giovedì 5 Giugno 2025

Una squadra da sogno, un “popolo meraviglioso” e il finale da “sedi opportune” dei due -ini!

Mentre si giocavano i play off senza D’Andrea, Ghion, Ambrosino, Situm e con Verna quasi fermo, c’era chi pensava già ad una uscita d’emergenza? Questa è la domanda che si pongono migliaia di tifosi oggi,nella speranza che non sia proprio così, perché nessuno vuole inveire su tecnico e ds deliberatamente,senza conoscere compiutamente i fatti. Anzi,si rimane in attesa di risposte che disintegrino tutti i brutti pensieri nei confronti di Magalini e Vivarini, alias INI più INI. Ma ora è opportuno parlare un po’ di calcio…Con tutta la rosa a disposizione negli ultimi due mesi,il Catanzaro si sarebbe sicuramente giocate migliori chance in classifica. Ci sono luoghi comuni detestabili…tipo”gli infortuni ce li hanno tutti”, quando non sempre certe situazioni e i momenti in cui si verificano,determinano gli stessi effetti.

La rosa era stata costruita molto bene da società e ds, con un mix di giovani più o meno forti e l’inserimento di due uomini di grande peso ed esperienza come Krajnc e Donnarumma che purtroppo non hanno dato il contributo sperato. Il mister era riuscito ad assemblare il tutto da par suo, rendendo titolari e migliorando in maniera decisiva due ragazzi come Veroli e Ambrosino, ricevendo a Gennaio anche i rinforzi attesi, con gli ottimi Antonini e Petriccione. Il campionato è andato avanti con acuti altissimi e battute d’arresto inattese ed evitabili,comunque la squadra è sempre stata nella parte sinistra della classifica e alla fine è arrivata quinta. Ma le defezioni di calciatori negli ultimi due mesi,una dietro l’altra e nel momento clou della stagione ,non hanno reso giustizia.Cinque giocatori di quella importanza non si possono concedere a nessuno,soprattutto a squadre che hanno speso una fortuna, senza dimostrare in campo di essere superiori al Catanzaro, Parma escluso.

La Cremonese nelle due partite di semifinale era stra completa e Stroppa ha potuto fare tutte le scelte che voleva, mentre i giallorossi che venivano dai 120 minuti e passa con il Brescia, hanno dovuto giocare ogni tre giorni senza cinque titolari veri o aggiunti.Ma ora lasciamo perdere l’aspetto tecnico calcistico, fatto di meriti inattaccabili e imprevisti sfortunati e decisivi in negativo. Parliamo adesso dei tifosi giallorossi “do populu meravigliosu” mutuando questa strepitosa definizione di Gigi Mardente. Quello che si è visto quest’anno allo Stadio Ceravolo e nelle trasferte in tutta Italia è impossibile da definire, gli aggettivi della Treccani non basterebbero. Un’onda di entusiasmo e gioia giallorossa inarrestabile. Non si puo’ dimenticare la folla di Soverato che precede il derby d’andata e soprattutto quella di Giovino prima del derby di ritorno,dove gli ultras e tutti i tifosi diedero alla squadra la massima carica e serenità.

Fu detto “noi vi ringrazieremo sempre per quello che state facendo e se dovessimo perdere,non diamo soddisfazione a QUELLI LI’…venite sotto la curva a testa alta e faremo festa ugualmente”. Sappiamo tutti come è finita,a Cosenza i tifosi sono andati in duemila invece che in 750 come previsto ed hanno invaso il settore ospiti. Entrati in ritardo,hanno fatto la coreografia ad inizio ripresa,con duemila bandierine giallorosse che venivano sventolate in alto, offrendo uno spettacolo impareggiabile. Una seconda festa,preceduta da quella per l’immancabile gol di Pietro sotto la stessa curva e la corsa del Capitano ad abbracciare i tifosi, facendo lo slalom tra fotografi e stuart cosentini che immortalavano e guardavano sbalorditi, tutta l’incontenibile festa giallorossa nel loro stadio. Da quel momento la squadra si è presa il campo,osannata dai tifosi che sembravano ventimila. Il San Vito era completamente ammutolito e soggiogato, quel giorno fu vittoria totale su tutti i fronti,dal terreno di gioco agli spalti. Poi l’attesa del ritorno della squadra a Giovino per un’altra grande festa, con Vivarini osannato e portato in trionfo.

