Quando Pietro Iemmello si presenta al cospetto del suo pubblico, lo stadio Nicola Ceravolo smette di essere un semplice impianto sportivo per trasformarsi in un’estensione delle emozioni di una città intera. Questa sera, nella sfida contro il Padova valevole per l’ottava giornata di Serie B, il capitano giallorosso ha bisogno più che mai del suo dodicesimo uomo. Due gol in sette partite stagionali certificano un rendimento sotto la media dello scorso anno, ma chi conosce davvero Re Pietro sa che la storia si ripete con una puntualità quasi scientifica: anche nelle annate 2023-24 e 2024-25 aveva segnato un solo gol nelle prime otto giornate. In Serie B, il bomber catanzarese non parte mai a raffica. Costruisce, invece, il suo bottino partita dopo partita, con la pazienza e la dedizione di chi sa che ogni centimetro di campo va conquistato con sacrificio.
Il Catanzaro ha un disperato bisogno di punti. Sei pareggi e una sconfitta nelle prime sette uscite hanno messo in discussione il lavoro di Alberto Aquilani, costretto a seguire la gara dalla tribuna per squalifica, e hanno alimentato dubbi su una rosa profondamente rinnovata durante l’estate con ben diciassette acquisti. Ma i numeri, a volte, non raccontano tutta la storia. Iemmello, con le sue 75 reti totali in maglia giallorossa (67 in campionato e 8 tra coppe), rappresenta molto più di un bomber: è l’anima pulsante di una squadra che nelle difficoltà cerca sempre il suo riferimento tecnico e morale.
Pietro Iemmello: Il re che costruisce il suo regno con pazienza
La lettura frettolosa dei dati può ingannare. Vedere Iemmello fermo a due reti stagionali dopo sette giornate potrebbe far pensare a un declino, a una parabola in discesa per il classe 1992 che ha compiuto 33 anni lo scorso marzo. Eppure, basta scavare negli archivi per scoprire una verità disarmante: anche nella straordinaria stagione 2024-25, chiusa con 16 gol complessivi (terzo nella classifica marcatori dietro Laurienté e Pio Esposito), il capitano aveva trovato la via del gol solo una volta nelle prime otto partite. Stesso copione nel 2023-24, quando poi esplose con 17 reti totali che lo portarono ancora una volta sul podio dei cannonieri cadetti.
Iemmello non è un attaccante da fuochi d’artificio immediati. Il suo rendimento cresce con il campionato, come un motore diesel che ha bisogno di scaldarsi prima di esprimere tutta la potenza. Quest’anno ha già messo a segno due reti casalinghe al Ceravolo, entrambe decisive: la prima contro il Sudtirol all’esordio (pareggio 1-1), e la seconda nel rocambolesco 2-2 contro la Juve Stabia, quando il suo gol di testa su torre di Pittarello ha evitato la sconfitta e consolidato la panchina di Aquilani.
Con 597 minuti giocati finora in campionato (una media di 85 minuti a partita), il capitano ha effettuato 13 tiri totali, di cui 5 nello specchio della porta. I suoi expected goals (xG) si attestano a 2,24, praticamente identici alle reti effettivamente realizzate, a dimostrazione di una precisione cinica che non è diminuita con l’età. Il suo minutaggio per gol (299 minuti) potrebbe sembrare elevato, ma chi segue il Catanzaro sa che Iemmello è molto più di un finalizzatore: è un rifinitore, un uomo-assist, un punto di riferimento tattico per l’intera manovra offensiva delle Aquile.
Il Ceravolo, croce e delizia di una stagione senza vittorie casalinghe
Paradossalmente, il fortino che nelle scorse stagioni ha garantito oltre il 55% di vittorie interne, quest’anno è diventato un ostacolo psicologico. Tre partite al Ceravolo, tre pareggi: 1-1 con il Sudtirol all’esordio davanti a oltre 12.000 spettatori con la magia di Iemmello che evitò la sconfitta al 61′, poi ancora 1-1 con la Carrarese nella terza giornata (circa 9.000 presenti) con il gol di Antonini vanificato dal pareggio di Illanes, infine il rocambolesco 2-2 con la Juve Stabia nella quinta giornata, quando i giallorossi rimontarono da 0-2 grazie alle reti di Verrengia e dello stesso Iemmello.
La media presenze al Ceravolo in questa prima parte di stagione si attesta intorno ai 10.000 spettatori, numero importante ma che la società spera di incrementare. Per la sfida contro il Padova, le presenze già assicurate — tra biglietti venduti e abbonati — sono circa settemila, un dato destinato a crescere nelle ore precedenti al fischio d’inizio delle 19:30. I tornelli apriranno alle 17:30, con navette e parcheggi attivi per agevolare l’afflusso dei tifosi.
