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martedì 26 Agosto 2025

Vivarini: “Ho lasciato il Catanzaro in buone mani, ci tenevo tanto ai tifosi. Organizzazione consolidata”

Dalla Serie C, alla B, al cuore dei tifosi giallorossi, Vincenzo Vivarini ha lasciato un’impronta indelebile al Catanzaro, guidandolo in due delle stagioni più esaltanti della sua storia recente. Oggi, il tecnico è senza squadra, ma sotto contratto con il Frosinone, e il richiamo del passato lo riporta inevitabilmente al Catanzaro e al Bari, due piazze che rappresentano momenti significativi della sua carriera. Attraverso un’intervista rilasciata a PianetaBari.com, Vivarini offre una panoramica sulla prossima sfida tra le sue ex squadre e analizza differenze e punti di forza, tracciando un quadro interessante sia dal punto di vista tecnico che emotivo.

Una partita diversa: le caratteristiche del Catanzaro

Per Vivarini, la sfida tra Bari e Catanzaro si preannuncia completamente diversa rispetto a quella che i biancorossi hanno disputato contro la Carrarese:
“Sarà una partita differente dal punto di vista tattico perché il Catanzaro ha altre caratteristiche. Sicuramente è importante la continuità con quanto fatto lo scorso anno. Li ho lasciati in buone mani, ci tenevo tanto ai tifosi e alla città”.

L’organizzazione di squadra rimane il punto di forza degli uomini di Fabio Caserta, che hanno saputo mantenere il modello vincente plasmato dal tecnico abruzzese. Il Catanzaro non si affida a individualità sporadiche, ma si presenta come un collettivo solido e ben strutturato.

Bari e Catanzaro: due progetti a confronto

Analizzando le differenze fondamentali tra le due squadre, Vivarini sottolinea le peculiarità del progetto Bari rispetto al percorso già consolidato del Catanzaro:
“Per il Bari questo è un anno di ripartenza. La squadra ha trovato un po’ di equilibrio dopo iniziali difficoltà e sta cercando la propria strada, lavorando passo per passo”.

Il Bari, a detta dell’ex allenatore, sta ancora costruendo la propria identità. Rispetto ai tre anni di progetto che hanno portato il Catanzaro a risultati di rilievo, il Bari è solo all’inizio di un percorso. L’andamento tattico ne è un riflesso: dal massiccio utilizzo di trequartisti si sta passando a un centrocampo più compatto, ma serve tempo per trovare il giusto equilibrio.

Il centrocampo, la chiave del Catanzaro

Se molti puntano i riflettori su Pietro Iemmello, capocannoniere indiscusso del torneo, Vivarini guarda al cuore nevralgico del gioco giallorosso, il centrocampo:
“Non c’è un singolo a fare la differenza. Secondo me bisogna temere soprattutto i tre di centrocampo: Pontisso, Pompetti e Petriccione”.

Queste parole richiamano l’importanza dell’organizzazione e della visione collettiva che il Catanzaro esprime in campo: una coralità che permette alla squadra di dominare sia in fase di costruzione che in quella di interdizione. Questo aspetto potrebbe risultare decisivo nello scontro con un Bari ancora alla ricerca della propria identità.

L’impatto di Iemmello e il parallelismo con il Bari

Impossibile parlare di Catanzaro senza citare Pietro Iemmello, attaccante simbolo e leader in campo. Tuttavia, Vivarini invita a guardare oltre il singolo:
“Non credo che la differenza sia solo nell’attaccante. Il Bari, per arrivare a quel livello, avrebbe bisogno dei tre anni che ha avuto il Catanzaro. Servono tempo e continuità per costruire qualcosa di duraturo”.

La stagione del Bari, dunque, sembra seguire una traiettoria graduale, con lo scopo di gettare solide basi per il futuro. La strada intrapresa è quella giusta, ma i frutti si vedranno solo con il tempo e con una pianificazione paziente.

Un insegnamento per il futuro

L’intervista a Vincenzo Vivarini offre uno spunto prezioso per riflettere sul valore della continuità e dell’organizzazione nel calcio. Il Catanzaro, costruito negli anni con dedizione e lungimiranza, è oggi una macchina ben oliata in grado di affrontare le sfide della Serie B con competitività e solidità. Dall’altra parte, il Bari è un progetto in fieri, che richiede pazienza e fiducia per poter ambire alle stesse vette.

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