Infine i play off,giocati con la rosa ridotta al lumicino,ma con il pubblico che trascina tutto e tutti, Brignola e Donnarumma compresi, inattesi eroi dell’ultima ora.La partita del preliminare play off con il Brescia rimarrà negli annali dell’US Catanzaro,chi non è stato allo stadio quel giorno si è perso un pezzo di storia,uno dei più belli ed emozionanti della gloriosa squadra giallorossa,con Pietro il Grande che in ginocchio piangeva come un bambino al pareggio di Donnarumma, minuto 96.

Tutto questo cari Magalini e Vivarini lo avete costruito anche e se volete soprattutto voi, insieme alla società e al dg Foresti. Ma un popolo intero vi ha supportato e trascinato come nessuno avrebbe saputo fare. Passiamo al Mister. Dopo le grandi stagioni con il Teramo aveva collezionato tre esoneri, da Empoli a Bari e con la Virtus Entella, forse anche immeritati. A Catanzaro il Presidente gli ha messo a disposizione una squadra pazzesca per la serie C e il mister l’ha fatta giocare alla grande ,distruggendo ogni record precedente di quel girone e dell’intera categoria. Ma in quella squadra giocavano come riserve Katseris, Lito Fazio, Pontisso, Brignola, Bombagi, Curcio, Cianci ed altri. Iemmello ha fatto trenta gol perché è un giocatore da Serie A, non da serie C. Al COMANDANTE Vivarini, si può far notare che è diventato tale a Catanzaro e a 57 anni suonati, non lo deve dimenticare mai. E i meriti innegabili che ha gli sono stati riconosciuti oltre ogni misura,gli sono stati perdonati quest’anno errori difensivi ripetitivi e ripetuti ,con un apprezzamento totale per il gioco a prescindere dal risultato ed un amore che non si era mai visto, nemmeno per i tre allenatori che avevano conquistato la serie A: Seghedoni (1971,chi scrive aveva appena 10 anni),Di Marzio e Sereni.

A Catanzaro è nato il VIVARINISMO con tanto di pagina Instagram. Gli si potrebbe anche dire a Mister Vivarini che i contratti si rispettano e che vanno comunque onorati,senza se e senza ma. Non lo vogliamo fare,ma saremmo curiosi di sapere se esiste veramente un accordo con il Presidente,verbale o scritto, che lo libererebbe per la serie A, ma non per la B. Il lavoro dell’allenatore è particolare, il mister probabilmente in questo momento vuole capitalizzare professionalmente i successi ottenuti a Catanzaro ed è umano,nessuno gli contesta alcunché in merito alle sue legittime aspirazioni.Ma ha un contratto in essere con il Catanzaro sottoscritto un anno fa, con opzione per un altro anno che si concretizzerebbe in automatico a salvezza consolidata. E comunque sia, siccome la vita è la sua ,decida per se ciò che ritiene più giusto e conveniente. Ma non deve scordare mai che qui è stato più amato dei calciatori e da un popolo come quello giallorosso non ci si può allontanare così,come se nulla fosse accaduto.

È questa la cosa che,al momento, ha fatto più male a tutti,questa rottura così per come è avvenuta, ha provocato in migliaia di appassionati un dolore lacerante,quasi fisico oltre che interiore. È come se tutto questo affetto smisurato fosse diventato un peso di cui liberarsi,affinché non si tramutasse in impedimento per le sue scelte. Nessuno voleva e vuole impedire al Mister di scegliere il suo futuro in piena coscienza e libertà,ma una cosa è il suo rapporto professionale con la società che ha anch’essa tutto il diritto di cautelarsi e procedere legalmente, forte di un regolare contratto in essere, ben altra cosa è il rispetto per un popolo intero che lo ha adorato, come nessun altro potrà più fare per lui.

Passiamo all’altro INI. Ieri è arrivata la notizia che l’US Catanzaro ha depositato il contratto del Ds Magalini. Pare che tempo fa lui stesso abbia sollecitato la società per ottenere il rinnovo di un altro anno che poi gli sarebbe stato accordato. Cosa è cambiato nell’ultimo mese, perché anche Magalini vuole andare via con un contratto in essere,ora addirittura depositato in Lega calcio ed accettare l’offerta del Bari? Intanto il contratto esisteva e la società deve comunque poter procedere per come ritiene. Qui stiamo parlando di due ruoli fondamentali per una squadra di calcio ed entrambi contrattualizzati. E mai avremmo pensato che i due INI alla FINE chiudessero la loro permanenza a Catanzaro,discutendo con il Presidente nelle “SEDI OPPORTUNE”. Ma tant’è,l’augurio è che tutte le parti possano trovare alla fine soddisfazione e che ognuno possa pensare al proprio futuro e ai propri traguardi,nel più breve tempo possibile. E se permettete, l’US Catanzaro prima di TUTTI.

Foto: Romana Monteverde

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