Il contenzioso tra Atalanta e Catanzaro sul premio di valorizzazione dell’attaccante Andrea Ceresoli ha imboccato un nuovo, decisivo tornante. La società bergamasca ha infatti depositato ricorso al Collegio di Garanzia del CONI contro il club giallorosso: al centro della vertenza, un’indennità di 100 mila euro (più IVA) concordata in sede di trasferimento e oggi contestata nei suoi presupposti. Il fascicolo è stato formalmente iscritto a ruolo il 2 settembre 2025, come si legge nel comunicato del CONI, che individua oggetto e parti del procedimento.
Le tappe: dal prestito alla lite
Nell’agosto 2024 Ceresoli passa in prestito dall’Atalanta al Catanzaro, in quella che doveva essere un’annata di crescita nella Serie BKT. L’esperienza, però, non decolla: impiego ridotto e rientro anticipato a Bergamo il 3 febbraio 2025, con reinserimento nel gruppo dell’Atalanta U23.
Sul piano regolamentare, la frizione esplode quando all’Atalanta viene riconosciuto – in un primo grado dinanzi al Tribunale Federale Nazionale – il premio di valorizzazione pattuito contrattualmente per la stagione, nonostante il minutaggio risicato. La ricostruzione è riportata anche dalla stampa nazionale specializzata.
Il Catanzaro impugna e, a luglio, la Corte Federale d’Appello si pronuncia in senso opposto al TFN, annullando il riconoscimento del premio ai nerazzurri. Da qui il nuovo passo dell’Atalanta: ricorso al CONI per chiedere la riforma dell’ultima decisione. La pendenza del giudizio presso il Collegio di Garanzia è attestata dall’albo dei ricorsi pubblicato dal CONI.
Che cos’è (davvero) un premio di valorizzazione
Nel lessico del mercato italiano, il premio di valorizzazione è una pattuizione tra club a corredo del prestito: l’eventuale corresponsione di una cifra al club cedente è spesso collegata a parametri di crescita del calciatore (impiego, obiettivi, durata). Il punto che il Catanzaro ha contestato – e che la CFA ha ritenuto di accogliere – riguarda proprio l’effettivo raggiungimento delle condizioni per far maturare l’indennizzo, alla luce dell’uso limitato del calciatore e dell’interruzione anticipata del rapporto sportivo.
Effetti collaterali e scenario
L’onda lunga della disputa non si ferma all’aula giudicante. Come fa notare CatanzaroInforma, la vertenza ha raffreddato – almeno temporaneamente – i canali di mercato tra le due società, che negli ultimi anni avevano spesso incrociato interessi e operazioni sui giovani. È uno degli effetti collaterali più frequenti quando una clausola economica finisce al vaglio degli organi di giustizia.
Sul piano tecnico, va ricordato che il ritorno anticipato di Ceresoli all’Atalanta non ha permesso di sviluppare quella curva di crescita immaginata in estate. L’Atalanta, da parte sua, ha rivendicato la natura pattizia del premio; il Catanzaro ha fatto valere la mancata “valorizzazione” in senso sostanziale. Ora la palla passa al Collegio di Garanzia del CONI, cui spetta l’ultima parola sul corretto inquadramento giuridico della clausola e sulla sua esigibilità nel caso di specie.
Cosa aspettarsi
In attesa del dispositivo, due sono i possibili esiti: accoglimento dell’Atalanta, con ripristino del diritto a incassare il premio di 100 mila euro + IVA, oppure conferma dell’annullamento stabilito in appello federale, con rigetto delle pretese economiche nerazzurre. In entrambi i casi, la decisione farà giurisprudenza interna su un tema – quello dei premi legati ai prestiti – sempre più frequente nella Serie BKT e non solo.
Per il Catanzaro si tratta di una partita extra-campo da giocare con la stessa lucidità mostrata nel mercato estivo; per l’Atalanta, della difesa di un principio ormai ampiamente diffuso nelle transazioni sui giovani. La speranza, per l’intero movimento, è che il verdetto contribuisca a chiarire prassi e condizioni dei premi di valorizzazione, riducendo il rischio di contenziosi e restituendo al campo la centralità che merita.
