La prima vittoria stagionale del Catanzaro contro il Palermo porta la firma indelebile di due esterni che hanno interpretato alla perfezione il calcio di sacrificio e intensità richiesto da Alberto Aquilani. Costantino Favasuli e Tommaso Cassandro hanno incarnato lo spirito combattivo necessario per domare la capolista rosanero, trasformando le corsie laterali in trincee invalicabili e rampe di rilancio per le ripartenze giallorosse.
La notte del 25 ottobre 2025 al Ceravolo ha certificato una verità che il popolo giallorosso attendeva da tempo: quando i giocatori danno tutto per la maglia, le vittorie arrivano anche contro le squadre più accreditate. Aquilani potrebbe aver finalmente trovato la quadratura tattica con il passaggio al 3-5-2, modulo che ha permesso ai due quinti di centrocampo di esprimersi al meglio delle loro caratteristiche fisiche e tecniche, con Cassandro sulla corsia destra e Favasuli su quella sinistra.
La rivoluzione tattica che cambia il Catanzaro
Il tecnico romano ha operato una rivoluzione silenziosa ma decisiva rispetto alle precedenti uscite. L’abbandono del contestato 3-4-2-1 in favore di un centrocampo a tre ha ridisegnato gli equilibri della squadra. Ma soprattutto ha liberato le energie di Cassandro e Favasuli, chiamati a presidiare le fasce da quinti di centrocampo in un modulo che valorizza corsa, sacrificio e duttilità.
Il sistema di gioco si è trasformato in un 5-3-2 quando il Palermo spingeva, con i due esterni pronti a raddoppiare sulle fasce e a dare una mano ai tre centrali difensivi. Una prova di maturità tattica che ha permesso al Catanzaro di contenere uno degli attacchi più prolifici della Serie B, annullando le iniziative di giocatori del calibro di Pohjanpalo, Le Douaron e Augello.
Cassandro, il ritorno del guerriero
Per Tommaso Cassandro la vittoria contro il Palermo ha un sapore particolare. Il terzino classe 2000, tornato al Catanzaro nell’ultimo giorno di mercato estivo dopo aver già disputato una stagione positiva in giallorosso nel 2024-25, si è subito reimposto come titolare inamovibile sulla fascia destra. Nella precedente esperienza al Ceravolo aveva collezionato 32 presenze tra campionato e playoff, siglando 2 gol e fornendo 2 assist, diventando uno dei beniamini del pubblico giallorosso dopo un inizio difficile.
Il suo ritorno in prestito dal Como, dove era rientrato dopo l’annata calabrese, è stato accolto con entusiasmo dall’ambiente. “Felicissimo di essere tornato a vestire questi colori” aveva dichiarato al momento della presentazione, dimostrando fin da subito un attaccamento alla maglia che va oltre il semplice aspetto professionale. Contro il Palermo ha confermato tutte le qualità che lo avevano fatto apprezzare: grinta in marcatura, capacità di sovrapporsi in fase offensiva, intelligenza tattica nel sapere quando spingere e quando contenere.
Alto 185 centimetri, dotato di buona velocità e determinazione, Cassandro ha saputo interpretare alla perfezione il ruolo di quinto destro in un match giocato sul filo dell’intensità. La sua prestazione è stata un manifesto di solidità: attento in copertura, prezioso nelle chiusure preventive, lucido nelle ripartenze. Ha vinto i duelli individuali con gli attaccanti rosanero, non ha mai concesso spazi pericolosi e ha fornito anche sbocchi offensivi con le sue cavalcate sulla destra.
Favasuli, il calabrese che non si arrende mai
Sul versante opposto, Costantino Favasuli ha confermato contro il Palermo tutte le qualità che lo rendono uno dei giovani più interessanti della categoria. Il reggino classe 2004, arrivato in estate dalla Fiorentina a titolo definitivo con un contratto quadriennale, ha disputato una gara di straordinaria efficacia come quinto sinistro, ruolo in cui ha dimostrato grande duttilità nonostante sia naturalmente un esterno destro.

