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venerdì 19 Dicembre 2025

Saveriano Infantino: “Catanzaro, progetto solido. I risultati arriveranno”

Entrava nello spogliatoio con passo leggero e quella calma da attaccante che ha visto più aree di rigore che semafori. Saveriano Infantino non ha bisogno di alzare la voce per farsi ascoltare: parla di calcio come lo gioca, in verticale. Nell’intervista concessa a ilGiallorosso.info, l’ex giallorosso mette in fila idee chiare su Catanzaro, sul lavoro di Aquilani e su cosa serve per far correre la stagione dalla parte giusta. Nessun amarcord gratuito, solo la prospettiva di uno che ha masticato categorie e spogliatoi.

“Il Catanzaro crescerà: progetto chiaro, fiducia e pazienza”

Il primo passaggio è una fotografia del presente. Infantino parte dalla Carrarese, tappa del suo percorso, per arrivare al Catanzaro. “La Carrarese è una buona squadra che gioca insieme da qualche anno; contro un gruppo affiatato non è semplice,” spiega. E poi la chiave: “I giallorossi hanno iniziato questo percorso con Aquilani, un allenatore moderno con idee molto chiare: bisogna avere pazienza e lavorare con fiducia; sono convinto che i risultati arriveranno presto”.

Dentro c’è tutto: il rispetto per l’avversario e il riconoscimento di un cantiere che ha fondamenta. Il Catanzaro, dice di fatto, non si misura al mese di settembre ma sulla tenuta nel medio periodo.

Qui il riferimento ai numeri aiuta a capire il tono delle sue parole. In giallorosso Infantino ha lasciato segni e ricordi, come il gol nel derby contro la Reggina, in un club che oggi prova a consolidarsi in B dopo l’onda lunga della promozione record del 2023. L’ex centravanti individua nel metodo e nella continuità la vera scorciatoia per restare agganciati alla parte nobile del campionato.

Reggiana, ambiente e identità: “Gara non facile, ma alla portata”

L’altro capitolo dell’intervista tocca Reggio Emilia. Infantino conosce bene il campo e le pance calde della categoria: “La Reggiana è un avversario alla portata del Catanzaro, anche se in panchina ha un ex come Davide Dionigi, con un dente avvelenato. Sarà una gara non facile”.

Non c’è retorica: c’è l’idea di una partita tra due identità che si stanno costruendo, con qualità diffuse e difetti da limare. Ed è qui che la voce dell’ex punta si fa più tecnica: la differenza, sottintende, la farà l’ordine. Perché contro squadre con gamba e pressione, quello che decidi nei primi venti minuti spesso te lo ritrovi addosso fino al novantesimo.

“Società competente”: perché il tempo può diventare alleato

Nell’ultima risposta Infantino sposta l’obiettivo dalla linea laterale alla scrivania. “La società è molto competente e non lascia nulla al caso; ha fatto scelte estive che reputo le migliori”. Non è un complimento di circostanza. È il riconoscimento che il Catanzaro ha imboccato una strada chiara: valorizzare profili con fame e prospettiva, mescolarli con colonne che conoscono la B, e chiedere a Aquilani di cucire tutto con un calcio riconoscibile.

Tradotto: niente scatti d’ira se manca il gol al primo tiro, ma spirito da squadra che sa cosa sta costruendo.

Il filo con ieri: cosa resta del “suo” Catanzaro

C’è un passaggio, nelle parole di Infantino, che racconta anche un po’ di sé: “Il mio Catanzaro era all’inizio di un percorso, la società era alle prime armi e quindi sono stati fatti degli errori… Ora è una società che cura ogni aspetto e che il presidente tiene talmente tanto a questa squadra che credo che negli anni la porterà in Serie A”.

È la linea che unisce passato e presente: gli errori di ieri sono le competenze di oggi. E la A citata non è uno slogan, è un orizzonte a lungo raggio: si arriva solo passando dalla qualità quotidiana.

Un’identità da campo, non da manifesto

Se togli la patina, resta il punto: identità. È quello che Aquilani ripete da settimane – occupare bene il campo, muovere palla con criterio, difendere in avanti senza frenesia – ed è quello che Infantino riconosce dall’esterno. Identità significa che, dentro partite sporche come la B impone, ti porti dietro automatismi che ti tengono in partita anche quando la gamba pesa.

E significa anche accettare il traffico: gli avversari pressano, cambiano modulo in corsa, ti portano sul loro terreno. È lì che il Catanzaro è chiamato a fare lo step, trasformando il possesso in sostanza e la qualità dei singoli in pericolosità.

Il contesto: una B che non perdona e un calendario che misura

La stagione è lunga e stretta. Campi pieni, viaggi, episodi. L’analisi di Infantino è la bussola: pazienza e fiducia non sono parole molli, sono strumenti di lavoro. Perché la B non ti regala niente e le differenze si vedono alla distanza. Il Catanzaro ha messo in fila una rosa profonda, una guida coerente e una piazza che non aveva bisogno di presentazioni: se queste tre cose camminano insieme, la classifica si muove.

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