La lezione di Empoli brucia ancora. Non tanto per la sconfitta in sé – nel calcio si vince e si perde – quanto per l’occasione clamorosamente sprecata.
Avversario in dieci uomini per tutto il secondo tempo, tre vittorie consecutive alle spalle, la possibilità di consolidare una striscia che avrebbe potuto cambiare la fisionomia della stagione. Invece il Catanzaro è uscito dal Castellani a testa bassa, sconfitto da un rigore di Shpendi e da un possesso palla sterile che Alberto Aquilani non ha esitato a definire “compitino”.
Alla vigilia della sfida casalinga contro il Pescara di Giorgio Gorgone, il tecnico giallorosso ha voluto mettere in guardia la squadra: nessun margine per l’autocompiacimento, nessuna presunzione di superiorità. Le partite contro chi lotta per la salvezza sono le più insidiose.
Aquilani e il rammarico di Empoli
Aquilani non ha nascosto la delusione per quanto accaduto in Toscana. “Empoli ha lasciato più di un rammarico. Non tanto per la sconfitta in sé, quanto per l’occasione buttata via”.
“Eravamo reduci da tre vittorie consecutive, l’avversario è rimasto in dieci… dovevamo sfruttare il momento e continuare la striscia positiva”. Il riferimento è all’espulsione al 43′ del primo tempo di Popov, difensore dell’Empoli che ha lasciato i suoi in inferiorità numerica per tutta la ripresa.
Eppure, nonostante l’uomo in più e il pallino del gioco saldamente in mano, il Catanzaro non è mai riuscito a rendersi davvero pericoloso. Un colpo di testa di Pandolfi sulla traversa, ma poco altro.
Al contrario, è stato l’Empoli a colpire con un rigore al 59′ concesso per un tocco di braccio di Iemmello in area, trasformato freddamente da Shpendi.
Il “compitino” e il possesso sterile
Alberto Aquilani ha voluto chiarire cosa intendesse con l’espressione “compitino”, utilizzata a caldo dopo la sconfitta. “Intendevo un possesso sterile: ci passavamo la palla scaricando responsabilità, senza progressione, senza riempire l’area, con pochissime giocate individuali”.
Un problema specifico di quella partita, non strutturale, come dimostrato dalla prestazione brillante contro Palermo e Venezia, quando il Catanzaro aveva espresso ritmo altissimo, gamba e spirito.
“Quando giochi per vincere è diverso da quando giochi per non perdere. In certi momenti ‘giochicchiare’ può essere deleterio”. Aquilani ha sottolineato come la squadra abbia lavorato intensamente sull’analisi video e sul dialogo per evitare che certi errori si ripetano.
L’incognita Pescara
Domani sera al Ceravolo arriva un Pescara in piena emergenza. Ultimo in classifica con soli 8 punti in dodici giornate, peggior difesa del campionato con 25 gol subiti, reduce da un cambio di allenatore che ha portato Giorgio Gorgone al debutto da primo allenatore in Serie B.

Eppure Aquilani non si fida. “Quando cambia l’allenatore è sempre un’incognita: non sai esattamente che modulo, che tipo di pressione o intensità porteranno”.
Il Pescara arriverà in Calabria “con il dente avvelenato e con quella scintilla tipica del cambio di guida tecnica”, ha avvertito il tecnico toscano. “Le partite contro squadre che lottano per la salvezza sono spesso le più complicate: le chiamo ‘partite-trappola’. Ci siamo già cascati diverse volte quest’anno”.
Le partite-trappola
Il Catanzaro si trova davanti un doppio turno casalingo – Pescara e Virtus Entella – che sulla carta potrebbe rappresentare un’occasione ghiotta per rilanciarsi in classifica.
Ma Aquilani ha voluto smorzare ogni entusiasmo facile. “Ci credo poco a questi discorsi di ‘due partite abbordabili in casa’”.
“Se torniamo indietro di qualche settimana, tutti eravamo preoccupati per Palermo e Venezia in casa… e invece abbiamo fatto sei punti”. Il riferimento è alle tre vittorie consecutive centrate proprio contro Palermo (1-0), Mantova (1-3) e Venezia (2-1), un filotto che aveva riportato il sorriso in casa giallorossa dopo un avvio altalenante.
“Oggi qualcuno pensa che Pescara ed Entella siano ‘inferiori’ e quindi dobbiamo vincere per forza. È una mentalità sbagliata e pericolosa”, ha tuonato il tecnico.
Il valore del Ceravolo
Aquilani ha voluto sottolineare come il campionato di Serie B sia oggi più equilibrato che mai. “Il calcio di oggi è livellatissimo: i dettagli fanno la differenza”.
“A volte le squadre giocano meglio in trasferta perché hanno meno pressione e più spavalderia”.
Per questo giocare al Ceravolo, davanti al proprio pubblico, deve rappresentare un vantaggio concreto. Ma solo a condizione che la squadra metta in campo tutto: “Intensità, ritmo, aggressività, qualità”.
“Se lo facciamo abbiamo grandissime possibilità di fare risultato. Se non lo facciamo, diventa un terno al lotto… e noi non vogliamo più ricascarci”.
Il messaggio è chiaro: il Catanzaro, attualmente undicesimo in classifica con 15 punti, deve ripartire con fame e umiltà per non sprecare un’altra occasione.
La sfida di domani
La sfida di domani sera sarà il primo vero test per la squadra di Aquilani dopo la battuta d’arresto toscana. Il Pescara di Gorgone arriverà al Ceravolo con la disperazione di chi non ha più nulla da perdere.
Il Catanzaro dovrà rispondere con la maturità di chi ha imparato la lezione e non vuole più cadere nelle trappole di un campionato che non perdona distrazioni. Fischio d’inizio alle 20:30.
