La Serie B non tradisce mai. Non è uno slogan, ma la verità di chi, sabato dopo sabato, si ritrova a inseguire risultati che sembrano già scritti e invece vengono ribaltati da un episodio, un colpo di genio o una disattenzione difensiva. È il campionato delle sorprese, quello in cui nessuno è mai al sicuro, e il pomeriggio della quarta giornata lo ha confermato ancora una volta.
Tre partite in contemporanea, tre storie che raccontano bene la natura di questo torneo: il colpo corsaro del Cesena in casa del Venezia, la resurrezione della Juve Stabia a La Spezia, il botta e risposta spettacolare tra Reggiana e Catanzaro al Mapei Stadium.
Ecco cosa è successo, e perché conta.
Cesena corsaro a Venezia: al Penzo vola la squadra di Mignani
Era partita come una sfida a scacchi fra due panchine pesanti: Giovanni Stroppa da una parte, Michele Mignani dall’altra. Venezia e Cesena si presentavano al Penzo con il 3-5-2 speculare, la voglia di avvicinarsi al Palermo capolista e la consapevolezza che una vittoria avrebbe dato un segnale forte.
Il primo tempo è stato un romanzo a metà: ritmo alto in avvio, poi lo spettacolo si è fermato. Prima, però, due occasioni da stropicciarsi gli occhi. Al 16’ Stiven Shpendi, solo davanti alla porta spalancata, è riuscito nell’impresa di mandare alto di testa un pallone che sembrava già dentro. Un minuto dopo, stessa sorte per Adorante, servito da un cross perfetto di Yeboah. Due chance così gridano vendetta in un campionato che non perdona.
Il match si è anche fermato, ammutolito dal malore occorso a un tifoso sugli spalti: attimi di paura, per fortuna rientrati. Ma quell’episodio ha spento la fiammata iniziale e il primo tempo si è trascinato senza guizzi.
La ripresa, invece, è stata un’altra storia. Al 54’ il Cesena ha ribaltato il tavolo: ripartenza fulminea, palla di Berti per Ciervo, conclusione chirurgica e vantaggio bianconero. Lo stadio si è gelato, Stroppa ha provato a scuotere i suoi inserendo forze fresche, ma il destino era già scritto. Al 72’ il raddoppio: Stankovic respinge corto, Mangraviti anticipa tutti e insacca di testa.
Il Venezia si è aggrappato al rigore di Busio all’82’ per riaprire la gara, ma la traversa ha negato il pari a Casas poco dopo. In pieno recupero è arrivata anche l’espulsione di Duncan, a completare la serata storta. Finisce 2-1 per il Cesena: vittoria pesantissima, che vale l’aggancio al Palermo in testa. Per Stroppa, invece, prima caduta stagionale e la sensazione di un’occasione buttata.
La rinascita della Juve Stabia: al Picco crolla lo Spezia
Se il Penzo ha raccontato una sfida di alta classifica, al Picco di La Spezia è andato in scena un dramma sportivo. Da una parte lo Spezia, retrocesso dalla A e ancora incapace di trovare la sua dimensione. Dall’altra la Juve Stabia, tornata in B e fin lì senza vittorie.
Il paradosso? Dopo tre giornate senza segnare, le Vespe hanno trovato il gol al primo minuto. Azione costruita bene: Gabrielloni cambia gioco con un’apertura intelligente, Correia controlla e piazza un tiro preciso dal limite. 1-0 e difesa spezzina già nel pallone.
Il raddoppio al 19’ ha il sapore della beffa: tiro svirgolato di Carissoni, deviazione che sorprende tutti e palla in rete. Lo Spezia è sembrato spaesato, quasi incapace di reagire. Solo nei minuti finali del primo tempo ha alzato il baricentro, senza però creare vere occasioni.
