Alle spalle di ogni impresa ci sono volti, sguardi, emozioni. E a volte anche urla. Come quella di Ciro Polito, direttore sportivo del Catanzaro, esplosa al triplice fischio della gara contro il Cesena, una vittoria che vale l’accesso alle semifinali playoff e, soprattutto, alimenta il sogno Serie A.
Non era in panchina, non era a bordocampo. L’urlo di Polito si è levato dalla palazzina sopra i distinti dello stadio Nicola Ceravolo, un punto rialzato che gli ha consentito di assistere all’incontro con uno sguardo complessivo sul rettangolo di gioco e su un pubblico da brividi. Un urlo di gioia e liberazione, che ha raccontato in un istante mesi di lavoro, tensione, passione.

Emozione vera, senza filtri
Non è la prima volta che il dirigente napoletano si lascia andare a espressioni così autentiche: già in passato, durante match infuocati come quello con la Salernitana o il derby con il Cosenza, il temperamento di Polito aveva fatto capolino. Ma stavolta, nel cuore del Ceravolo, ha avuto un sapore diverso. Dopo quell’urlo, il direttore sportivo è sceso in campo, si è unito all’abbraccio collettivo della squadra, del mister Fabio Caserta, dello staff. Perché questo Catanzaro, pur tra mille ostacoli, si sta costruendo con un’identità precisa: emotiva, tecnica, coraggiosa.
Un viaggio tra dubbi e intuizioni
Polito, arrivato a Catanzaro nell’estate scorsa, non senza qualche perplessità da parte dell’ambiente, ha progressivamente guadagnato fiducia. Non tutti i suoi innesti hanno inciso come ci si aspettava, ma uno su tutti è diventato un simbolo della stagione: Federico Bonini, difensore classe 2001, pescato dalla Serie C e autore di un campionato straordinario con 8 reti e 5 assist. Un difensore goleador, una scoperta che vale come un colpo da maestro.
In un gruppo che si fonda anche sulla continuità con la precedente gestione, l’urlo di Polito rappresenta un segnale: questo progetto ha trovato coesione. Ha trovato un’anima. E ogni piccolo contributo, ogni intuizione, ogni espressione di appartenenza, conta.
Catanzaro, il sogno continua
Quel grido sopra i distinti è stato più di una reazione. È stato il simbolo di una passione che unisce tutti: dirigenti, giocatori, tifosi. Adesso il Catanzaro guarda avanti, consapevole delle difficoltà che attendono in semifinale, ma anche della forza che nasce dalla propria unità.
E se davvero ci sarà un lieto fine, se il sogno di una città dovesse diventare realtà, allora quell’urlo rimarrà impresso nella memoria. Perché in fondo, il calcio è anche questo: emozione pura, vissuta senza paura.