Eppure, la tifoseria giallorossa non merita critiche. Anzi. Il Catanzaro vanta il primato assoluto in Serie B per presenze in trasferta: 1.155 spettatori di media lontano da casa nelle prime quattro gare esterne della stagione 2025-26, davanti a piazze blasonate come Sampdoria, Palermo e Bari. Oltre 2.200 tifosi hanno invaso l’U-Power Stadium di Monza per seguire le Aquile nonostante i sei pareggi consecutivi di inizio stagione. Un amore viscerale, un attaccamento che non conosce distanze né delusioni.
Il problema, semmai, è inverso: il Ceravolo deve tornare ad essere quell’ambiente caldo e ostile per gli avversari che ha caratterizzato le cavalcate degli ultimi anni. La Curva Massimo Capraro, ribattezzata orma da tantissimi anni in onore dello storico tifoso scomparso, deve tornare a fare la differenza. Serve il dodicesimo uomo, quella spinta emotiva capace di trasformare una prestazione normale in un’impresa. E Iemmello, il figlio di Catanzaro che ha scelto di legarsi alla maglia giallorossa fino al 2027 con il rinnovo firmato a settembre, è il primo a saperlo.
Padova, fantasma del passato e avversario da esorcizzare
Il 29 maggio 2022 è una data che brucia ancora. Catanzaro-Padova 0-0 all’andata della semifinale playoff di Serie C al Ceravolo, poi la trasferta dell’Euganeo: giallorossi avanti con Sounas al 30′, rimonta veneta firmata Curcio e, al 97′, la punizione maledetta di Cosimo Chiricò che spezzò i sogni di promozione. Iemmello era in campo quella sera, sostituito al 67′ da Vazquez in una gara che il Catanzaro di Vincenzo Vivarini controllava ma non riuscì a chiudere. Le lacrime del capitano a fine partita raccontarono tutta la frustrazione di un’occasione sfumata.
Tre anni dopo, le due squadre si ritrovano. Il Catanzaro ha conquistato la Serie B dominando il girone C nel 2022-23 proprio con Iemmello protagonista assoluto (28 gol in campionato, 31 totali), mentre il Padova è arrivato in cadetteria solo quest’anno. I precedenti complessivi parlano di 28 sfide: 11 vittorie Padova, 6 Catanzaro, 11 pareggi. Al Ceravolo, però, il bilancio è più equilibrato: 5 vittorie giallorosse, 6 pareggi, 2 vittorie biancoscudate. L’ultimo successo veneto in Calabria risale al 10 dicembre 1989, quando Angelo Di Livio segnò l’1-0 decisivo.
Per Iemmello e compagni, battere il Padova significherebbe non solo conquistare i primi tre punti stagionali, ma anche chiudere idealmente un cerchio rimasto aperto da quella sera di maggio. Il capitano, che in carriera ha collezionato 183 gol complessivi in 434 presenze, sa che certi conti con la storia si pagano solo sul campo.
Il richiamo alle armi: Ceravolo, è ora di fare la differenza
Questa sera, alle 19:30, il Nicola Ceravolo avrà l’opportunità di tornare ad essere ciò che è sempre stato: una bolgia giallorossa, un fortino inespugnabile, il luogo dove le Aquile volano più in alto. I settori Distinti, la Curva Capraro, la Curva Angelo Mammì e la Tribuna devono riempirsi, devono colorarsi di giallo e rosso, devono urlare il nome di Iemmello e dei suoi compagni fino a perdere la voce.
La società ha predisposto ogni facilitazione: navette attive, parcheggi aggiuntivi, tornelli aperti con due ore di anticipo. Non ci sono più scuse. Il Catanzaro ha bisogno della sua gente, Iemmello ha bisogno del suo popolo.
La sfida contro il Padova vale molto più di tre punti. Vale la credibilità di un progetto, la serenità di uno spogliatoio, la panchina di un allenatore. Ma soprattutto, vale l’identità di una città che da sempre si riconosce nelle undici maglie che scendono in campo. Re Pietro, il capitano che ha scelto di tornare a Catanzaro e che Catanzaro ha adottato come figlio, alzerà ancora una volta la sua spada. Toccherà al Ceravolo rispondere con il suo grido di battaglia.
Perché quando un capitano chiama, il suo popolo non può restare in silenzio.