La sua prestazione è stata un inno all’abnegazione totale. Dinamico, sicuro in ogni frangente, capace di proporsi in avanti senza mai trascurare i compiti difensivi. Le sue caratteristiche fisiche si sono rivelate decisive: brevilineo, dotato di baricentro basso ed esplosività nei movimenti, ha sfruttato al massimo la sua capacità nei duelli individuali. Prima della scorsa stagione le statistiche lo avevano collocato nel 93esimo percentile tra i terzini di Serie B per dribbling contrastati, a testimonianza di un’efficacia difensiva superiore al 93% dei colleghi di ruolo.
Contro il Palermo, Favasuli non ha mai smesso di correre, rincorrere, spingere, dimostrando quella sfacciataggine nell’affrontare gli avversari che caratterizza i grandi interpreti del ruolo. La sua capacità di essere sempre presente in fase di manovra, unita all’abilità nel contrasto e nel recupero, ha reso la fascia sinistra giallorossa un fortino inespugnabile. Ha annullato le iniziative offensive avversarie, ha raddoppiato quando necessario, ha saputo gestire con intelligenza le situazioni di difficoltà.
Il lavoro oscuro che fa la differenza
Al di là dei numeri e delle statistiche, ciò che ha colpito maggiormente nella prestazione di Favasuli e Cassandro è stata l’abnegazione totale al servizio della squadra. Entrambi hanno corso instancabilmente per novanta minuti, coprendo ogni centimetro delle rispettive fasce, aiutando i compagni in difficoltà, sacrificandosi in fase di ripiegamento quando il Palermo alzava il pressing.

I due quinti giallorossi hanno dimostrato di saper fare la differenza anche senza palla, creando spazi per i compagni con movimenti intelligenti, raddoppiando sulle seconde palle, non concedendo mai respiro agli avversari. La loro capacità di alternare la fase offensiva a quella difensiva, di passare in pochi secondi dalla trequarti avversaria alla propria area di rigore, ha permesso al Catanzaro di mantenere equilibrio e compattezza per tutti i novanta minuti.
Due storie diverse, una sola maglia
Le storie di Cassandro e Favasuli rappresentano due percorsi diversi ma accomunati dalla stessa passione per i colori giallorossi. Il primo, veterano di ritorno dopo un’esperienza già vissuta, ha ritrovato al Ceravolo quella centralità nel progetto che gli era mancata al Como. Il secondo, giovane calabrese orgoglioso di rappresentare la sua terra, sta costruendo la propria carriera con la fame di chi vuole lasciare il segno.
Per Cassandro, laureato in scienze motorie con una tesi sul calcio femminile, il ritorno al Catanzaro rappresenta la scelta di un ambiente che lo ha valorizzato e in cui si sente a casa. Le sue 38 presenze totali in maglia giallorossa, spalmate su due stagioni, certificano un legame che va oltre il semplice rapporto professionale. Per Favasuli, cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina e passato per esperienze importanti a Ternana e Bari, il Catanzaro rappresenta l’opportunità di consacrarsi definitivamente tra i migliori esterni della categoria.
Il gruppo che ritrova se stesso
Al triplice fischio finale, l’immagine più bella è stata quella dell’abbraccio collettivo ad Aquilani, con Favasuli e Cassandro tra i primi a raggiungere il mister. Un gesto spontaneo che certifica la rinascita di un gruppo che aveva smarrito certezze e autostima nelle prime difficili giornate di campionato. La vittoria contro il Palermo non è stata solo questione di modulo o di singole prestazioni, ma soprattutto di spirito collettivo ritrovato, di squadra che torna a lottare unita su ogni pallone.
I due esterni hanno incarnato perfettamente questo spirito: nessuna giocata fine a se stessa, nessun individualismo sterile, solo lavoro incessante per il bene della squadra. La loro prestazione è stata un esempio di come il calcio, nella sua essenza più pura, sia fatto di corsa, grinta e cuore prima ancora che di tecnica sopraffina. Qualità che al Ceravolo vengono sempre riconosciute e premiate, soprattutto quando si indossa la maglia giallorossa con l’orgoglio e la passione dimostrati da Costantino Favasuli e Tommaso Cassandro in questa notte di rinascita.
