversi club territoriali filtra ottimismo: sono già in preparazione spostamenti dal comprensorio, accoglienza per i rientranti e un passaparola che corre veloce sui social.
La partita con il Südtirol è molto più di un esordio: è il vero abbraccio stagionale della città alla squadra di Alberto Aquilani. Il dato televisivo della Coppa (oltre 460 mila spettatori su Italia 1 per Sassuolo-Catanzaro) ha certificato un interesse nazionale; la risposta al botteghino si prepara a farne la versione “live”, con l’impianto che si avvia a riempirsi in ogni ordine di posto non appena verrà aperta la vendita.
Identità, continuità, ambizione: cosa racconta questo entusiasmo
Nel viaggio emiliano, al netto della sconfitta di misura, il tifo ha mandato tre messaggi. Identità: il Catanzaro è comunità, in casa e fuori. Continuità: l’onda lunga delle ultime stagioni non si è affievolita; la passione ha metabolizzato i cambi in panchina e in organico, pronta a sostenere il nuovo progetto. Ambizione: la fame di calcio è proporzionale alle attese; l’obiettivo dichiarato è vivere una Serie B nel segno del bel gioco, spingendo la squadra nei momenti chiave e trasformando il Ceravolo in un fattore competitivo.
Settimana dopo settimana, chilometro dopo chilometro, il Catanzaro conferma di essere un club che muove persone e sentimenti. Ora la palla passa alla città: prevendita ai nastri di partenza e Südtirol all’orizzonte. La prima cartolina stagionale è già pronta: uno stadio pieno, bandiere al vento e quel canto che unisce generazioni. Il termometro del tifo segna caldo torrido. E la stagione è appena cominciata.