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giovedì 16 Ottobre 2025

Duomo di Catanzaro, la Soprintendenza: “Nessuno stravolgimento, solo sicurezza e conservazione”

I lavori che consentiranno la riapertura della Cattedrale di Catanzaro – si legge in una nota stampa della Soprintendenza delle belle Arti e paesaggio di Catanzaro e Crotone – . Proseguono molto speditamente e, allo stato attuale, sta per essere completata la fase delle demolizioni di tutte le parti in cemento armato, gravemente ammalorate, mediante l’utilizzo di una grande gru appositamente progettata e realizzata su misura per poter essere trasportata all’interno del centro storico. Questo importante presidio faciliterà sia le operazioni di demolizione delle travi in calcestruzzo armato di imponenti dimensioni che lo smontaggio e rimontaggio di parti pericolanti dell’immobile.

Queste attività in esecuzione hanno evidenziato la precarietà strutturale dell’immobile, ricostruito dopo il 1943, comprovando la cautelativa interdizione che si rese necessaria a causa di crolli improvvisi di alcuni soffitti. La controsoffittatura della navata centrale e alcune delle travi in calcestruzzo, oggi rimosse, erano in pessime condizioni conservative e gravemente compromesse, pertanto le previsioni progettuali sono state ampiamente confermate.

Come a tutti noto, il progetto della Cattedrale è stato divulgato attraverso la conferenza stampa dello scorso 10 febbraio, organizzata dal Soprintendente arch. Stefania Argenti, dal Provveditore alle Opere Pubbliche per la Calabria e la Sicilia ing. Floriano Siniscalco e da sua Eccellenza Mons. Claudio Maniago, con la partecipazione dei progettisti incaricati e alla presenza dell’On. Wanda Ferro, di Sua Eccellenza il Prefetto Castrese De Rosa, del Sig. Sindaco prof. Nicola Fiorita. L’evento, aperto alla cittadinanza e agli organi di stampa, ha evidenziato l’attenzione e l’importanza del cantiere, fortemente voluto da tutti, per il quale si è profuso un grande impegno nel reperire i finanziamenti necessari e mettere a punto un progetto molto complesso, condiviso con i soggetti direttamente coinvolti: l’Arcidiocesi, ente proprietario, la Soprintendenza per gli aspetti di tutela e il Provveditorato come stazione appaltante.

Durante la conferenza, il Soprintendente e i progettisti hanno presentato il complesso progetto di restauro del Duomo, approfondendone i contenuti ed esplicitandone le scelte progettuali. Un momento importante di divulgazione, voluto dalla SABAP, dal Provveditorato Interregionale OO.PP. e dall’Arcidiocesi di Catanzaro, che ha visto il coinvolgimento delle autorità cittadine e degli organi di informazione, offrendo a tutti la possibilità di porre domande e ricevere chiarimenti.

L’avvio del cantiere è il frutto di un sinergico impegno pubblico, che ha visto convergere tre diversi finanziamenti: quelli del MiC, della Regione Calabria e del Provveditorato alle Opere Pubbliche, per avviare un intervento risolutivo di restauro dell’iconico edificio sacro catanzarese, inagibile da molto tempo e chiuso al culto. L’importanza di questi lavori è evidenziata anche dall’ingente impegno economico: attualmente risultano investiti ben 9.100.000,00 euro di fondi pubblici, rendendolo uno dei cantieri di restauro più significativi del Sud Italia tra quelli dedicati agli edifici di culto.

La progettazione è stata affidata, tramite gara aperta, allo Studio Battista di Napoli, con grande esperienza nell’ambito del restauro architettonico, che si è avvalso della consulenza specialistica dello Studio Giannantoni Ingegneria per gli aspetti strutturali. Il progetto ha evidenziato la volontà di mantenere inalterato l’aspetto esteriore dell’edificio, icona storica della città di Catanzaro, con la sola eccezione di un leggero abbassamento della cupola, resosi necessario per superare criticità strutturali non altrimenti risolvibili. Tale modifica, non percepibile a distanza, non altererà lo skyline cittadino, che continuerà a vedere la Cattedrale come protagonista ed emblema della città.

Il progetto è stato pienamente condiviso da S.E. il Vescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace e accolto favorevolmente da tutte le Amministrazioni coinvolte, che ne hanno riconosciuto il valore formale e contenutistico, nonostante le difficoltà legate allo stato conservativo dell’immobile. È stata scelta la riproposizione interna di una spazialità vicina a quella dell’ultima configurazione pre-bombardamento, ritenuta la più idonea a soddisfare le necessità liturgiche e spirituali della Curia catanzarese.

A breve sarà illustrato alla cittadinanza il protocollo d’intesa, fortemente voluto dal Soprintendente Argenti, tra la SABAP e la Provincia di Catanzaro per l’apertura di un “cantiere aperto” presso il Museo delle Arti di Catanzaro (MARCA), dedicato al restauro della tela dell’Assunta – già pala d’altare della Cattedrale settecentesca – e della statua bronzea della Madonnina dell’artista Giuseppe Rito, precedentemente collocata sulla sommità del campanile. Entrambe le opere, care ai Catanzaresi, potranno essere ammirate da vicino durante il restauro, offrendo a tutti un’occasione senza precedenti per seguire da vicino le delicate fasi del recupero.

La statua della Madonna, una volta restaurata, sarà ricollocata sulla sommità del campanile, non appena saranno completati gli interventi strutturali di consolidamento, insieme alle campane, già rimosse per motivi di sicurezza, che torneranno anch’esse al loro posto. La facciata tornerà ad avere l’aspetto originale, conservando intatta la sua funzione simbolica e religiosa.

Come ogni intervento di restauro orientato alla conservazione e alla trasmissione dei valori culturali e artistici, anche nel caso della Cattedrale di Catanzaro, le operazioni in corso mirano alla tutela del bene e alla sua restituzione alla collettività, mantenendo intatto lo skyline iconico che caratterizza il paesaggio urbano della città.

L’elevata qualità progettuale e la complessità delle soluzioni adottate rendono questo intervento un’esperienza innovativa nel campo del restauro degli edifici sacri ricostruiti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per tale motivo, si sta lavorando a una pubblicazione che documenti l’intero processo e che sarà oggetto di conferenze tecniche, al fine di condividere con la comunità scientifica e professionale le scelte metodologiche, fondate su un’analisi storica estremamente accurata. Il cantiere, inoltre, potrebbe portare alla scoperta di nuovi elementi storiografici occultati nella muratura originaria, una volta rimossi gli interventi postbellici in cemento armato”.

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