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venerdì 19 Dicembre 2025

Foresti su Biasci: “Coppia da record con Iemmello. Grandissimo acquisto per l’Avellino”

L’addio di Tommaso Biasci al Catanzaro ha aperto un capitolo nuovo per le Aquile e, insieme, rilanciato ambizioni e aspettative attorno all’Avellino. A fissare cornici tecniche e prospettive è Diego Foresti, ex direttore generale giallorosso e tra gli artefici dell’arrivo di Biasci in Calabria (con il ds Alfio Pelliccioni) nel gennaio 2022. Ai microfoni di SportChannel214, Foresti ha tracciato l’identikit del giocatore e letto con lucidità il momento dei Lupi, tra qualità dell’organico e obbligo di confermarsi ai vertici.  

Biasci, ruolo e indole: la “seconda” che cuce il gioco e vede la porta

Foresti parte dal campo: «Tommaso si può sposare benissimo con l’Avellino: è una seconda punta», capace di muoversi dietro il 9, di occupare anche la corsia come esterno d’attacco, e soprattutto di essere “molto utile, col vizio del gol”. In poche righe, la sintesi di una cifra tecnica che Catanzaro ha conosciuto bene: letture tra le linee, attacchi all’area, disponibilità al lavoro sporco e la naturalezza nel trovarsi nei luoghi in cui il pallone “pesa”. Foresti ne sottolinea il profilo umano — «ragazzo eccezionale» — e la capacità di incidere dentro un contesto ambizioso: «grandissimo acquisto» per chi punta in alto. Parole che fotografano un giocatore maturo, pronto a integrarsi accanto a un finalizzatore strutturato, come succedeva a Catanzaro.  

La coppia dei record: l’eredità lasciata al Ceravolo

Nel tratteggiare Biasci, Foresti richiama un passaggio che resta: l’intesa con Pietro Iemmello. In tre stagioni, il tandem è entrato nell’albo d’oro del club come coppia più prolifica della storia giallorossa. Non è solo un ricordo romantico: è la misura dell’impatto che un certo tipo di seconda punta può avere quando il sistema esalta tempi e aggressione dell’area. È anche la lente con cui leggere il presente di Biasci: arrivare in un contesto che ha già un 9 di riferimento e tanti rifinitori è, per lui, una condizione naturale.  

L’Avellino e l’ambizione: continuità, investimenti, obiettivi

Lo sguardo di Foresti si allarga alla costruzione della rosa irpina: «L’Avellino ha fatto un grandissimo mercato, ha speso tanto e preso giocatori importanti» — dentro un impianto che ha tenuto l’ossatura della squadra promossa dalla C. Non solo colpi d’esperienza (da Tutino in giù), ma anche giovani che stanno già trovando spazio. Nel quadro generale, Foresti pone però l’accento su un campionato di B livellato verso l’alto, con Venezia, Monza, Palermo, Empoli a fare da riferimento: tradurre il mercato in classifica richiederà equilibrio e continuità di rendimento.  

Il senso sportivo di un passaggio

Dietro le cifre e i comunicati c’è una traiettoria: Biasci lascia Catanzaro da protagonista di un ciclo che lo ha visto — con Iemmello — tenere accesa la luce nei pomeriggi decisivi. L’ufficialità del trasferimento all’Avellino chiude quel segmento e ne apre un altro, in cui la sua polivalenza offensiva torna centrale. È la scommessa che Foresti intravede: un sistema che lo metta nelle condizioni di cucire gioco e finalizzare. Nella logica di una B che non perdona, il margine tra un buon campionato e una stagione d’élite lo fanno uomini così: utili, complementari, decisivi a piccole dosi, e pronti a ruggire quando la gara si spezza.  

Le parole di Diego Foresti non sono nostalgia: sono un promemoria tecnico. Tommaso Biasci è un profilo affidabile, una seconda punta moderna che sa stare in più ruoli e tenere alto il livello della partita. L’Avellino ha aggiunto qualità e profondità: ora va trasferita sul campo, ogni settimana. È lì che le definizioni diventano punti, e i ricordi — a Catanzaro come in Irpinia — diventano storia nuova.

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