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venerdì 18 Ottobre 2024

“Visto da me” di Giuseppe Samaritano – Il caso scommesse e i problemi del calcio italiano

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La nostra nuova rubrica inizia oggi con un approfondimento sul difficile momento del calcio italiano

Assistendo alla sconfitta della nostra Nazionale a Londra contro l’Inghilterra, nella partita valevole per la qualificazione agli Europei che si disputeranno in Germania, ci è tornato in mente quanto sottolineato da Adriano Panatta, domenica scorsa, nel corso della ‘Domenica Sportiva’.
Commentando con gli altri ospiti fissi della trasmissione più longeva della TV italiana, l’ex tennista ha evidenziato che da tempo immemore nel nostro Paese non nascano più grandi campioni come lo furono, tra i tanti, Rossi, Baggio, Pirlo, Del Piero.
Ovviamente le opinioni sul perché non abbiamo più dei giocatori sopra la media, o come si dice oggi dei top players, sono varie.
Quella più gettonata è stata ritenere i nostri tecnici privi di coraggio, contrariamente a quanto avviene, per esempio, in Spagna, dove un ragazzino di sedici anni viene fatto debuttare senza tentennamenti in prima squadra, nel proprio club, e in Nazionale.
Mancanza di coraggio associata alla necessità di fare risultato subito, senza poter aiutare, rischiando, la loro fisiologica crescita.
Se aggiungiamo, poi, l’invasione di giocatori stranieri- non sempre fenomeni – e il loro impiego in ruoli chiave, il cerchio si chiude e il perché del declino del calcio italiano è bello e svelato.
Un tempo la c.d. “difesa all’italiana” era il nostro marchio di fabbrica, oggi la difesa della Nazionale è un colabrodo.
Stesso discorso vale per gli altri ruoli, centrocampo ed attacco.
Se a questo declino si aggiunge tutto quello che ruota intorno al calcio, si capisce subito perché da otto anni non si va ai Mondiali e i prossimi Europei sono quasi compromessi.
Si potrebbe obiettare che i dati campioni d’Europa in carica siamo noi – nel 2021 vincemmo la finalissima proprio a Londra contro i padroni di casa – ma altrettanto convintamente si potrebbe ribattere che si sia trattato di tutta una serie di fortunate, irripetibili, coincidenze.
La conclusione da trarre è che il calcio italiano è molto malato e nulla si fa per curarlo. Anzi, il colpo di grazia lo infliggono proprio coloro che dovrebbero rianimarlo.
Mi riferisco all’ultimo scandalo, in ordine di tempo, scatenato da Fabrizio Corona e che ha coinvolto giocatori di primo piano quali, Fagioli, Tonali e Zaniolo. Tutti in orbita Nazionale.
Proprio alla vigilia delle gare contro Malta ed Inghilterra, la bufera si è scatenata nel ritiro di Coverciano, con la consegna, ai tre, degli avvisi di garanzia per le presunte scommesse illecite da loro effettuate e con la inevitabile esclusione dal ritiro.
Su quanto accaduto, le considerazioni, anche di natura sociologiche, si sono sprecate. Però una domanda più che legittima è sempre ricorrente: perché ragazzotti straricchi e – diciamolo pure – straviziati, effettuano queste scommesse? Nel caso di Fagioli – che ha patteggiato una pena di sette mesi di squalifica – pare abbia speso in un anno di scommesse, un milione di euro!!!
Ebbene, la risposta più logica e gettonata è: la facilità dei loro guadagni, che rapportati alle difficoltà del momento che stiamo vivendo, ha dell’immorale.
Dicevo, l’argomento non può risolversi in poche righe e merita approfondimenti mirati; però una cosa è certa, andando avanti così, la crisi profonda del calcio italiano è lontana dalla soluzione. Vogliamo aggiungere, anche, la “miopia” dei vertici federali ed il quadro è bello e tracciato.
In tutto questo caos, però, un’oasi di tranquillità c’è, ed il Catanzaro ne è protagonista. Godiamoci il momento finché è possibile, perché da quel tunnel che sembrava senza uscita, noi ne siamo venuti fuori dopo anni di sofferenze.

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