Nella ripresa la musica è cambiata, almeno per un attimo. Al 59’ Soleri ha colpito di testa su corner e accorciato le distanze. Sembrava il momento giusto per ribaltarla, ma la Juve Stabia ha risposto subito. Due minuti più tardi, sugli sviluppi di una palla inattiva, Candellone ha firmato il 3-1 chiudendo di fatto i conti.
Lo Spezia ha provato a riaprirla, ha colpito anche una traversa con Burnete, ma era troppo tardi. Al fischio finale, il verdetto è impietoso: prima vittoria per la Juve Stabia, Spezia in piena crisi.
La fotografia della partita è tutta in una frase che rimbalzava in tribuna: “Dal sogno promozione alla paura retrocessione in pochi mesi”. Una caduta verticale che lascia il Picco in silenzio, mentre a Castellammare possono cominciare a crederci davvero.
Reggiana e Catanzaro: fuochi d’artificio al Mapei Stadium
Il piatto forte, almeno per chi guarda con occhi giallorossi, era al Mapei Stadium. Lì il Catanzaro di Alberto Aquilaniha incrociato la Reggiana di Davide Dionigi in una partita che ha regalato emozioni a raffica.
Le Aquile hanno approcciato bene, con Oudin e Favasuli vicinissimi al gol già nei primi venti minuti. Poi al 29’ la svolta: calcio d’angolo, stacco di Cisse e deviazione decisiva di Gondo, che ha messo fuori causa il suo portiere Motta. 1-0 Catanzaro e boato dei 1288 tifosi arrivati in Emilia.
La gioia è durata poco, perché al 36’ è arrivato il pari: palla respinta male, Marras ha lasciato partire un destro dai 20 metri che ha trafitto Pigliacelli. Uno di quei gol che cambiano l’inerzia.
La ripresa è stata un’altalena. Al 74’ la Reggiana ha trovato il vantaggio con Lambourde, entrato dalla panchina e subito decisivo sul cross di Bozzolan. Il Mapei è esploso, sembrava la partita fosse girata.
Ma il Catanzaro ha un’arma in più: Cisse. Al 78’ il talento classe 2006 ha disegnato una punizione perfetta: destro a giro, palo e rete. Una gemma che ha fatto esplodere il settore ospiti. Nel finale Dionigi ha provato a vincerla inserendo Novakovich, che ha avuto la palla buona ma l’ha sprecata. Dopo sei minuti di recupero, il 2-2 è sembrato il risultato più giusto.
Per Aquilani resta la sensazione di un gruppo che cresce e che, pur senza vittorie, rimane imbattuto. Per Dionigi, l’amarezza di un successo sfumato ma anche la certezza che la sua Reggiana sa giocarsela contro chiunque.
La classifica e quello che ci aspetta
Con questi risultati la classifica prende una forma interessante. In vetta ci sono Palermo e Cesena a quota 10 punti, con il Catanzaro che resta a metà strada, imbattuto ma ancora a caccia del primo colpo pieno.
Lo Spezia sprofonda in fondo, la Juve Stabia vola fuori dalla zona calda. E la Reggiana si conferma una squadra che può complicare la vita a chiunque, soprattutto in casa.
La giornata non è finita: alle 17:15 tocca a Monza-Sampdoria, poi in serata spazio a Mantova-Modena. Domani altre tre partite completeranno il quadro: Carrarese-Avellino, Pescara-Empoli e Padova-Entella.
Un campionato che vive di episodi e di equilibri sottili. Oggi l’hanno capito Venezia e Spezia, domani toccherà ad altri.
La Serie B è fatta così: non ti lascia respirare. In un pomeriggio ti ribalta le gerarchie, ti regala storie che sembrano scritte per il cinema. La corsa è lunga, ma già ora il messaggio è chiaro: chi vorrà salire dovrà sudare ogni punto, chi vorrà salvarsi non potrà mai abbassare la guardia.
E intanto, tra una punizione di Cissé e un gol rocambolesco di Carissoni, ci si accorge che è proprio questa l’essenza della B: un campionato che non ti stanca mai.