Un nuovo scandalo scuote il calcio italiano: tentata combine legata alle scommesse in una gara di Serie B. Il protagonista è Tounkara Mamadou, calciatore fino a pochi giorni fa tesserato con il Guidonia Montecelio, punito con una squalifica di 10 mesi dal Tribunale Federale Nazionale. Il motivo? Il tentativo di convincere un collega, Jacopo Martini del Südtirol, a farsi ammonire durante la partita contro il Catanzaro per trarne profitto attraverso scommesse clandestine.
Il tentativo illecito e l’uso dell’app Signal
Secondo quanto riportato dal dispositivo ufficiale del Tribunale Federale Nazionale, i fatti risalgono al 24 ottobre 2024, tre giorni prima della sfida tra Catanzaro e Südtirol, valida per la 10ª giornata del campionato di Serie B. Tounkara avrebbe contattato Martini via WhatsApp, chiedendogli esplicitamente di scaricare l’applicazione Signal, nota per la sua capacità di cancellare i messaggi automaticamente dopo pochi minuti dalla lettura.
Una scelta che tradisce la volontà di nascondere un dialogo compromettente, che però Martini ha deciso di non ignorare. Anzi, dopo aver ricevuto una serie di messaggi inequivocabili, ha scelto la via della legalità, rivolgendosi immediatamente alla propria società, il Südtirol, che ha allertato la Procura Federale.
I messaggi: “Fratello, se entri mi serve un giallo”
I contenuti delle comunicazioni, resi pubblici dal dispositivo del TFN, non lasciano spazio a dubbi. Ecco alcune delle frasi inviate da Tounkara a Martini tramite Signal:
“Fratello se entri mi serve un giallo”
“Per favore mi serve devo pagare delle cose fratello”
“Per quello ti scrivo qua”
“Figlio mio”
Un pressing continuo, culminato il giorno prima della partita con un ulteriore messaggio su WhatsApp: “Figlio mio giochi?”, a cui Martini ha risposto che non sarebbe stato titolare. La replica? Ancora una sollecitazione: “Secondo tempo giochi” e “Entra su segnal”.
La confessione di Tounkara: “Ero in difficoltà economiche”
Convocato dalla Procura Federale per chiarire l’accaduto, Tounkara ha ammesso la responsabilità del gesto, giustificandosi con “gravi difficoltà economiche”. Una motivazione che, pur potendo spiegare il contesto personale, non giustifica il tentativo di manipolare una competizione sportiva con finalità illecite. Il TFN ha ritenuto il comportamento gravemente lesivo dell’integrità del gioco e lo ha sanzionato con una squalifica di dieci mesi.
Una vicenda che accende i riflettori sul mondo delle scommesse
Questo episodio rappresenta un nuovo campanello d’allarme per la Lega Serie B e l’intero sistema calcistico italiano. Anche se non concretizzata, la tentata combine ha toccato un match regolare del campionato cadetto, coinvolgendo due tesserati e ponendo nuovamente in evidenza i rischi legati alle scommesse sportive, specialmente nelle categorie minori o tra calciatori con minore visibilità.
Va sottolineato il comportamento esemplare di Jacopo Martini, che ha scelto di non rispondere alle pressioni e di denunciare l’accaduto tramite i canali ufficiali. Una reazione che merita di essere valorizzata come esempio di trasparenza, integrità e rispetto per lo sport.
Le reazioni e il ruolo delle istituzioni
Finora non sono giunti commenti ufficiali da parte del Südtirol o del Catanzaro, che risultano comunque completamente estranei alla vicenda. Le due società si sono affrontate regolarmente il 27 ottobre 2024, senza alcun sospetto diretto sulla gara, che si è svolta sotto l’attento monitoraggio degli organi federali.
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, aveva già lanciato un allarme nei mesi scorsi sul fenomeno delle scommesse, affermando: “Abbiamo bisogno di vigilanza e di formazione, per far comprendere soprattutto ai giovani calciatori i rischi di un mondo che può attrarre con facilità, ma che distrugge carriere e valori”.
Una lezione per il futuro
La squalifica di Tounkara è un segnale chiaro: non c’è tolleranza per chi tenta di compromettere la regolarità delle competizioni. Ma è anche uno spunto per interrogarsi su quali strumenti di supporto siano a disposizione di quei calciatori che, come dichiarato dallo stesso Tounkara, vivono momenti di forte disagio economico e psicologico.
In un mondo in cui le pressioni sono costanti e le tentazioni molteplici, la prevenzione e l’educazione alla legalità diventano strumenti fondamentali per proteggere l’intero ecosistema del calcio, dalla Serie A fino ai dilettanti.
L’episodio legato a Tounkara rappresenta una brutta pagina, ma anche un’occasione per riflettere su quanto ancora sia necessario lavorare per garantire la trasparenza, la correttezza e la credibilità del calcio italiano. A partire proprio da chi ha avuto il coraggio di dire no, come Jacopo Martini.
Perché ogni partita deve restare ciò che è: una sfida sportiva, leale e pulita.